Paola Marchigiani

«Fare Servizio civile a Casa Ronald mi ha cambiato la vita»

di Antonietta Nembri

La giovane volontaria racconta l’esperienza fatta nella struttura della Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald a Brescia. Una laurea in giurisprudenza in tasca e il desiderio di mettersi alla prova sono state la molla che l’hanno spinta a fare domanda. Ora, quasi al termine dell’anno di Scu, è sempre più convinta: «Tutti nella vita almeno una volta dovrebbero poter fare questa scelta»

Il suo è un sorriso contagioso. Tutto nel suo volto trasmette entusiasmo. Lei è Paola Marchigiani, 27 anni originaria della provincia di Napoli, vive a Brescia da un paio d’anni. «Ero venuta qui per lavoro», racconta la giovane laureata in giurisprudenza che da quasi un anno è impegnata nel Servizio civile universale a Casa Ronald McDonald, la struttura di accoglienza per le famiglie dei bambini in cura negli ospedali bresciani realizzata dalla Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald Italia.

Come è nata l’idea di fare il servizio civile a Casa Ronald?

Ero a Brescia da un po’ e volevo fare volontariato. Mi sono guardata in giro e tra le varie realtà bresciane ho scoperto Casa Ronald. Però eravamo ancora in periodo Covid e non era possibile. Stavo cercando lavoro ed è uscito il bando del Servizio civile, tra le tante proposte ho visto che c’era anche la struttura della Fondazione McDonald e ho mandato la mia candidatura. E dal 25 maggio 2022 sono qui

Quali sono i suoi compiti?

In casa mi occupo di accogliere i nuovi arrivati, mi occupo del check-in, di riordinare gli spazi e di organizzare degli eventi, come le pizzate nel nostro laboratorio, opero a stretto contatto con lo staff della Casa. In questi mesi sono stata impegnata anche in attività fuori, come un banchetto in ospedale a Milano e una raccolta fondi per sostenere le attività delle Case McDonald.

Che tipo di eventi si organizzano in Casa Ronald?

A volte ci sono dei pasti in comune, le merende ma soprattutto la domenica mattina proponiamo una colazione per le famiglie ospiti, a volte ci sono anche i clown per poter alleggerire un poco l’atmosfera. Una volta facendo un laboratorio con i bambini, uno di loro mi ha chiesto una pizza a forma di drago… anche se non è venuta benissimo lui era strafelice. È stato un momento speciale che mi ha fatto sentire davvero a casa e con la voglia di ringraziare per il fatto di fare questa attività.

Si tratta della prima esperienza nel mondo del volontariato?

No. A Caivano il paese del napoletano in cui sono nata partecipavo agli incontri dello spazio giovani organizzati per prevenire la devianza minorile. Caivano vive una realtà non sempre facile per i ragazzi. Così si organizzavano incontri e attività per evitare che rimanessero soli in strada…

Dopo questi mesi qual è il bilancio di questa esperienza?

Sicuramente positiva. Devo dire che Martina (Martina Ferrari è l’house manager di Casa McDonald a Brescia-ndr.) mi ha spinto a superare un mio limite: all’inizio ero un po’ chiusa. Poi ho imparato a usare bene Excel e quindi sono cresciuta anche a livello professionale. Ma devo dire che il principale insegnamento che ho ricevuto da questa esperienza è un cambio di visione: di fronte alla sofferenza dei genitori di questi bambini malati che ospitiamo mi sono resa conto che mi lamentavo troppo per cose poco importanti. Devo dire che anche i quattro giorni del Movi con altri ragazzi del servizio civile sono stati significativi. Al termine avevo recuperato fiducia nel genere umano, è stata un’esperienza di condivisione con tanti giovani che fanno attività di volontariato


Nel video la testimonianza di Paola

Ha acquisito nuove skill per il suo futuro lavorativo?

Precisione e puntualità. La mia formazione giuridica mi ha aiutato anche solo fare il check-in e spiegare ai genitori quali fossero le attività, ma soprattutto il tipo di attenzione che si doveva dare ai minori, i limiti. Non farò l’avvocato, punterò all’insegnamento.

Un’esperienza che consiglierebbe?

Assolutamente sì. Innanzitutto il Servizio civile aiuta a non limitare le occasioni e capire quale percorso intraprendere. L’Università da questo punto di vista aiuta poco. L’esperienza che ho fatto non solo ha cambiato la mia visione della vita in generale, ma mi ha anche dato la possibilità di capire come stare su un posto di lavoro. Credo che tutti almeno una volta nella vita dovrebbero vivere una situazione come questa perché ti fa crescere. Io la consiglierei anche ai miei genitori, direi loro «venite a fare volontariato».


Per avere informazioni sul Servizio civile con la Fondazione per l'infanzia Ronald McDonald hr.fondazione@it.mcd.com

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