Famiglia
Adozioni internazionali ferme a quota 565
Nel 2022 le adozioni internazionali concluse sono state due in più del 2021. Una immobilità legata al fatto che diversi paesi storicamente importanti sono ancora a zero adozioni: Bielorussia, Cina ed Etiopia. Difficoltà, ovviamente, in Ucraina e Federazione Russa. Le coppie in attesa sono più di 2.400. AiBi: «Basta con i decreti di idoneità vincolati»
Sono 565 le procedure adottive concluse nel 2022 in Italia, due in più rispetto al 2021 e 39 in più rispetto al 2020, l’anno in cui il mondo si è fermato per il Covid. Ma lontanissimi dagli anni pre-Covid che segnavano rispettivamente 969 adozioni nel 2019, 1.130 adozioni nel 2018 e 1.169 nel 2017. «Anche se i dati del 2022 confermano una tendenza calante del numero delle adozioni, si evidenzia allo stesso tempo una capacità di “resistenza” e di timida ripresa nonostante le difficoltà nel quadro internazionale, ulteriormente aggravatesi per effetto del conflitto russo-ucraino, iniziato a febbraio del 2022. I dati delle adozioni del 2022 rispetto al 2021 sono infatti tendenzialmente stabili», scrive la Commissione Adozioni Internazionali nel pubblicare i dati. Vero, ma le adozioni internazionali in Italia sono ormai meno di un quinto rispetto al 2010, anno in cui entrarono in Italia, tramite adozione internazionale, 4.130 bambini, accolti da 3.241 coppie: le 565 pratiche attuali sono pari al 18% di quelle di allora.
Le ragioni sono state dette e ridette da tempo. A quelle di sistema – i costi, i tempi, le incertezze, la volontà di alcuni Paesi di investire maggiormente sull'adozione nazionale e quella di altri di chiudere sostanzialmente – si aggiungono di volta in volta quelle legate alla geopolitica: nel 2022 abbiamo ancora ferma la Bielorussia, con 0 adozioni e 206 procedure pendenti (l’anno scorso si era conclusa 1 procedura); ferma la Cina, con 0 adozioni per il secondo anno di fila e 105 coppie in attesa (qui la storia di Monia e Daniele, per esempio); ferma l’Etiopia, da anni, con ancora 34 coppie in attesa. La guerra tra Federazione Russa e Ucraina complica le adozioni nel due Paesi: in Ucraina nel 2022 sono state concluse 33 adozioni (con 24 bambini già abbinati allo scoppio della guerra, che sono stati tutti portati in Italia), ma ci sono 58 famiglie in attesa mentre dalla Federazione Russa le adozioni concluse sono state 32, con 166 coppie in attesa.
I Paesi d’origine da cui sono arrivati più bambini, nel 2022, sono stati la Colombia (113), l’India (75) e l’Ungheria (68). I paesi che hanno più genitori in attesa sono l’India (355), la Colombia (291) e la Bielorussia (206). Gli enti tramite cui sono state realizzate più procedure sono Ariete e Spai (39 per entrambi), Cifa (35) e Asa (30).
I numeri delle “procedure pendenti”, ossia degli iter adottivi in corso, ci restituiscono l’attesa e la speranza di oltre 2.400 coppie (il dato non è mai lo stesso, sommando le procedure pendenti della lista per Paese e della lista per ente): erano circa 3.200 nel luglio 2019, quando la CAI rese noto per la prima volta questo dato. All’interno di un sistema in cui le adozioni concluse sono calate, il dato ci dice anche di un calo delle domande da parte delle coppie.
«L’interesse verso l’adozione da parte delle coppie c’è anzi sta crescendo», dice invece AiBi, che nel corso del 2022 ha visto 337 coppie partecipare ai suoi incontri formativi sull’adozione e 89 coppie partecipare al corso di formazione “L’incontro con mio figlio”, pensato per accompagnare coppie già in possesso del decreto di idoneità all’incontro con il loro figlio, con un +40% rispetto all’anno prima. AiBi punta il dito piuttosto contro i decreti di idoneità vincolati emessi da molti Tribunali per i Minorenni: si tratta di decreti di idoneità che indicano dei “vincoli stringenti” rispetto ai bambini che possono essere abbinati alla coppia. Stanno aumentando per via – dice AiBi – della crescente preoccupazione dei servizi sociali e della magistratura minorile rispetto ai presunti fallimenti delle adozioni internazionali. Come ha dimostrato l’importante indagine realizzata dalla Cai e dall’Istituto degli Innocenti però il dato dei fallimenti adottivi è costante nel tempo e riguarda il 3% delle adozioni: ciò significa che il 97% delle adozioni non va incontro a gravi crisi. «Il dramma dei vincoli è che, il più delle volte, non tengono conto della reale situazione dei minori adottabili e dunque, di fatto, impediscono alla coppia di poter realizzare il sogno di una famiglia», sottolinea invece AiBi. «Mentre i numeri minori inseriti nelle neglect list, quegli elenchi che gli enti accreditati ricevono periodicamente dai Paesi del mondo, di bambine e bambini dichiarati adottabili con speranze davvero minime di poter trovare una famiglia, continuano a crescere».
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