Cultura

Italia in altalena: a Trento una canzone per l’integrazione

di Paolo Iabichino

Può una semplice altalena diventare simbolo di accoglienza, condivisone e integrazione?

A quanto pare sì tanto che all’Istituto Comprensivo Trento 6 alunni e insegnanti ne hanno fatto una canzone, condivisa e ripresa in tutta Italia, per rispondere alle dichiarazioni di chi voleva far credere che il parco giochi locale non fosse più di tutti ma solo di alcuni e questi alcuni, nello specifico, erano bambini immigrati.

Ecco allora che prende forma una sorta di mobilitazione positiva che arriva dal basso e che diventa ancora più significativa perché vede protagonisti proprio i più piccoli che quel parchetto lo frequentano ogni giorno conoscendo e vivendo la realtà attraverso la semplicità dei loro occhi e dei loro giochi.

L’Istituto Comprensivo Trento 6 comprende scuole nelle quali, negli anni, la presenza di studenti stranieri è andata aumentando, lo scorso anno sono arrivati in classe anche i primi richiedenti asilo e ancora di più il ruolo educativo dei valori e del rispetto dell’altro si sono espressi in un contesto che già porta avanti da tempo progetti di solidarietà e sensibilità.

Educare parlando di diritti dei bambini è diventato tanto urgente quanto indispensabile.

Altalena è nata con la volontà di arrivare a quante più persone possibili per dire che siamo tutti uguali, che nessuna bambina e nessun bambino possono essere esclusi perché tutti hanno diritto al gioco.

Altalena, pensata dalla maestra Katia Degasperi e composta con l’aiuto del maestro Alessio Zeni, serve a ricordare che purtroppo c’è stato un tempo in cui questi principi sono stati tragicamente dimenticati e, oggi più che mai, è importante che tutti si impegnino per fare in modo che quel tempo non torni mai più.

Il viaggio di questa canzone continua ancora e lo fa grazie alla creazione della pagina facebook Italia in Altalena nata per ospitare le tracce di questo percorso sempre più condiviso e accolto, una pagina per dire alla maestra Katia, al maestro Alessio e ai loro colleghi che non sono soli, che non lo sono i loro bambini, che nessuno di noi lo è quando si decide come educatori che i confini sono convenzioni che ci imbrigliano e ci annebbiano la vista, che le precedenze degli uni sugli altri non possono trovare spazio dentro la scuola perché questa è la condizione che può, forse, darci la speranza di farle sparire anche fuori da qui.
La scuola presidio della democrazia e dei diritti, luogo in cui poter crescere come parte della comunità umana con gli strumenti e i linguaggi dei bambini.

Un’altalena come simbolo di cambiamento e speranza.

Storia raccolta da Katia Degasperi e Sonia Coluccelli

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