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Immigrazioni e asilo, le istituzioni ascoltino la società civile
«La politica», scrive Nino Sergi, presidente emerito dell'organizzazione umanitaria Intersos, e policy advisor di Link2007, «non ha saputo guardare la realtà dell’immigrazione per quella che è e che sarà, dandosi gli strumenti necessari per governarla al meglio. Solo il confronto, desiderato, vero, aperto anche allo scontro delle idee e proposte ma attento alle ragioni altrui, può contribuire a delineare una rinnovata politica per un governo dell’immigrazione che sia al tempo stesso giusto, solidale, sicuro, efficace e vantaggioso per l’Italia»
di Redazione
Nino Sergi, presidente emerito dell'organizzazione umanitaria Intersos, e policy advisor di Link2007 – cooperazione in rete ha inviato una lettera al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi con oggetto "Governo dell’immigrazione. Proposta di una Conferenza nazionale".
«La Politica», dice Sergi, «ha dimostrato limiti impressionanti, vere e proprie cecità. Non ha saputo – peggio, non ha voluto – guardare la realtà dell’immigrazione per quella che è e che sarà, dandosi gli strumenti necessari per governarla al meglio. Il rifiuto preconcetto, ingiustificato e irrazionale di adottare come semplici linee di orientamento il Patto globale Onu sulle migrazione è uno degli esempi più umilianti, insieme al permanente atteggiamento vittimistico nei rapporti europei».
«Le organizzazioni della società civile hanno giustamente reagito di fronte ad ogni chiusura considerata ingiusta o strumentale ad altri fini politici ma non sono sempre riuscite a stabilire», continua Sergi, «perfino con forze politiche sensibili, quell’indispensabile e permanete dialogo costruttivo, severo ma di reciproco ascolto con la volontà di capire e approfondire le rispettive contrapposte ragioni, che avrebbe potuto portare a migliori risultati. Solo il confronto, desiderato, vero, aperto anche allo scontro delle idee e proposte ma attento alle ragioni altrui, può contribuire a delineare una rinnovata politica per un governo dell’immigrazione che sia al tempo stesso giusto, solidale, sicuro, efficace e vantaggioso per l’Italia».
La lettera
"In materia migratoria esiste un terreno di lavoro comune tra alcune priorità del Suo Ministero e delle organizzazioni della società civile. È dalla fine degli anni ’70, quando l’Italia contava appena 250 mila stranieri, che esse intervengono con iniziative diversificate e diffuse sul territorio a tutela, integrazione e valorizzazione degli immigrati, a salvaguardia dei valori fondanti della nostra società e nell’interesse dell’Italia. Uno straordinario patrimonio di esperienze, conoscenze, capacità di azione e di proposta a livello nazionale, europeo e internazionale e di pluriennale collaborazione con le istituzioni. Molti sono i motivi che sollecitano nuovamente, ora, lo sviluppo di un comune lavoro in tema di immigrazione e asilo. L’ampiezza e complessità della materia, la sua dimensione internazionale, il decisivo spazio comunitario europeo, la necessità di visioni politiche lungimiranti e coerenti, ma anche anni di parziali e inefficaci politiche governative richiedono un rinnovato approccio. È opinione generalizzata che si debba uscire dall’ottica emergenziale, troppo a lungo privilegiata, per affrontare il tema per quello che è: non un’emergenza ma una realtà storica, con cause strutturali che in gran parte sfuggono alle decisioni politiche ma che può e deve essere governata, in Italia e in Europa. Le preoccupazioni comuni non sono poche, anche se vissute con visioni differenti, e riguardano il sano e lungimirante governo dell’immigrazione. Ne cito solo alcune: i) affrontare anni di ritardi, sottovalutazioni e carente gestione dell’immigrazione pur di fronte alla sua crescita dovuta a mutamenti globali, guerre, persecuzioni, povertà, fattori demografici, cambiamenti climatici ma anche alla maggiore istruzione e al naturale desiderio di progresso; ii) dotarsi di una normativa che favorisca gli ingressi regolari, oggi troppo limitati e poco rispondenti alle necessità, tanto da spingere verso quelli irregolari; iii) premere per l’adozione nell’Ue del nuovo Patto europeo sull’immigrazione e la riforma di Dublino ma anche, con il sostegno dei cittadini, puntare a delegare all’UE più ampie competenze in materia migratoria al fine di un