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Italia e Francia unite contro i Rom

Espulsioni, Berlusconi appoggia la posizione di Sarkozy

di Franco Bomprezzi

Si consolida l’asse franco-italiano sui Rom, Berlusconi condivide infatti la linea dura di Sarkozy in conflitto con l’Unione Europea. Una scelta che fa discutere e che trova ampio spazio sui giornali italiani.

“Berlusconi e Sarkozy contro la Ue”, è il titolo di prima pagina del CORRIERE DELLA SERA di oggi. L’asse italo-francese non piace alla Merkel si schiera apertamente con Bruxelles. Ai leader di Parigi e Roma sono dedicate le apertura di pag 2 (“Sarkozy attacca l’Europa: «I rom? In Lussemburgo”) e pag 3 (“Berlusconi: sui rimpatri sostengo la Francia”). «la signora Reding (la commissaria europea lussemburghese alla giustizia e alla cittadinanza, ndr) avrebbe fatto meglio a confrontarsi privatamente con i francesi», sostiene Berlusconi. Seguito a ruota da Fini che sul burqa dichiara: «Il divieto è non solo giusto, ma anche doveroso». Il corrispondente dalla Francia Massimo Nava sulla questione sente anche il ministro Pierre Lellouche che si lamenta con i colleghi europei: “«Facile criticarci, ma nessun impegno dai nostri partner»”. Dalla prima partono anche due commenti. Massimo Nava ragiona sulla strategia di Sarkozy nel suo “la coerenza dell’Eliseo oltre le battute”: «Sarkozy tiene ovviamente d’occhio l’opinione pubblica interna. Siamo in vista delle presidenziali. Il consenso in caduta libera  si può recuperare tra le frange dell’elettorato sedotto dalle sirene del Fronte nazionale di Le Pen. Ma Sarkozy rovescia i termini del problema ricordando che sono i ceti popolari e più fragili che pagano da vicino le conseguenze del nomadismo e dell’immigrazione fuori controllo e non gli intellettuali che sventolano le bandiere umanitarie in salotto». Franco Venturini invece si concentra sugli equilibri continentali in “L’Europa sull’orlo di una crisi di nervi” in cui critica l’opportunità di Berlusconi si schierarsi così sfacciatamente con la Francia. Ragiona l’esperto di politica estera: «…il rischio è che un tema tanto delicato e le acredini di queste ore spingano ulteriormente la Ue nella direzione che da troppo tempo la caratterizza, fatti salvi gli interventi di sicurezza finanziaria: la direzione degli egoismi, della ri-nazionalizzazione delle politiche, del trionfo degli interessi più forti a scapito dello spirito unitario». 

“Berlusconi con Sarkozy contro la Ue”: è il titolone con cui LA REPUBBLICA riferisce della polemica sui Rom richiamando nel sommario anche la posizione americana: “Monito Usa: Parigi rispetti i diritti umani”. Tre pagine all’interno, inaugurate dal servizio di Giampiero Martinotti dalla Francia. «Che la Reding si prenda i Rom nel suo paese, che li accolga in Lussemburgo» così ha risposto il premier francese al commissario europeo alla Giustizia che ha posto il problema del trattamento destinato ai Rom paragonandolo alle deportazioni della Seconda guerra mondiale. Una risposta che i parlamentari del partito di Sarkozy hanno cercato di arginare («un tono umoristico» per paragoni inammissibili ha detto uno di loro) e che comunque ha creato il gelo. In Europa in soccorso al francese solo Berlusconi che in una intervista a Le Figaro ha difeso Sarkozy: «l’Europa non ha ancora capito completamente che non si tratta di un problema unicamente francese o italiano». Viceversa Barroso, pur gettando acqua sul fuoco, difende il commissario, con cui si schiera anche Berlino: «il diritto alla libera circolazione è incondizionato e non è autorizzata nessuna discriminazione contro le minoranze etniche». Principio che sembra messo in discussione dalle iniziative francesi e che è in contrasto con il fatto che le espulsioni possono essere individuali, non collettive. Il ministro francese per l’immigrazione aveva due settimane fa provato a classificare l’operazione come di ordine pubblico, ma nel confronto da fine agosto i toni del confronto con la Commissione europea sono andati alzandosi. La ultima reazione della Reding si spiega anche con la lettura della direttiva del ministro degli Interni francese che ha invitato a i prefetti ad agire specificamente contro i Rom. Viene così aperta una procedura d’infrazione per violazione delle norme sui diritti umani. A chiudere un dossier sulla situazione italiana: nel nostro paese, scrive Vladimiro Polchi, cresce la voglia di mandarli a casa, ma quanto alle iniziative «la politica dei comuni è come una coperta d’Arlecchino: tante iniziative quanti sono i campanili d’Italia». Il commento è di Adriano Prosperi: “L’internazionale della paura”: «sarà bene che l’opinione pubblica democratica si svegli: non si dimentichi che si sta discutendo della sorte di esseri umani… che cosa contino sul mercato di una coalizione che si presenta  a mani vuote davanti al paese in cerca di rilanci elettorali, lo abbiamo capito dal commento del governo all’episodio della sparatoria partita da navi vedetta italiane in mani libiche: pensavano forse che si trattasse di immigrati clandestini».

