Welfare
Refugees Welcome Italia: «In un anno 780 rifugiati accolti in famiglia»
Le relazioni sociali siano fondamentali per l’integrazione delle persone rifugiate. «Sono le relazioni significative che consentono a una persona di fiorire di nuovo, pur dopo molte difficoltà legate ai traumi di una migrazione forzata. Facilitare la nascita di questi rapporti di amicizia e sostegno reciproco, che altrimenti non esisterebbero, è il senso del nostro lavoro», spiega Fabiana Musicco, direttrice di Refugees Welcome Italia
di Redazione
Cambiare positivamente la vita di oltre 780 persone dimostrando come le relazioni sociali siano fondamentali per l’integrazione delle persone rifugiate è il risultato raggiunto da Refugees Welcome Italia nell’ultimo anno e mezzo. In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, che si celebrarà il prossimo 20 giugno, l’associazione fa un bilancio delle proprie attività analizzando in particolare i risultati raggiunti grazie ai progetti di accoglienza in famiglia e mentoring.
Per quanto riguarda l’accoglienza in famiglia, l’ultimo anno ha visto il lavoro dell’associazione focalizzarsi soprattutto sul fronte della crisi ucraina: dall’inizio della guerra ad oggi, sono circa 425 le persone ucraine, di cui circa 200 minori, accolte in famiglie italiane con il sostegno di Refugees Welcome. Si tratta per la maggior parte di donne con minori o giovani ucraini arrivati da soli in Italia. Come Nadyia, accolta insieme alle sue due bambine da una famiglia milanese, oppure Anastasia, studentessa di 18 anni che oggi vive in provincia di Roma con una coppia italiana con due figli piccoli.
«Risultati soddisfacenti per l’associazione anche sul fronte del mentoring, dove spicca in particolare il progetto Community Matching, realizzato da Refugees Welcome Italia con Unhcr Italia e Ciac, grazie al sostegno dei fondi dell’8×1000 di Soka Gakkai», si legge nella nota stampa dell'associazione. «Nato con l’obiettivo di creare relazioni di amicizia e favorire percorsi di integrazione, il Community Matching promuove l’incontro tra rifugiati e comunità locali ed è attivo in 10 città italiane (Bari, Bergamo, Bologna, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Parma, Roma e Torino). Al 31 dicembre 2022 sono 358 i match avviati che hanno coinvolto persone di 41 nazionalità diverse».
L’impatto del progetto è stato misurato attraverso una ricerca che, analizzando 115 match, ha confermato l’impatto positivo su tutti gli aspetti della vita dei protagonisti, dalla stabilizzazione lavorativa a quella abitativa, dalla salute al senso di sicurezza, dall’apprendimento della lingua italiana all’orientamento ai servizi e al territorio.
I dati evidenziano infatti che, a distanza di solo sei mesi dall’avvio del percorso, il 50% dei rifugiati ha migliorato il livello di conoscenza della lingua italiana e si è registrato un aumento del +25% delle persone hanno trovato un lavoro e del 17% di coloro che hanno registrato un contratto di affitto. Infine, è emerso che l’86% dei rifugiati ha riportato un aumento del benessere generale proprio grazie alle relazioni costruite attraverso il Community Matching.
Sono tante, infatti, le storie di amicizia, come quella tra Ruth e Silvia, coetanee, una nigeriana, l’altra italiana, che condividono la passione per la cucina e amano scambiarsi ricette tipiche dei rispettivi paesi e cucinare insieme. Oppure quella fra Maria Rita e Viktoria, una italiana, l’altra ucraina, entrambe madri single che hanno creato in questi mesi un sincero legame di amicizia e sostegno reciproco.
«Sono le relazioni significative che consentono a una persona di fiorire di nuovo, pur dopo molte difficoltà legate ai traumi di una migrazione forzata. Facilitare la nascita di questi rapporti di amicizia e sostegno reciproco, che altrimenti non esisterebbero, è il senso del nostro lavoro», dice Fabiana Musicco, direttrice di Refugees Welcome Italia.
Credit Foto Facebook Refugees Welcome Italia
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