Economia

Piccole e medie imprese: arriva l’indice che premia la sostenibilità

L'università Bocconi ha elaborato assieme a Crif e Ambromobiliare l’Esg index, utile per valutare le performance Esg delle Pmi italiane italiane quotate nel listino speciale Euronext growth milan. Un'occasione per trenta aziende quotate

di Nicola Varcasia

Gli investimenti e i dati relativi all’attuazione dei criteri Esg nelle grandi aziende hanno raggiunto livello avanzato. Non si può dire lo stesso delle aziende di più piccola dimensione e capitalizzazione, dove sono ancora limitate sia la disponibilità di dati di valutazione di sostenibilità sia le possibilità di investimento più mirate all’attenzione verso la sostenibilità.

Un contributo in merito arriva dalla collaborazione tra il Repair lab della Sda Bocconi, Crif, azienda specializzata in sistemi di informazioni creditizie e l’advisor Ambromobiliare, che hanno elaborato l’Esg Ita growth index per la valutazione Esg delle piccole e medie imprese quotate nel comparto Euronext growth milan. L’obiettivo della ricerca è stato proprio quello di realizzazione di un benchmark finanziario in ottica Esg che contribuissse a promuovere la sostenibilità per le aziende a più bassa capitalizzazione, dal momento che non esistono ancora paradigmi e standard valutativi condivisi.

Secondo Michele Calcaterra, direttore operativo di Repair lab e senior lecturer di entrepreneurial finance di Sda Bocconi, «Il benchmarking di questo comparto di quotazione è propedeutico alla realizzazione di nuove strategie di asset allocation e, quindi, alla definizione di prodotti finanziari investibili Esg che abbiano come sottostante le cosiddette Smcap industries, ad esempio i Pir, ossia i piani individuali di risparmio».

In pratica, l’indice ha il compito di aiutare ad analizzare gli aspetti Esg nelle aziende quotate a più bassa capitalizzazione, permettere agli investitori di ricorrere ad uno strumento che individui le Pmi pù sostenibili e accrescere la liquidità delle società quotate nell'Euronext growth milan (Egm) in termini di impatto ambientale, sociale e di governance.

Ma come viene calcolato il livello Esg della singola azienda? Attraverso un’analisi che comprende informazioni di natura pubblica, ad esempio il report sostenibilità, oltre che mappe di rischio di fisico e di transizione e informazioni sulle emissioni di gas serra. Il patrimonio informativo è elaborato attraverso modelli, scenari macro-economici e climatici e benchmark settoriali uniti a metodologie di machine learning secondo una procedura elaborata da Crif.

Raccolti i dati, le aziende idonee sono state individuate applicando tre parametri di valutazione: governance, liquidità e dimensioni. A livello di governance, è emerso che circa il 50% delle aziende quotate sul segmento Euronext growth milan mostrano un livello alto di attenzione a una governance sostenibile); rispetto alla liquidità sono state escluse le aziende con un livello di scambi troppo basso, che non le renderebbe realmente investibili; quanto al market cap, è stato definito un livello di capitalizzazione tra 10 e 500 milioni di euro.

Sulla base di questo lavoro sono le 30 piccole e medie imprese quotate ad aver ricevuto il riconoscimento come Esg best in class, appartenenti ai settori industria, health care, energia, telecomunicazioni e produzione di beni di consumo discrezionali (secondo la terminologia anglosassone “consumer discretionary”).

Le aziende selezionate sono: Nusco, Franchi umberto marmi, grifal, cover 50, Ilpra, Gel, Ecosuntek, Gibus, Sciuker frame, Masi agricola, Alton green storage, Labomar, arterra bioscience, Giglio.com, Trawell, Officina stellare, Convergenze società benefit, Easy life, Askoll eva, Esi, Racing force, Take off, Farmae’, Confinvest, Fervi, Intred, Matica fintec, Fope, Alfio bardolla training group, Unidata.

Foto di Scott Graham su Unsplash

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