“Ecco perché Sarkò ha ragione” è il titolo e il taglio del pezzo di Ida Magli che apre in prima pagina de IL GIORNALE e prosegue nelle due pagine dedicate alla espulsione dei rom. La Magli scrive: «Convinciamoci  che dalla Ue è impossibile aspettarsi soluzioni. Dobbiamo augurarci che non ce ne fornisca mai perché comunque sarebbero  contro i nostri interessi e a favore degli immigrati. L’immigrazione è voluta, sollecitata, aiutata, non per le virtù di solidarietà,  di accoglienza di cui si vanta e che sono soltanto argomenti di facciata, per giunta poco credibili da parte di uno Stato».  Oltre la cronaca  l’intervista a Flavio Tosi, sindaco leghista di Verona, che dice: «Cambiamo la legge, delinquenti a casa loro». Cosa ne pensa delle espulsioni francesi: «Invitare uno ad andarsene sapendo che può rientrare è aria fritta». Cosa ne pensa la comunità romena di Verona? Tosi risponde: «Il rappresentante dei romeni ortodossi dice che l’espulsione della criminalità è giusta». Quanti sono i delinquenti: «Qualche decina, una minoranza rispetto agli oltre 8mila romeni residenti e regolari con lavoro, casa e figli che vanno a scuola».

Fotocopertina per il MANIFESTO di oggi dedicata allo scontro Ue-Sarkozy sulla questione espulsioni rom. Il titolo è “Figli di Pétain” e la foto raffigura di spalle Sarkozy e Berlusconi (unico in Europa ad essersi schierato al fianco della Francia). Fa riferimento al generale francese e poi capo del governo collaborazionista di Vichy dal 1940 al 1944, durante l’occupazione nazista, ma ovviamente – per assonanza – non solo a quello. Pagina due e tre sono anch’esse dedicate alla questione: oltre alla cronaca, un intervento di Thomas Hammarber (responsabile diritti umani del Consiglio d’Europa) che parte in prima e che critica le scelte francesi, così come un affondo del noto settimanale  “Le canard enchainé” contro il ministero dell’immigrazione d’oltralpe, accusato di conoscere il contenuto della circolare che sancisce le espulsioni, in cui è illegittimamente indicato il popolo rom come oggetto dell’azione di governo. Giorgio Salvetti, invece, fa il punto della situazione concentrandosi su Milano: “Piccoli Sarkozy di casa nostra” elencando espulsioni e contraddizioni della politica meneghina sull’immigrazione. Viene infine riportato un brano dal  testo “Sarkoberlusconismo” di Pierre Musso: «Governare con la paura è necessariamente complementare a governare con il sogno», ogni allusione è puramente gratuita, come a dire che tutto questo parlare di rom non è altro uno strumento politico di consenso, a Parigi… come a Milano.

Sulla vicenda rom IL SOLE 24 ORE sceglie un richiamo in prima pagina con foto di Berlusconi e Sarkozy per poi affidare il racconto della concitata giornata di ieri al corrispondente da Parigi. Oltre al botta e risposta fra il presidente francese e la responsabile per la giustizia della Commissione Ue Vivian Reding e alle prese di posizione degli altri capi di Stato, IL SOLE 24 ORE riferisce degli scontri interni al governo francese. La discordia, in particolare, si insinua fra i due ministri che si ritrovano a gestire l’espulsione dei rom: Brice Hortefeux, agli interni, e Eric Besson, responsabile dell’immigrazione. Proprio il secondo aveva assicurato alla Reding che la Francia rispettava «scrupolosamente» la legge europea che vieta la discriminazione sulla base delle origini etniche. In seguito è emerso che il riferimento a espellere prioritariamente i rom era contenuto in una circolare del ministro degli Interni. E’ uno dei motivi che ha fatto infuriare la Reding. Besson da parte sua ha ammesso di non essere a conoscenza di quel testo, scaricando così la responsabilità su Hortefeux, che però è intoccabile e amicissimo di Sarkozy.

