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Servizio civile, i dati ufficiali confermano: più posti, ma meno domande

«Il tema dell’adesione dei giovani all’esperienza di servizio civile è complesso - afferma Laura Milani presidente della Cnesc, la Conferenza nazionale degli enti di servizio civile - e richiede sia una riflessione su elementi interni al sistema, come le tempistiche, la flessibilità, la distribuzione capillare delle proposte, sia un’analisi attenta su elementi esterni a partire dal tema più generale della partecipazione civica dei giovani»

di Redazione

I dati pubblicati nel sito del Dipartimento per Politiche Giovanili e Scu evidenziano una flessione del 5,5% rispetto al 2021, così come anticipato da VITA: per 71.550 posti messi a bando su Italia ed estero, le domande di partecipazione sono state 105.800. I numeri assoluti parlano di circa 1,5 domande per ogni posto disponibile; le domande sono di più nelle Regioni del Sud, mentre nel Centro Nord la situazione è più critica. Come leggere questi dati?

Sono diverse le interpretazioni e le opinioni a caldo, ma si devono assolutamente evitare il rischio di una lettura superficiale o gli interventi correttivi immediati non basati su un’analisi attenta del fenomeno che tenga conto di diversi livelli. «Il tema dell’adesione dei giovani all’esperienza di servizio civile è complesso – afferma Laura Milani (foto) presidente della Cnesc, la Conferenza nazionale degli enti di servizio civile – e richiede sia una riflessione su elementi interni al sistema, come le tempistiche, la flessibilità, la distribuzione capillare delle proposte, sia un’analisi attenta su elementi esterni a partire dal tema più generale della partecipazione civica dei giovani. Il servizio civile è una scelta che va incentivata e resa attrattiva attraverso azioni continuative di orientamento nelle scuole secondarie e nelle università, affiancate da percorsi di educazione al conflitto, alla nonviolenza, alla cittadinanza attiva da estendere a scuole di ogni ordine e grado. Far crescere il senso dell’appartenenza, della corresponsabilità, il sentirsi soggetto attivo che può fare la sua parte all’interno di una comunità richiede un lavoro educativo costante fin dalla prima infanzia».


Chiosa Milani: «La Cnesc ora più che mai avverte la responsabilità di offrire un’esperienza concreta di formazione e impegno civico e di costruzione attiva del proprio progetto di vita personale e professionale. Una responsabilità ancora più grande è quella di ascoltare i giovani sperimentando con loro nuovi linguaggi e nuovi modi creativi per coltivare insieme la promozione della pace quale finalità specifica del SCU, partendo dai loro bisogni e dalle loro istanze».

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