Mondo
Francesco, i 10 anni del Papa sociale
È passato un decennio dal 13 marzo 2013, quando il cardinale-arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, si affacciò dal balcone di piazza San Pietro. VITA ripercorre questi 3.650 giorni con un racconto del vaticanista Lucio Brunelli che rilegge il pensiero di Francesco, alla luce dei molti temi sociali affrontati: dalla povertà agli anziani, dalle diseguaglianze all'immigrazione. Temi dai quali alcuni esperti riflettono più specificatamente: Zamagni sulla "fraternità", Saraceno sulla "povertà", Armeni sulla "donna", Bruni sull'"economia", Petrini sullo "scarto", Bernardini sulla "pena", Concia sui "diritti" e Bonacina sul "volontariato". Segue un'ampia galleria di dirigenti del Terzo settore che raccontano come questo pontefice abbia profondamente cambiato il loro modo di intendere l'impegno civico e la responsabilità sociale
«“Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri”. Era un sabato mattina, tre giorni appena dopo l’elezione, il nuovo Vescovo di Roma mise da parte i fogli del discorso preparato e a braccio cominciò a raccontare». Lucio Brunelli, per anni vaticanista del Tg2, racconta per VITA il primo decennio di pontificato di Jorge Mario Bergoglio. Anniversario che ricorre a giorni, essendo stato eletto al Soglio petrino il 13 marzo del 2013.
Nel numero del mensile che troverete a giorni in edicola ma che potete già acquistare qui, Brunelli ripercorre i dieci anni che hanno forse rivoluzionato la Chiesa cattolica quasi come un Concilio.
VITA ha chiesto al vaticanista un racconto “sociale” di Francesco, ossia di rintracciare – in un magistero che ha costretto 1,3 miliardi di cattolici nel mondo a ripensare la propria fede in alcuni suoi passaggi centrali – i riferimenti più stretti a temi come povertà, pace, diritti, immigrazione, diseguaglianze. «Fin dalla sua elezione», scrive Brunelli, «Bergoglio non parla solo di una Chiesa dalla parte dei poveri, ma del desiderio di una “Chiesa povera”». E ancora: «Non c’è solo desiderio nelle parole del Papa. C’è giudizio. Un giudizio lucido su meccanismi economici e sociali»
Al lungo e articolato racconto di Brunelli, contrappuntato dalle più belle e significative foto di questi dieci anni, si affianca l’intervento di un altro giornalista e amico di Bergoglio, Alver Metalli, un italiano che da tempo vive in Argentina, in una periferia povera di Buenos Aires, Villas Miseria. Metalli racconta di quando l’arcivescovo di Baires lavava i piedi ai giovani di un centro di recupero per tossicodipendenti in un sobborgo della capitale, offrendo il ritratto di un cardinale che mescolava volentieri la sua porpora alla frangia più emarginata e sofferente del suo popolo.
Un altro capitolo di questo racconto, VITA lo scrive con le testimonianze di studiosi, attivisti, intellettuali, giornalisti su alcuni grandi temi “sociali” del decennio francescano. Come “fraternità” su cui ragiona l’economista Stefano Zamagni, o come “povertà” di cui si occupa la sociologa Chiara Saraceno, mentre la giornalista e femminista Ritanna Armeni affronta il tema “donna” e Luigino Bruni, un altro accademico, tratta l’“economia”. Per la parola “pena” è stata scelta Rita Bernardini, presidente di Nessuno tocchi Caino, di “scarto” si occupa l’attivista e scrittore Carlin Petrini, mentre su “diritti” interviene Anna Paola Concia, storica leader Lgbt. Chiude la serie Riccardo Bonacina, che ricorda quanto il Papa apprezzi il “volontariato”, come ha confessato lui stesso: “Io ho trovato tre cose in Italia che non ho visto da altre parti. Una di queste tre cose è il forte volontariato del popolo italiano, la forte vocazione al volontariato. È un tesoro: custoditelo! È un tesoro culturale vostro, custoditelo bene!”. TDa parte di ognuno, un’analisi approfondita della portata di alcuni passaggi storici dell’azione bergogliana su certe questioni. «Uno dei primi atti di governo di Francesco», scrive la radicale Bernardini, «fu l’abolizione dell’ergastolo in Vaticano. Lo fece nel luglio 2013, pochi mesi dopo esser stato eletto. Un messaggio anche per l’Italia: la nostra Costituzione dice che “le pene” non possono essere contrarie al senso di umanità». Le fa eco Petrini: «Il Papa», sottolinea il fondatore di Slow Food, «concepisce la lotta allo scarto come impegno a porre fine alle forme di ingiustizia che impediscono l’emancipazione umana. Nulla ci deve spaventare in questo compito a cui siamo chiamati, credenti o non credenti».
«ll pontefice», ricorda Armeni, «non è la soluzione del problema delle donne nella Chiesa. Ma, e questo va detto con fiducia e speranza, è un’occasione. Un’occasione per le donne della Chiesa che possono trovare un terreno più fertile, una comprensione senza pregiudizi, un ascolto attento».
Il terzo e ultimo capitolo è invece dedicato all’impatto degli insegnamenti di Francesco nella visione e nell’azione di alcuni protagonisti dell’associazionismo italiano. «Abbiamo chiesto», spiega il direttore Stefano Arduini, «ai dirigenti di alcune delle maggiori organizzazioni di Terzo settore di rispondere a questa domanda: come l’incontro con Francesco ha impattato sul modo di agire della loro realtà? Quale è stato, in altre parole, il segno indelebile e concreto del magistero sociale del Papa argentino». Hanno risposto in molti: Emiliano Manfredonia, presidente nazionale Acli, don Marco Bove presidente Fondazione Sacra Famiglia, Rossano Bartoli presidente Lega del Filo d’Oro, don Antonio Mazzi, presidente di Exodus, Giampaolo Silvestri segretario generale Avsi, Domenico Giani presidente nazionale della Confederazione delle Misericordie, don Vincenzo Barbante presidente Fondazione Don Carlo Gnocchi, Francesco Vacca presidente nazionale Aism, Marina Casini presidente Movimento per la Vita, padre Giuseppe Bettoni presidente Fondazione Arché, Massimo Maggio direttore Cbm Italia, Regina Catrambone fondatrice Moas, don Daniel Antúnez presidente Missioni Don Bosco, Flavia Petrin presidente Aido, Marco Griffini presidente Aibi, Giovanni Bruno presidente Fondaz. Banco Alimentare, Loris Cavalletti presidente nazionale Anteas, Roberta Vincini e Francesco Scoppola presidenti comitato nazionale Agesci, Agostino Sella presidente Associazione Don Bosco 2000, Maria Chiara Roti dg fondazione Ronald McDonald.
Non (o non solo) ricordi personali, memorie di incontri, ma la constatazione di quanto le parole e le scelte di colui che vorrebbe la Chiesa «ospedale da campo» abbiano inciso nel loro modo di concepire l’azione volontaria, l’impegno civico, la responsabilità sociale.
La copertina del numero dedicato a papa Francesco è stata firmata da Martoz, al secolo Alessandro Martorelli, classe 1990. Da Assisi: tout se tient, "tutto torna" come diceva Pascal.
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