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Zuppi a Mosca: riportare l’umano nell’attuale logica di scontro mortale

La difficile missione che Papa Francesco si è assunto è quella di riportare l’umano nell’attuale logica di scontro mortale. Non è per caso che la nota Vaticana di ieri abbia sottolineato che "Scopo principale dell'iniziativa è incoraggiare gesti di umanità”

di Alexander Bayanov

La visita del cardinale Zuppi a Mosca probabilmente non sarà la chiave per cambiare la situazione politica legata alla guerra in Ucraina, sebbene una tale svolta non possa essere esclusa. È il fatto stesso di questa visita a costituire una sfida per l'umanità. Cos'è questa umanità, nel mondo moderno impoverito di amore?

La guerra come condizione del tessuto normale della società non è qualcosa di naturale per l’uomo. Nel mondo moderno, la guerra è il risultato di un costrutto umano realizzato interamente su nozioni ideologiche e pregiudizi verso l'altro. Copriamo il “nemico” di tali e tante immagini da privarlo completamente dell'umanità. È quello che vediamo anche in questa guerra: da parte russa, gli ucraini sono nazisti, da parte ucraina i russi sono "orchi". Altrimenti l'immagine propagandistica del nemico è insostenibile. Se il nemico è uguale a me, allora perché è nemico?

La difficile missione che Papa Francesco si è assunto è quella di riportare l’umano nell’attuale logica di scontro mortale. Ricordiamo le immagini dell'inizio di questa guerra, in cui Francesco, zoppicando e ignorando tutti i protocolli diplomatici, si recò a piedi all'ambasciata russa in Vaticano. Non è per caso che la nota Vaticana di ieri abbia sottolineato che "Scopo principale dell'iniziativa è incoraggiare gesti di umanità, che possano contribuire a favorire una soluzione alla tragica situazione attuale e trovare vie per raggiungere una giusta pace"

La prima parte della missione del cardinale Zuppi è stata in Ucraina. Non è stato facile per l’Ucraina essersi trovata in questa situazione: è stata vittima di un'aggressione immotivata e crudelissima, non c'è altra definizione possibile. Perché questo è un fatto importante e indiscutibile, che esclude tutte le possibili interpretazioni secondo cui non tutto è così semplice. Nelle ferite che la Russia ha inferto alla società ucraina si avverte il dolore e il desiderio di vendetta. Ma lo scopo di Zuppi non era risolvere il conflitto all'istante, ma cercare di mostrare l'umanità sofferente. Essa è sempre la prima vittima di ogni conflitto, fragile, insicura, ingannata dalle autorità, inconsapevole di se stessa, a volte senza più speranza.

Ripeto che difficilmente vedremo una svolta a Mosca. La visita sarà probabilmente accolta con freddezza e diffidenza, e non saranno d’aiuto nemmeno i drammatici avvenimenti della scorsa settimana, con il tentato golpe militare. È improbabile che l'incontro con il Patriarca porti ad una soluzione positiva, né a dichiarazioni positive.

Si può immaginare che questa visita, in realtà, sia per Mosca estremamente vantaggiosa dal punto di vista politica. Mosca è “sotto assedio”, dall'inizio della guerra non ci sono praticamente state visite internazionali di alto livello. In questo contesto, la visita di Zuppi può essere presentata come una visita di Stato e utilizzata a fini propagandistici.

Ma è anche possibile che qualcosa cambi improvvisamente nella testa di Putin e il mondo abbia almeno una pausa, almeno un piccolo passo avanti verso i negoziati. Del resto questo momento particolare potrebbe rivelarsi favorevole: spaventati dalla ribellione di Prigozhin, e quindi dall'instabilità del sistema politico in Russia responsabile del controllo sulle armi nucleari i paesi occidentali hanno subito avviato contatti informali con la leadership russa.

Ma la stessa proposta di Zuppi, trasmessa da papa Francesco e condivisa da lui personalmente, riguarda tutt'altra cosa, è al di sopra di ogni logica politica: è una genuina visione cristiana, piena di amore per l'umanità ferita, che chiede di smettere, smettere di uccidere, smettere di sacrificare tante giovani vite sull'altare della guerra.

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