Non profit

Italia. La solidarietà è già partita. Sul piede di pace

C’è chi da anni fa la spola con l’Iraq per portare soldi e medicinali. E c’è chi si è fermato per potabilizzare i pozzi, per curare la dissenteria o per ristrutturare scuole.

di Redazione

Per loro l?invasione dell?Iraq è un impegno quotidiano. Da almeno 10 anni. Significa portare soldi e medicine. Significa accogliere bambini iracheni malati. Significa potabilizzare acque infette. «Nel 98», ricorda Cesare Allara, della sezione di Torino del Centro culturale italo-arabo (la sede nazionale è a Perugia), «abbiamo visitato l?ospedale pediatrico di Bagdad». Allara, però, è riuscito in un piccolo miracolo e da quella clinica priva di tutto, dalle garze ai medicinali, ha portato in Italia sette bambini. «C?è n?era una di 2 anni con una terribile infezione alla testa», racconta. « Alla fine siamo riusciti a curarla». I suoi compagni adesso si trovano in Iraq per portare aiuti economici «frutto di mesi di mercatini dove vendiamo manufatti iracheni». Le strade di Benjamin Anche padre Jean Marie Benjamin, ex funzionario dell?Unicef e acerrimo oppositore dell?embargo, si trova sulle rive del Tigri per testimoniare con l?associazione di Assisi, Benjamin Commitee for Iraq «la paura mista a rassegnazione di un popolo che non capisce perché, dopo una guerra e 12 anni di embargo, sarà bombardato di nuovo. Nel Sud», racconta, «vivono come al tempo di Abramo. In un villaggio ho visto gente bere l?acqua putrida del Tigri. Nell?ospedale della zona l?elettricità va e viene, i ventilatori non funzionano e all?ombra ci sono 57 gradi. In queste condizioni su 2500 malati di dissenteria, l?unico medico presente ne riesce a curare meno della metà, e di dissenteria si muore». Proprio per combattere la dissenteria (basta un poco di soluzione idrosalina), le associazioni Aibi e Un ponte per nel 1996 hanno costruito a Bassora un dispensario che oggi salva la vita «a 10mila bambini all?anno», ricorda Ivano Zoppi, vicedirettore di Aibi, allora responsabile della raccolta fondi (1 miliardo di vecchie lire) che ha permesso l?attivazione del centro sanitario. «E siamo pronti a ripartire», aggiunge Zoppi. L?importazione e la vendita di datteri iracheni attraverso le botteghe Ctm-Altromercato e la campagna ?Tu non tagliare la corda? in cui si invitano i cittadini a mandare un?email ai deputati perché prendano posizione contro il conflitto, sono le ultime iniziative dell?associazione Un ponte per, che da 12 anni s?occupa d?Iraq. Staffetta umanitaria Il responsabile Fabio Alberti si trova in queste ore a Bagdad, «con il compito», testimonia «di monitorare la situazione in modo da non farsi trovare impreparati in caso di conflitto, perché non sarà una guerra lampo». Massimo Atzu, dalla sede romana, è già pronto a coordinare una staffetta umanitaria che «se le cose precipitassero partirà in ottobre, anche se noi ci aspettiamo che la guerra scoppi a fine anno». Alberti, nel frattempo, sta verificando dal vivo l?efficacia dei progetti già attivi che vanno dalla fornitura di medicinali alle famiglie alla promozione del diritto allo studio attraverso la ristrutturazione di scuole e l?aggiornamento dei docenti, fino alla distribuzione di acqua potabile nell?area di Bassora e alla cura di migliaia di bambini affetti da infezioni gastrointestinali. Anche Emergency ha lanciato la sua offensiva contro la guerra. Su Internet è partita una raccolta firme che ha raggiunto 62mila adesioni. Gino Strada ha programmato un viaggio in Iraq per verificare le condizioni dei due ospedali di Emergency nel Nord e la possibilità di aprire una clinica nella capitale. Altre due corazzate della solidarietà sono sul piede di pace: Caritas e Croce rossa che dipendono dai loro coordinamenti internazionali. La Caritas italiana collabora da 10 anni con la chiesa irachena. Ha aderito alla campagna di Caritas Europa contro l?embargo. Dal 1990 a oggi, la Croce rossa italiana ha invece inviato a Bagdad oltre 2 milioni di euro in medicinali, quasi tutti per «contrastare l?emergenza bambini», testimonia Lucia Allegra. A Bergamo, invece, l?Associazione Italia-Iraq raccoglie informazioni e documenti inediti. «Siamo un contenitore di controinformazione militante», spiega Francesco Algini, il portavoce, «da oltre 10 anni cataloghiamo materiale che dimostra l?illegalità di questa ennesima guerra del petrolio». Info: Un Ponte per… Caritas Croce Rossa Italiana Amici dei Bambini Emergency Associazione Italia-Iraq

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