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La mini naja di La Russa? Surreale
L'intervento della presidente della Conferenza nazionale degli enti per il Servizio Civile, che domani e giovedì celebrerà con una due giorni il 50esimo anniversario dalla legge sull'obiezione di coscienza: "Surreale, allora, leggere proprio in questo frangente le dichiarazioni del presidente del Senato Ignazio La Russa, su un disegno di legge per estendere a 40 giorni la mini Naja volontaria che potrebbe valere punti in più alla maturità e nei concorsi pubblici"
di Laura Milani
Il 15 dicembre di 50 anni fa veniva riconosciuta con la cosiddetta “Legge Marcora” l’obiezione di coscienza al servizio militare e istituito il servizio civile alternativo. Un anniversario importante perché segna appunto la nascita del servizio civile, istituito grazie al coraggio di tanti giovani che hanno scelto di disobbedire a una legge ingiusta che imponeva loro di abbracciare le armi per difendere la Patria. Tanti giovani che con l’obiezione volevano esprimere la loro scelta pacifista e la non collaborazione alla guerra. Sempre grazie al coraggio e all’impegno di tanti giovani e di molte associazioni e movimenti questo istituto è cresciuto negli anni, si è evoluto, ed è stato riconosciuto come strumento finalizzato alla Difesa Civile Non armata e nonviolenta e ha formato centinaia di migliaia di giovani in tal senso.
Che valore, che significato ha, allora, questa storia e quali elementi di continuità con il presente e il futuro del servizio civile? Questo è il tema del Convegno “50 anni di obiezione per la pace: analisi, riflessione e prospettive sul Servizio Civile” che la CNESC- Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile e il Movimento nonviolento organizzano il prossimo 14 e 15 dicembre a Roma (qui il programma completo, vita.it trasmetterà in diretta su Facebook la giornata del 14 dalle ore 15 alle ore 17) Fare memoria di questa storia rappresenta l’occasione per valorizzare il percorso di questi 50 anni, di rileggerlo anche alla luce delle esperienze internazionali ed europee, favorendo un momento di rielaborazione partecipata che porti a rigenerare i fondamenti del servizio civile e a individuarne possibili sviluppi e prospettive.
- La giornata del 14 dicembre, in particolare, affronta il tema dell’obiezione con uno sguardo ampio nello spazio e nel tempo, aprendo il Convegno con l’Obiezione in Europa ieri e oggi, per continuare con una panoramica storica sull’obiezione di coscienza in Italia, e arrivare ai nostri giorni e all’attualità con un talk show con obiettori di coscienza ucraini e russi.
- La giornata del 15 dicembre affronta il tema delle sfide e delle prospettive del Servizio Civile, con un focus sui temi della sostenibilità, della difesa civile non armata e nonviolenta e della partecipazione civica dei giovani e lo fa promuovendo delle assemblee di discussione su questi temi che coinvolgano i partecipanti.
Sarà presente al Convegno il nuovo Capo Dipartimento Michele Sciscioli ed è stato invitato anche il Ministro Abodi che proprio recentemente ha avuto la delega al servizio civile e agli anniversari di interesse nazionale.
Il Convegno rappresenta l’evento culminante di un programma di avvicinamento dedicato al 50° che ha caratterizzato tutto il 2022, attraverso eventi promossi in questi mesi dai soci CNESC e il Festival Nazionale del Servizio Civile organizzato a Roma lo scorso settembre. Una vivacità culturale che non si esaurisce certo qui, ma proseguirà anche nel 2023 per continuare a valorizzare il servizio civile nel suo ruolo storico ma ancora attuale di strumento che promuove la pace in Italia e all’estero, che previene, abita e trasforma in modo nonviolento i conflitti, che promuove i Diritti Umani, il benessere per le comunità.
Uno strumento che da 50 anni dimostra il suo valore, la sua capacità di rispondere alle sfide contemporanee, di innovarsi, di educare i giovani, attraverso un’esperienza concreta, alla solidarietà, alla corresponsabilità, al senso civico.
Surreale, allora, leggere proprio in questi giorni le dichiarazioni del presidente del Senato Ignazio La Russa, su un disegno di legge per estendere a 40 giorni la mini Naja volontaria che potrebbe valere punti in più alla maturità e nei concorsi pubblici. Stupisce la proposta dal momento che abbiamo tra le mani un’esperienza unica, come quella del servizio civile, realmente volta alla partecipazione civica dei giovani, per la quale la legge di stabilità prevede appena 111 milioni per il 2023, e 150 milioni annui per il 2024 e 2025. Siamo sicuri che sia efficace investire soldi pubblici per educare i giovani al senso civico attraverso la mini Naja? Non è più conveniente raccogliere la sfida di rilanciare e potenziare il Servizio Civile e i Corpi civili di pace in un momento storico che ci richiama invece a un’inversione di rotta culturale e a mettere al centro delle nostre politiche la prevenzione e la trasformazione nonviolenta dei conflitti per costruire la pace positiva?
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