Non profit

5 per mille, se non firmi ci perdi tu

Al via la campagna di comunicazione di VITA sul 5 per mille, "Se non firmi, ci perdi tu". Cos'è, a cosa serve e come fare per destinare a chi vuoi tu il 5 per mille della tua Irpef: in vista della prossima dichiarazione dei redditi, una guida digitale risponde a tutte queste domande. Dodici organizzazioni presentano il loro impegno per dare risposte ai bisogni più diversi e un podcast ricco di testimonianze fa toccare con mano come il tuo 5 per mille cambia in meglio la vita di tante persone

di Sara De Carli

Se non firmi, ci perdi tu: è questo lo slogan della nuova campagna di VITA sul 5 per mille, con un nuovo sito dedicato (5×1000.vita.it), una guida completa al 5 per mille con tutti i numeri e le FAQ e soprattutto con tanti contenuti digitali – la novità del 2022 – per raccontare lo straordinario impatto di questo strumento.

Dal 2006 gli italiani nelle loro dichiarazioni dei redditi possono devolvere una quota della propria Irpef (pari appunto al 5 per mille del totale) per sostenere realtà del Terzo settore e altri soggetti impegnati in azioni di utilità sociale, negli ambiti più diversi, che lavorano sotto casa o dall'altra parte del mondo. È un gesto che non costa nulla, poiché si tratta di denari che comunque verseremmo: chi non firma, semplicemente, lascia integralmente la propria Irpef nelle disponibilità dello Stato, rinunciando ad un esercizio di libertà.

Gratuità e libertà, le parole-chiave del 5 per mille

Gratuità, impatto, libertà sono proprio le parole-chiave che accompagnano il tradizionale appuntamento di VITA con la campagna “5 per mille, comunichiamolo insieme”, che questa volta mette al centro il cittadino e la sua azione. Fra tanti bisogni ed emergenze, infatti, ciascuno di noi ogni anno può scegliere dove costruire risposte e dove fare la differenza. Basta una firma nella dichiarazione dei redditi, senza metterci neanche un euro in più.

Dal 2006 ad oggi con questo strumento gli italiani hanno destinato oltre 7 miliardi di euro per sostenere le azioni di utilità sociale realizzate da realtà e organizzazioni di vario tipo, da quelle che operano nel Terzo settore a chi fa ricerca sanitaria, dalle iniziative sociali dei Comuni fino ai gestori di parchi e aree protette. Ogni anno più di 16 milioni di italiani destinano il 5 per mille, ma per ogni cittadino che firma ce ne sono altrettanti che ancora non lo fanno. Una recente ricerca ha mostrato che benché oltre 9 italiani su 10 abbiano sentito parlare del 5 per mille, solo 6 su 10 sanno che è gratuito. Molti italiani ancora temono che mettendo la propria firma nel riquadro del 5 per mille “ci si perda qualcosa” e magari si vadano a versare più tasse: non è così.

Il 5 per mille vale tantissimo, ma non ti costa nulla.
Il 5 per mille ti permette di fare la differenza, esattamente dove vuoi tu.
Il 5 per mille fa guadagnare tutti: ci guadagni tu, perché eserciti la libertà di scegliere dove vuoi che vadano i tuoi soldi e di indicare allo Stato quali sono le priorità a cui dare risposta; ci guadagnano centinaia di migliaia di persone, che grazie a te avranno nuove opportunità; ci guadagnano gli enti, che possono migliorare i loro servizi. Ci guadagna l’Italia, che cresce in coesione sociale e in partecipazione.
Per questo se non firmi ci perdi tu.
Perdi l'occasione di esercitare la tua libertà e perdi l'opportunità di lasciare il segno.

Chi merita la tua fiducia?

Tra oltre 72mila enti iscritti agli elenchi del 5 per mille, però, per chi mettere la propria firma? Ricerca, salute, povertà, migranti, educazione, ambiente, diritti, cultura… le possibilità sono infinite. Per questo VITA presenta 12 organizzazioni che meritano la fiducia dei contribuenti: Andrea Bocelli Foundation, Abio, Agop, Ail, Aism, Centro Cardiologico Monzino, Coopi, Dynamo Camp, Famiglie Sma, Lega del Filo d’Oro, Progetto Arca e Telefono Azzurro. Di ognugna di esse raccontiamo in presa diretta l'impegno quotidiano, andando a “toccare con mano” in cosa si traducono concretamente le risorse del 5 per mille (leggi tutti i longform nelle correlate). Un racconto che quest'anno si arricchisce anche del podcast "La buona tassa" e delle dirette Instagram: nuovi linguaggi e nuovi strumenti per raggiungere un pubblico sempre più ampio.