AVVENIRE titola: “I rom? Prendeteveli voi. Scintille tra Sarkozy e la Ue” in prima a centro pagina, che richiama i servizi a pagina 7 sulla polemica immigrazione. Dopo la sfuriata del presidente francese si spacca il fronte europeo: mentre Barroso interviene e ribadisce che è vietata la discriminazione, l’Eliseo incassa l’appoggio di Berlusconi e anche la Merkel è contro la lussemburghese Viviane Reding per “i toni e i paragoni” con la Seconda guerra mondiale. Oggi a Bruxelles è previsto il regolamento di conti al Consiglio dell’Unione tra i leader dei Ventisette. Non solo rom però in Francia. Alla decisione di vietare il burqa sono dedicati due articoli di taglio basso. Uno riporta la svolta de Il Cairo che definisce giusta la legge. Secondo un esponente dell’università cairota di al-Azhar, spesso considerata come la principale istituzione d’interpretazione giuridica musulmana il velo integrale “non ha basi nella legge musulmana e non si trova nessun riferimento nel Corano e nella Sunna”. L’altro articolo segnala la posizione del presidente della Camera Fini che ha definito “doverosa” la decisione di Parigi sul burqa. Una posizione che secondo AVVENIRE “riavvicina” Fini al Carroccio. La Lega infatti sull’argomento preme e già domani presenterà un decreto legge identico a quello transalpino.

«Berlusconi-Sarko, sfida all’Ue» è il titolo di apertura della prima pagina de LA STAMPA. Nel catenaccio: «Rom il premier si schiera con l’Eliseo. Merkel e Usa: rispettare i loro diritti». Sono dedicate all’argomento le pagine 2 e 3 che si aprono con un articolo di Marco Zatterin da Bruxelles: «L’ira del presidente francese si materializza nel racconto di un gruppo di senatori appena ricevuti all’Eliseo. “Se li prenda lei, nel suo paese, i Rom”, sbotta Nicholas Sarkozy». Sulla figura della commissaria Lussemburghese Viviane Reding c’è un box dal titolo «Una Lady di ferro», la polemica partita dalle sue dichiarazioni viene approfondita nell’articolo di Domenico Quirico «Quel riferimento alla storia che ha fatto infuriare Parigi». Mentre il «retroscena» si occupa della sponda italiana. «Berlusconi in soccorso dell’”amico francese”»: Spunta l’asse Roma-Parigi. E sul divieto del burqa approvato dall’assemblée arrivano le lodi di Fini: opportuno e doveroso. Su quest’ultimo argomento, chiosa la Jena: «Una musulmana che vive in Francia si è tolta il burqa, ha visto Sarkozy e se l’è rimesso».

E inoltre sui giornali di oggi:

ADRO
CORRIERE DELLA SERA – Via Solferino torna sulla vicenda della scuola Miglio intervistando anche il sindaco Lancini che candidamente ammette di mandare il figlio nella scuola privata proprio di fronte a quella pubblica delle polemiche. Dice il primo cittadino: «Io ho frequentato quella scuola lì, mi sembra migliore di quella pubblica. Attenzione è un discorso generale, non un paragone fra la pubblica di Adro e la privata di Adro».   

BURQA
IL GIORNALE – Domani il Carroccio presenta alla Camera un disegno di legge ad hoc. D’accordo il PdL. Tanto che IL GIORNALE titola “Il no al burqa unisce la destra”. Il pezzo  parte dalle perplessità che sono all’interno della maggioranza  e che riguardano la necessità di una legge specifica visto che in Italia il mascheramento totale del volto è già proibito. «Spesso però si interpreta la legge in modo non chiaro», commenta il governatore del Piemonte Roberto Cota, e per questo la lega presenterà un ddl. «Che è uguale a quello francese», spiega Marco Reguzzoni capogruppo a Montecitorio per la Lega. Una proposta di legge, però, è già da tempo all’esame della commissione affari costituzionali della Camera, relatrice la finiana Souda Sbai che si batte per la difesa dei diritti delle donne. Un’infografica  spiega che in Belgio ad aprile è stata votata una legge che vieta alle donne d’indossare il burqa, a giugno in Spagna ha votato a favore di una mozione per bandire il burqa e infine in Francia il Senato ha approvato il divieto del velo integrale.

BANCHE
ITALIA OGGI – Non c’è solo l’islamic banking. Ci sono anche le banche cristiane e secondo il pezzo “Banche cristiane, affari per tutti. Con la benedizione” esse fanno anche affari divini. «Oggi» si legge nel pezzo «le banche cristiane in Germania  amministrano ogni anno un patrimonio di oltre 31 miliardi di euro e naturalmente offrono ai loro clienti buoni investimenti.  Le banche cristiane in Germania sono otto: cinque cattoliche e tre protestanti. Non investano in business che hanno a che fare con la commercializzazione dell’alcol, pornografia, tabacco, gioco d’azzardo. 