reale e generale impegno degli Stati membri; iv) informare con serietà e verità la pubblica opinione sommersa da strumentalizzazioni politiche e mediatiche che hanno prodotto false percezioni e erronee decisioni di governo; v) combattere il traffico e la tratta di esseri umani che hanno assunto livelli di criminalità non più tollerabili, anche con ramificazioni in Italia; vi) coordinare saggiamente i soccorsi in mare e condurli in modo da salvare ogni vita umana; vii) stabilire partenariati di cooperazione allo sviluppo e investimenti con i principali paesi di provenienza e di riammissione, innalzando i relativi stanziamenti al livello degli impegni internazionalmente assunti; viii) gestire l’accoglienza con criteri di umanità, spianando ingiustificati argini ideologici e puntando alla migliore integrazione, in particolare attraverso lo studio e il lavoro (di cui l’Italia avrà maggiormente bisogno dato il declino demografico) e contro ogni forma di discriminazione e sfruttamento; ix) riconsiderare l’acquisizione della cittadinanza italiana per le nuove generazioni discendenti da immigrati, che rimangono troppo a lungo con un’identità sospesa, pur vivendo la loro italianità spesso più intensamente di tanti loro compagni e compagne; x) guidare i mutamenti che le migrazioni possono comportare. Negli ultimi anni la politica ha preferito fissare il “dito”, come si usa dire, senza volere guardare la “luna” additata. Non entro qui nel merito delle decisioni assunte con il recente decreto per la gestione dei flussi migratori: altri lo stanno facendo con maggiore competenza e autorevolezza. Ritengo però che sia doveroso evidenziare che l’attenzione quasi esclusiva sulle Ong dedite a salvare vite nel Mediterraneo (circa 12mila persone sulle oltre 100mila giunte via mare nel 2022) ha coperto troppo a lungo l’inadeguatezza politica nell’affrontare in modo organico la realtà dell’immigrazione, che presenta certo difficoltà ma che si amplierà maggiormente nei prossimi anni e che quindi va adeguatamente e complessivamente affrontata, anche per agire con più motivazione e forza a livello europeo e internazionale. Regolamentare i salvataggi delle Ong non risolve il problema degli ingressi. Affrontare la realtà comporta apertura, verità e trasparenza, senza perpetuare giochi politici di corta veduta: la complessità della realtà migratoria lo richiede, signor Ministro. Anche perché è necessario unire tutte quelle forze che – indipendentemente dalle opzioni di ciascuna – possano fornire contributi di conoscenza, esperienza, proposta, in un atteggiamento di ascolto reciproco: dalle istituzioni di governo alle organizzazioni sociali e del Terzo Settore direttamente coinvolte nell’assistenza, l’educazione, la formazione, la cultura, l’integrazione, il lavoro, il vissuto delle comunità. Ritengo che sia matura l’esigenza che il Ministero dell’Interno promuova, insieme alla Presidenza del Consiglio, al MAECI, al MLPS, al MIM ed altri ministeri coinvolti, una Conferenza nazionale sull’immigrazione e l’asilo, preparata con un previo lavoro di analisi, approfondimento, confronto e proposta che veda impegnati i soggetti istituzionali nazionali e territoriali insieme a quelli della società civile organizzata e delle diaspore che, anche grazie a rapporti di rete con analoghe realtà nei paesi di provenienza e in quelli europei, possano contribuire alla ridefinizione di una politica dell’immigrazione che sia al tempo stesso giusta, solidale, efficace e vantaggiosa. Un lavoro lontano da strumentalizzazioni, che mobiliti e faccia prendere coscienza di una realtà in continua evoluzione, delle problematicità insieme alle tante opportunità che ci ostiniamo a non volere considerare e delle risposte che devono essere fornite, anche riconsiderando il Patto globale dell’ONU sulle migrazioni, troppo rapidamente accantonato. Spero, signor Ministro, che possa condividere le preoccupazioni segnalate e il suggerimento di una Conferenza nazionale di analisi, discussione e proposta per il governo dell’immigrazione e dell’asilo, che coinvolga i soggetti pubblici e privati competenti in materia e sia preceduta da una collettiva, attenta e approfondita preparazione. Potrebbe rappresentare un significativo passo avanti, culturale, sociale e politico, di cui si sente da tempo il bisogno".
Credit foto Agnezia Sintesi
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