Sostenibilità

Italia: 20% dei Comuni rischia di scomparire

L'allarme riguarda 1.867 'mini-centri', abitati da meno di 2mila persone. La regione con il maggior numero di mini-centri 'a rischio' e' il Molise

di Gabriella Meroni

In Italia due comuni su dieci rischiano di scomparire. L’allarme riguarda 1.867 ‘mini-centri’, abitati da meno di 2mila persone e che rischiano di diventare ‘fantasmi’ a causa del progressivo spopolamento, dell’assenza di negozi, scuole, servizi pubblici e sanitari e della scarsita’ di turismo. La denuncia viene da Legambiente e Confcommercio che oggi hanno presentato la mappa dei comuni ‘in disagio’ e una proposta di legge per salvare quest’Italia ricchissima di storia e di cultura ma che viene trattata come un”’italia con la i minuscola”. L’allarme e’ stato condiviso dal ministro dell’Ambiente e del Territorio Altero Matteoli secondo il quale ”non possiamo permettere l’abbandono di questi comuni dove vivono appena 7 milioni di persone ma che rappresentano il 28% del territorio. Si rischierebbero gravi conseguenze ambientali”. Per il presidente di Confcommercio Sergio Bille’ la rinascita e la valorizzazione dei piccoli comuni disagiati passa anche attraverso una maggiore promozione delle attivita’ turistiche”: opportuna dunque ”una campagna pubblicitaria che spinga al ‘consumo’ italiano dal punto di vista turistico”. In Italia i comuni con meno di duemila abitanti sono 3.644 e di questi, il 51,2%, 1.867, e’ in difficolta’. La regione con il maggior numero di mini-centri ‘a rischio’ e’ il Molise con il 66,9%, seguita da Sardegna (52%) e Abruzzo (48,5%) mentre Veneto ed Emilia Rmagna risultano risparmiate dal fenomeno con il 3,4% e il 7,3% dei comuni. Dalla ricerca su ‘La piccola Grande Italia – Investire sul Belpaese, difendere i piccoli comuni’ presentata oggi emerge inoltre che le zone piu’ colpite sono concentrate al Sud e nelle isole, nelle aree interne del Centro e dell’entroterra appenninico ligure e piemontese, nell’alta Toscana e nelle province di Parma e Piacenza. Matteoli ha spiegato anche che il ministero dell’Ambiente sta studiando iniziative con il ministero delle Pubblica istruzione per far si’ che i ragazzi invece che andare all’estero visitino i piccoli comuni. ”Bisogna fare in modo che chi abita li’ continui a farlo, che i piccoli comuni non diventino solo ricoveri per anziani. E poi -ha detto Matteoli- bisogna valorizzare i sapori e le culture di questi piccoli centri”. Per Massimo Pacetti, presidente della Cia, nelle aree del ‘disagio insediativo’ bisogna ”incoraggiare e sviluppare le attivita’ connesse come l’agriturismo, la cura dell’ambiente, la difesa e la manutenzione del territorio, la salvaguardia della biodiversita”’. E una delle strade passa per i prodotti agricoli tipici come Dop, Igp, Doc e Docg. Per sostenere le attivita’ economiche, agricole, commerciali e valorizzare il patrimonio dei comuni con meno abitanti in Parlamento, Ermete Realacci, deputato della Margherita e presidente di Legambiente, ha presentato una proposta di legge che prevede fra l’altro anche incentivi e premi fino al 50% delle spese per chi si trasferisce nei piccoli comuni, per chi avvia un’attivita’ produttiva e in particolare il recupero di antichi mestieri e chi recupera antiche case. Ecco, in sintesi, alcuni dati sui comuni a rischio disagio: Area territoriale interessata: 84.000 kmq % sul totale nazionale: 27,8% Comuni a rischio disagio: 1.867 % sul totale nazionale: 23% Area territoriale interessata: 50.000 kmq % sul totale nazionale: 16,6% In questi comuni inoltre: – risiede soltanto il 6,2% della popolazione; – si concentra il 22,2% della superficie italiana destinata all’agricoltura; – la popolazione sopra i 64 anni rappresenta il 34% del totale, un valore superiore del 20% rispetto alla media nazionale; – si esprime un reddito di 248mila miliardi, che influisce sulla quota globale nazionale solo per il 2,7%; – vi vive solo il 3,5% degli studenti italiani – con un incidenza sulla popolazione pari quasi alla metà della media nazionale; Nello scenario nazionale, i mini-comuni sono concentrati quasi l’80% in Val d’Aosta, il 73,5% in Molise, Il 73,1% in Piemonte, il 67,8% in Trentino Alto Adige, il 61,6% in Abruzzo, il 59,6% in Liguria, il 54,1% in Sardegna, il 45,5% in Lombardia: i comuni con meno di 2.000 abitanti rappresentano una quota consistente, e in alcuni casi prevalente, del nostro territorio.


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