Rapporti

Italia, in un anno 61% in meno di rifugiati e migranti

Presentato il volume “Il diritto d’asilo. Report 2024. Popoli in cammino… senza diritto d’asilo” di Fondazione Migrantes. Dopo quattro anni di crescita, è crollato il numero di chi ha raggiunto il Paese dal Mediterraneo: fra gennaio e la metà di ottobre si contano 54mila sbarcati. Il numero di persone in fuga nel mondo ha superato i 120 milioni. Alla fine di agosto 2024 la stima (minima) dei rifugiati e migranti morti o dispersi nel Mediterraneo ha superato le 1300 persone

di Ilaria Dioguardi

Centoventi milioni. È il numero delle persone in fuga nel mondo, a causa di guerre e conflitti che si allargano di anno in anno. Ce lo dice “Il diritto d’asilo. Report 2024. Popoli in cammino… senza diritto d’asilo” (Tau Editrice) di Fondazione Migrantes, presentato a Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana.

«Aiutare a costruire un sapere fondato rispetto a chi è in fuga e a chi arriva a chiedere protezione nel nostro continente e nel nostro Paese» è l’obiettivo di questo lavoro, come scrivono nell’introduzione al Report le curatrici Mariacristina Molfetta e Chiara Marchetti. Per «restare o ritornare “umani” e capaci, finalmente, di creare condizioni reali perché le persone costrette a fuggire possano continuare a reclamare il loro diritto alla protezione senza essere “popoli in cammino… senza diritto d’asilo”, come siamo state costrette ad affermare nel sottotitolo di quest’anno».

Fine 2024: oltre 130 milioni di persone bisognose di protezione

Alla fine del 2023 il numero di persone in fuga da guerre, violenze e persecuzioni a livello mondiale ha superato i 117 milioni e saranno oltre 130 milioni, secondo l’Unhcr (l’Agenzia Onu per i rifugiati), le persone bisognose di protezione a fine 2024. Di queste, più di 68 milioni rimangono all’interno del proprio Paese, mentre i rimanenti passano il confine alla ricerca di protezione e sicurezza.

Europa: in nove mesi 1,5 milioni di richieste di asilo

La maggior parte, circa il 69%, si sposta in Paesi confinanti e solo una piccola frazione inizia un lungo e pericoloso viaggio verso l’Europa, che presenta una forte carenza di canali di ingresso legali e sicuri e, anzi, continua a rendere l’arrivo sempre più complesso e pericoloso per chi fugge. Sono stati poco più di 520mila gli ingressi irregolari in Europa tra il 2023 e i primi nove mesi del 2024, mentre sono state più di 1,5 milioni le richieste d’asilo presentate nello stesso periodo.  

Sradicamento forzato globale: nel mondo una persona su 67

L’Unhcr stima che nel settembre 2024 la sola popolazione rifugiata all’estero sotto il suo mandato abbia ormai raggiunto la cifra di 32.060.000 persone. Alla fine del 2023 i rifugiati stimati erano “solo” 31.640.000 Alla metà del 2024 il fenomeno dello sradicamento forzato globale (rifugiati, richiedenti asilo, sfollati interni) comprendeva nel complesso 122,6 milioni di persone, al culmine di una crescita ininterrotta di 12 anni. La cifra equivale a un abitante del mondo su 67, nel 2013 il rapporto era di uno su 142.

«Il 40% di questi 122,6 milioni di persone (mai così tante) sono minori», ha detto Mariacristina Molfetta, co-curatrice del Rapporto, durante la presentazione. «Di queste, 32 milioni sono rifugiati, 72 milioni sono sfollati, otto milioni richiedenti asilo, sei milioni sono palestinesi sotto l’Unrwa (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino Oriente), 5,8 milioni sono persone con necessità di protezione. Il 69% si trova nei Paesi limitrofi alle crisi», ha continuato Molfetta. «Il 75% è accolto in Paesi a basso reddito, quindi solo un quarto delle persone arriva nelle parti del mondo più ricche. Tre quarti arrivano da soli cinque Paesi: Afghanistan, Siria, Venezuela, Ucraina, Sudan».

«Per riuscire a dire qualcosa sul mondo della mobilità umana bisogna avere una corretta informazione. Con questo Report proviamo ad entrare nel merito di chi sono le persone costrette a fuggire nel mondo», ha detto monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore generale Fondazione Migrantes. «Le persone che scappano nel mondo sono in aumento da circa 20 anni ed incontrano sempre più difficoltà e sempre più problemi».

Dopo quattro anni di crescita crollano gli sbarchi

Nel 2024, dopo quattro anni di crescita è crollato il numero di rifugiati e migranti che hanno raggiunto il Paese dal Mediterraneo: fra gennaio e la metà di ottobre si contano 54mila sbarcati, il 61% in meno rispetto allo stesso periodo del 2023. Quest’anno vede prevalere fra le persone sbarcate Paesi di provenienza asiatici: il Bangladesh, primo assoluto (quasi 10.800
arrivi), seguito dalla Siria (10mila circa) e dalla Tunisia. La Libia è tornata ad essere il primo Paese costiero di partenza per la traversata del Mediterraneo centrale: alla fine di luglio 2024 erano quasi 20mila gli arrivi.

Italia: 165mila rifugiati dall’Ucraina

Alla fine di giugno 2024 l’Ue “allargata” ospita 4.461.000 rifugiati dall’Ucraina con il beneficio della protezione temporanea, prorogata fino al marzo ’26. La Germania ne ospita ancora oltre un milione, la Polonia poco meno, la Spagna quasi 210mila, l’Italia 165mila, la Francia 61mila. È in forte diminuzione la percentuale dei rifugiati ucraini in Europa che progettano o sperano di fare, prima o poi, ritorno in patria: in un anno è scesa dal 77% al 64%.

Centri in Albania: «Un tentativo di dare risposte populiste»

I centri per migranti in Albania «sembrano una risposta bizzarra o, peggio ancora, un tentativo di dare risposte populiste che rischiano di diventare autolesioniste», ha detto il cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino e vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza, durante la presentazione del Rapporto sul diritto di asilo della Fondazione Migrantes. Inoltre, ha denunciato «l’ostinazione dei Paesi a promulgare leggi, ordinamenti e applicazioni di legge legati a interpretazioni personali» rispetto al tema migrazioni.

Foto di apertura di Fondazione Migrantes/Valeria Ferraro.
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