Cultura

Italia, il paese dell’eterna emergenza

C’è quella dei rifiuti, ma c’è (ancora) quella dell’alluvione di Sarno, quella del terremoto in Molise e persino quella del sisma del 1980 in Irpinia.

di Maurizio Regosa

Nei venti mesi di governo Prodi, la Presidenza del Consiglio dei ministri ha adottato ben 180 decreti (su un totale di 320) motivati da emergenze. 90 di essi sono introdotti dalla parola ?proroga?: l?esecutivo, preso atto che un allarme non è concluso, ha deciso di allungare il tempo di emergenze che furono e che, nonostante tutto, continuano a esistere.

Il Belpaese delle proroghe
Sono in corso, attualmente, circa una novantina di emergenze. Grandi o piccole. Recenti o antichissime. Improvvise o annunciate. Legate a dissesti improvvisi, frane e smottamenti, alluvioni, eventi sismici. O da allarmi sanitari come quell?emergenza bufale, che potrebbe sembrare (ma non è) una battuta: è da poco stato nominato un apposito commissario che si occuperà del bestiame minacciato dalla brucellosi.Alcune sono il frutto di disastri annunciati come quello delle discariche abusive selvaggiamente distribuite nel territorio e da oltre 14 anni a disposizione di qualsiasi sguardo (e chissà per quanto tempo ancora). Altre, invece, sono emergenze per modo di dire: Mestre, Roma, Messina, Napoli e Reggio Calabria hanno ciascuna un?emergenza traffico e mobilità. Per Reggio è stata proclamata a causa dei «lavori di ammodernamento del tratto autostradale A3 tra Bagnara e Reggio Calabria». Come a dire: per affrontare un problema, nel nostro Paese, serve una condizione speciale, straordinaria. Altrimenti, nulla succede.

Non solo rifiuti
L?allarme immondizia, di cui tanto si parla, è solo il fenomeno più evidente di un malcostume generalizzato. Vi sono emergenze che durano da anni: dal 2002 quella in Emilia Romagna; dal 2004 quelle in Friuli e in Sardegna (il motivo? Precipitazioni e smottamenti).Dal maggio 1998 è condizione eccezionale (e lo sarà sino al 30 aprile 2008) nelle province di Salerno, Avellino e Caserta, dove l?alluvione fece 137 vittime. Un decennio non è stato sufficiente per mettere in sicurezza la montagna che sovrasta Sarno e Quindici. E da allora, ogni inverno rinnova la preoccupazione e gli sos. Ma se questi lavori vanno a rilento, la meno complessa ristrutturazione di strutture e edifici non è più veloce: inaugurando l?anno giudiziario il 26 gennaio scorso, Domenico Nastro, presidente della Corte d?appello di Salerno, ha dovuto usare il tempo presente. A Sarno, ha spiegato, la ricostruzione «è in atto» aggiungendo una constatazione ancor più grave «i relativi stanziamenti sono entrati nelle mire della criminalità organizzata».

Una denuncia che non sorprende
Visto com?è regolamentata, l?emergenza può diventare una vera cuccagna.Riconosciuta la situazione eccezionale, si nomina un commissario (spesso – a seconda dei fondi – un funzionario della Protezione civile locale o il sindaco o il presidente della Regione). Il commissario, avvalendosi dei suoi straordinari poteri, deve preparare un piano straordinario: che lo scriva o meno, in pratica può agire – in virtù dell?urgenza – in deroga alle normali procedure amministrative che regolano ad esempio gli appalti. In tal modo evita i rallentamenti causati dalla burocrazia e può agire con tempestività. Questo nella versione ?ottimistica?. Siccome però il rispetto delle scadenze non è davvero la norma, accade che, con l?alibi di evitare i lacci dell?ordinaria amministrazione, si possano verificare comportamenti non proprio ortodossi. E talvolta così sfacciati da dar l?impressione che il vero impegno sia nel rinnovare le situazioni straordinarie, anziché nel chiuderle. E visto che un?emergenza non si nega a nessuno, l?eccezione diventa la regola. Senza contare che a ogni proroga i conti ovviamente si gonfiano. L?ultima Finanziaria, ad esempio, ha stanziato – dopo 28 anni dal sisma che ha sconvolto Basilicata e Campania – un ulteriore contributo decennale di 5 milioni di euro.

Quante risorse…
Un fiume di denaro, necessario un po? perché col tempo si creano nuovi bisogni e i preventivi iniziali si allungano, un po? perché non è detto che quelle risorse siano sempre rigorosamente utilizzate per lo scopo per cui sono state stanziate. Questo è ad esempio il sospetto della Procura di Larino, che di recente ha acquisito le delibere di finanziamento per la ricostruzione del Molise. Come mai – si chiede il magistrato (dopo che un interrogativo analogo è stato espresso dalla Corte dei conti) – i fondi sono stati usati anche nella provincia di Isernia (dove il terremoto del 2002 non fu nemmeno avvertito)? Sono seguite smentite dell?interessato Michele Iorio (governatore e commissario) sull?uso dei 500 milioni ma le indagini proseguono…Non si creda però che le emergenze siano longeve solo al Sud. Prendete Serravalle Scrivia, provincia di Alessandria. Il 1° febbraio 2008 un decreto del presidente del Consiglio ha prorogato lo stato di emergenza causato dalla Ecolibarna (specializzata prima nella lavorazione di olii e poi di rifiuti industriali). Una vicenda che ha compiuto i suoi primi vent?anni ed è fatta di stoccaggi abusivi, di olii esausti, di falde inquinate, di bonifiche mai efficaci, di interventi di messa in sicurezza non conclusi, di commissari che si sono succeduti, di costi che hanno continuato a lievitare (per ora sono 5,3 milioni), di indagini in corso… Una trama fin troppo nota.

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