Famiglia
La casa accogliente di Rosemary
Da cinque anni a Torino, grazie al programma di Sos Villaggi dei Bambini “Come a casa”, ad andare in affido non sono solo i minorenni, ma i bambini con le loro mamme single. Ad accoglierli sono donne e nuclei familiari di connazionali. Negli anni è nata una rete di famiglie affidatarie interculturali. La testimonianza di Rosemary, da 17 anni in Italia, che da qualche anno ha aperto la porta all’accoglienza
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Tre anni fa Rosemary Owie, donna e mamma nigeriana da 17 anni in Italia, ha iniziato a sostenere come famiglia di appoggio diurno L. allora sedicenne con la sua bambina neonata. La piccola aveva problemi di salute e la madre non era in grado di seguirla nel modo migliore.
Ed è qui che è entrato in campo il Programma “Come a casa” di Sos Villaggi dei Bambini: una rete di famiglie affidatarie interculturali che fa sì che ad accogliere siano donne e nuclei di connazionali (ne abbiamo parlato qui ).
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«Per me è stato naturale perché quando sono arrivata qui in Italia anche io sono stata aiutata», ricorda Rosemary (nella foto). «Aiutare L. è stato facile perché anch’io ho vissuto la stessa esperienza di spaesamento. Quando ho incontrato Sos Villaggi dei Bambini e il suo aiuto ho imparato sia cosa fare con i bambini, sia a comportarmi nel modo giusto con le altre mamme».
Uno degli obiettivi del Programma è quello di non separare i minorenni dalle loro madri e allo stesso tempo accompagnare le donne a integrarsi nel nostro Paese. «La cosa più difficile è che qui è tutto diverso rispetto alla Nigeria, all’Africa. La prima cosa è la lingua», osserva ancora Rosemary.
Una volta diventata maggiorenne L. con la sua bambina sono divenute autonome e sono uscite dal Programma. «È stata una bella esperienza e non è stata la prima» continua Rosemary. «La prima mamma con bambino che ho aiutato era un’altra giovane nigeriana che oggi si è sposata. Siamo rimaste in contatto. Ed è questo il bello di questa esperienza: capire che da sole non ce la si può fare, serve un aiuto per camminare poi con le proprie gambe», conclude la donna che sottolinea un altro aspetto: «la sorellanza, l’amicizia tra donne», la creazione cioè di quei legami di vicinanza che chi vive lontano dalle proprie famiglie e dalla propria terra fatica a ritessere.
In apertura un'immagine del Programma "Come a casa" di Sos Villaggi dei Bambini – foto da ufficio stampa