"La buona tassa" è un podcast originale di VITA che racconta come ogni contribuente con il 5 per mille può cambiare in meglio la vita delle persone, senza metterci neanche un euro. Realizzato da Luca Cereda, il podcast raccoglie le testimonianze di pazienti e medici, genitori di bambini con disabilità, ricercatori, persone fragili… persone che hanno ricevuto sostegno da queste 12 organizzazioni, proprio attraverso servizi o attività realizzati grazie al 5 per mille. Un grande racconto a più voci che restituisce in maniera diretta ed empatica l'impatto 5 per mille.

Qui l'indice del podcast, puntata per puntata.

Episodio 0 – Intro
Episodio 1 – Abio
Episodio 2 – Agop
Episodio 3 – Ail
Episodio 4 – Aism
Episodio 5 – Coopi
Episodio 6 – Fondazione Dynamo
Episodio 7 – Famiglie Sma
Episodio 8 – Fondazione Lega del Filo d'Oro
Episodio 9 – Fondazione Progetto Arca
Episodio 10 – Telefono Azzurro
Episodio 11 – Centro Cardiologico Monzino
Episodio 12 – Andrea Bocelli Foundation

Perché questo titolo, forse un po' azzardato? Perché nonostante oltre quindici anni di tantissima comunicazione sul 5 per mille, la realtà dei fatti ci dice le firme stanno calando e che moltissimi italiani non hanno ancora compreso che il 5 per mille è gratuito e che lo è esattramemente in quanto si tratta di una quota dell'Irpef che il cittadino comunqe verserebbe allo Stato. Il 5 per mille – è vero – non è una tassa di scopo a sostegno del non profit, non è un prelievo aggiuntivo: è una piccola parte delle tasse che verseremmo, su cui lo Stato "cede potere", lasciando al contribuente la libertà di indicare la realtà a cui destinare quelle risorse. Ma se vogliamo arrivare a più persone, con le modalità sintetiche, dirette e semplificate che oggi la comunicazione impone, forse non possiamo più parlare di "straordinario strumento di sussidiarietà fiscale". Con il titolo "La buona tassa" abbiamo quindi provato a dire che sì, caro cittadino, stiamo parlando delle tue tasse, quelle che comunque verseresti, non un euro di più, non un euro di meno. Ma nelle tue mani, ogni anno, hai la grande opportunità di scegliere dove mettere una piccola quota di questi tuoi soldi e di dire allo Stato ciò su cui per te è più importante investire e dare risposte: è questo il 5 per mille, un esercizio di libertà, per la costruzione del bene comune.

Dove il 5 per mille ha fatto la differenza

Sul sito dedicato, www.5×1000.vita.it, per tratteggiare l’impatto del 5 per mille, abbiamo individuato cinque ambiti che negli ultimi anni sono stati particolarmente rilevanti per il Paese e abbiamo chiesto ad altrettanti osservatori di raccontarci cosa non ci sarebbe stato senza il 5 per mille. Parliamo quindi di salute con Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva; di povertà con Antonio Russo, portavoce di Alleanza contro la povertà; di infanzia e educazione con Arianna Saulini, portavoce del Gruppo CRC; di ambiente con Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente; di cooperazione e accoglienza dei migranti con Silvia Stilli, presidente di Aoi.

Infine le sfide per il futuro del 5 per mille, dall’informazione alla rendicontazione fino alla possibilità (auspicata) che l'Ente possa ringraziare il singolo cittadino che lo ha scelto, destinandogli il suo 5 per mille: le affrontano in tre videointerviste Vanessa Pallucchi portavoce del Forum del Terzo Settore, Gabriele Sepio segretario generale di Terzjus e Cosimo Finzi direttore di Astra Ricerche.

Fai la differenza, metti la tua firma.


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