Formazione

Italia, il 14% vive con un milione al mese

Sono i risultati dal rapporto Social Watch 2001

di Gabriella Meroni

Il 13,9 per cento degli italiani vive al di sotto della soglia di poverta’, fissata intorno al milione e mezzo di lire, nonostante il nostro resti il sesto paese al mondo per ricchezza prodotta. Sono preoccupanti i livelli di poverta’ che emergono dall’edizione italiana del rapporto ‘Social Watch’ 2001, presentato questa mattina in Campidoglio e realizzato dalla rete italiana ‘Social Watch’ (Arci, Acli, Mani Tese e Movimondo). Dal 1995 Social Watch punta a monitorare costantemente lo stato di realizzazione degli impegni assunti dai Governi al vertice Onu di Copenhagen sullo sviluppo sociale. La fotografia dell’Italia non e’ certamente positiva, considerato che l’immagine che emerge e’ quella di un paese ”ancora vittima di forti diseguaglianze, poco attento alle politiche sociali e incoerente sui temi della cooperazione internazionale e della politica estera”, in riferimento alla guerra del Kosovo. La societa’ italiana appara caratterizzata da forti diseguaglianze con, ad esempio, uno scarto eccessivo di reddito tra uomini e donne. Quelle femminile e’ il reddito piu’ basso d’Europa, superiore unicamente a quello spagnolo. Ma e’ stato definito ‘allarmante’ anche lo stato di salute del sistema d’istruzione italiano dove il tasso di abbandono scolastico, ad esempio, e’ il doppio di quello tedesco. Il rapporto Social Watch segnala che rispetto all’immigrazione il nostro paese ”ha un atteggiamento ambivalente. Si ha l’impressione cioe’ di una considerazione del fenomeno solo in chiave di emergenza, senza la volonta’ di un disegno complessivo duraturo”. Viene espresso un giudizio positivo sulla legge sull’assistenza, varata nel 2000, anche se ”nell’applicazione concreta si presta a favorire forti disparita’ a livello territoriale”. Il mercato del lavoro e’, infine, caratterizzato da un amumento continuo del lavoro atipico, della flessibilizzazione e del lavoro nero. L’economia sommersa nel 2000 e’ arrivata a costituire il 28,5 per cento del Pil.


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