BIOTESTAMENTI
AVVENIRE – Nell’inserto “è vita” un’inchiesta traccia la mappa dei testamenti biologici nei Comuni italiani. Mentre il disegno di legge sui Dat (dichiarazioni anticipate di trattamento) è ostaggio delle incertezze politiche, più di 60 Consigli comuni e provinciali si sono arrangiati da soli cedendo alle pressioni dei radicali e varando registri dove depositare le proprie volontà. Di Alberto Gambino il commento che spiega perché i registri locali sono “inutili e costosi” perché «la Costituzione riserva allo Stato il potere di legiferare sull’ordinamento civile e non si possono avere diritti diversi secondo il luogo di residenza».

MINORI
LA STAMPA – «Minori, la battaglia di Trento. Scontro su affidamenti e adozioni: “Il Tribunale per i piccoli non serve più» è il titolo a pagina 22.  Dopo le polemiche seguite alla decisione «di ricorrere all’adottabilità» di una bambina perché la mamma è stata giudicata «inadeguata», alcuni avvocati chiedono l’abolizione del tribunale dei minori: «E’ un’istituzione inutile, meglio creare delle sezioni interne nelle strutture ordinarie». Rispondono i giudici «Il problema sono le competenze territoriali. E le risorse», afferma Laura Laera, presidente dell’Associazione dei magistrati minorili.  
 
PROTEZIONE CIVILE
ITALIA OGGI – “Ecco come cambia il vertice della Protezione Civile“. Il giornale dei professioni specula su chi potrebbe essere il sostituto del vice di Guido Bertolaso, Bernardo De Bernardinis che dal mese prossimo sarà il nuovo presidente dell’Ispra.  I rumors danno Titti Postiglione, responsabile della  sala emergenze Italia, in pole position. Il pezzo ricorda anche che il posto più ambito sarà quello di Guido Bertolaso. Il capo della protezione civile dovrebbe andare in pensione in novembre. Al suo posto dovrebbe andare l’ex 007 e prefetto all’Aquila Franco Gabrielli. 

AMBIENTE
LA STAMPA – Pagina 21, «Il Tar: niente asfalto nel parco delle Dolomiti: i giudici accettano il ricorso del Wwf contro una strada» è il titolo. Il tracciato, lungo 2 chilometri, avrebbe dovuto attraversare il parco naturale Puez-Odle, tra la malga Antersac e passo Juel, è «inserito dall’Unesco tra i siti patrimonio dell’Umanità». Contro il progetto «Gli ambientalisti hanno anche aperto un gruppo su Facebook raccogliendo 1400 firme a sostegno». Nei mesi scorsi «la giunta provinciale aveva approvato la delibera che dava il via ai lavori», ma ieri «gli ambientalisti hanno vinto la prima battaglia».

PAPA
AVVENIRE – L’apertura è dedicata al grido del Papa per il Kashmir: “Basta odio e violenza”. A pagina 4 il resoconto del’offensiva estremista nei Paesi islamici, dove la rivolta continua a bruciare con altre vittime in Kashmir, morti anche in Afghanistan e cortei a Mogadiscio. La pagina 5 è invece tutta dedicata alla visita di Benedetto XVI nel Regno Unito che inizia oggi.

CUBA
LA REPUBBLICA – Speciale su “L’ultima estate del socialismo”. Fidel tornato alla ribalta critica il modello comunista che non funziona più e annuncia una manovra di lacrime e sangue di stampo ultra-liberista, secondo Guido Rampoldi. Entro il 2011 saranno licenziati 500mila dipendenti pubblici (saranno un milione entro il 2015). Si annunciano aperture ai privati.

CINA
ITALIA OGGI – “Basta con il figlio unico in Cina”. La politica del controllo delle nascite ha i mesi contati. La Cina sta infatti per dare il via a una importante svolta nei confronti della politica del figlio unico. Il motivo? La popolazione sta invecchiando. «Entro il 2010, il 16% sarà costituito da ultrasessantenni, contro l’attuale 9%. Con questo vuol dire che la Cina diventerà ricca ben prima di diventare povera». Curioso e non trascurabile anche un altro aspetto. Dato che in Cina ci sono più maschi che femmine, il rapporto è 120 ragazzi per 100 ragazze, se si continua  con l’attuale politica «ci saranno 40 milioni di uomini che non potranno trovare moglie».

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