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Povertà energetica, perché le donne sono più a rischio degli uomini

Per motivi economici e socioculturali le donne rischiano di trovarsi in condizioni di povertà energetica più facilmente degli uomini. Alla luce delle recenti allarmanti statistiche, dal dibattito tematico organizzato dal Comitato economico e sociale europeo (Cese), è emersa un'esortazione all'Ue affinché adotti politiche in cui il genere sia un fattore chiave

di Redazione

La povertà energetica rispecchia la disuguaglianza di genere, e pertanto colpisce le donne in misura maggiore rispetto agli uomini; l'Unione europea può combattere efficacemente questo problema solo adottando un approccio attento alla dimensione di genere in tutte le sue politiche.

Questa è la principale conclusione del dibattito sul tema Le donne e la povertà energetica, organizzato a Bruxelles dalla sezione Trasporti, energia, infrastrutture e società dell'informazione (Ten) del Comitato economico e sociale europeo (Cese), a seguito dell'iniziativa del Parlamento europeo sulla Settimana europea per l'uguaglianza di genere.

«Le statistiche relative alle donne in condizioni di povertà energetica in tutto il mondo sono spaventose. Oggi, tenuto conto dell'inizio della stagione invernale e dell'aumento dei prezzi dell'energia, la situazione appare più urgente che mai», ha dichiarato Baiba Miltoviča, presidente della sezione Ten.

Anche Maria Nikolopoulou, presidente del gruppo Parità del Cese, ha sottolineato la gravità della questione: «La povertà energetica è un problema strutturale. Non riguarda solo i prezzi dell'energia, ma anche il reddito, e colpisce le persone più vulnerabili, che sono per lo più donne».

Perché le donne sono più esposte al rischio di povertà energetica rispetto agli uomini

La povertà energetica allarga e aggrava ulteriormente il divario di genere a livello mondiale; nei Paesi in via di sviluppo vivono in condizioni di povertà 1,3 miliardi di persone, e circa il 70 % sono donne. Secondo gli studi più recenti, le donne hanno più probabilità di trovarsi in condizioni di povertà energetica in quanto sono i principali utilizzatori e produttori di energia domestica.

Katharina Habersbrunner, di Women Engage for a Common Future (Wecf), ha spiegato che le donne e le famiglie guidate da donne sono colpite in modo sproporzionato dalla povertà energetica per una serie di motivi: legati alla salute (stress mentale, fisico e sociale), economici (divario di genere retributivo, di assistenza e pensionistico, genitori soli) e socioculturali (ruoli di genere, responsabilità di assistenza, processi decisionali e rappresentanza).

È più probabile che le donne siano responsabili del lavoro domestico e delle attività di cucina, che richiedono fonti di energia. L'eurodeputata Lina Gálvez Muñoz, membro della Commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere, ritiene che la tendenza delle donne ad assumersi responsabilità di assistenza e la loro partecipazione precaria al mercato del lavoro siano probabili cause di scarsità di reddito e di tempo, poiché le donne hanno generalmente poco tempo per cercare informazioni sui servizi di sostegno.

Il genere dovrebbe essere un fattore chiave nell'elaborazione delle politiche dell'Ue

Nell'Unione europea sono disponibili dati limitati sull'impatto della povertà energetica sugli uomini e sulle donne. Nel 2016 il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione specifica sull'accesso all'energia, chiedendo politiche energetiche sensibili al genere e un'attenzione particolare per le donne con esigenze specifiche. Purtroppo questo invito ad agire è stato in gran parte ignorato. Di conseguenza, solo pochi Stati membri hanno adottato definizioni e indicatori, ma questi di solito non prendono in considerazione il genere.

Esistono tuttavia statistiche che confermano come le donne siano più colpite dalla povertà energetica rispetto agli uomini. Da uno studio realizzato a Barcellona nel 2016 è emerso che il 70 % delle sovvenzioni ai servizi sociali per combattere la povertà energetica è stato concesso a donne. Le madri sole sono particolarmente vulnerabili. Il rischio di povertà energetica è più elevato per le famiglie monoparentali, e l'80 % di queste è costituito da donne. Anche le donne anziane hanno maggiori probabilità di trovarsi in condizioni di povertà energetica a causa dell'aspettativa di vita più elevata e di pensioni inferiori rispetto agli uomini.

Non vi è dubbio che le donne siano le prime a soffrire per le conseguenze dei tagli ai bilanci pubblici a livello locale, ad esempio una minore illuminazione stradale e la riduzione dei trasporti pubblici, in quanto sono gli utenti più frequenti di questi servizi, ha osservato Kata Tüttő, vicesindaca di Budapest e membro del Comitato europeo delle regioni. La povertà dei trasporti e della mobilità sono altri due aspetti dello stesso problema, ha sottolineato Ana Sanz Fernández dell'Università politecnica di Madrid, mettendo in risalto come nella capitale spagnola, dove quasi il 23 % delle famiglie è a rischio, la povertà energetica colpisca soprattutto le donne.

La sezione Ten del Cese riunirà ora tutti questi contributi e li trasformerà in proposte concrete della società civile per contribuire ad affrontare la povertà energetica attraverso una prospettiva di genere. La questione sarà discussa ulteriormente in occasione del prossimo convegno del Cese sulla povertà energetica, che si terrà nel luglio 2023.

Foto di apertura: il dibattito a Bruxelles sul tema Le donne e la povertà energetica, organizzato dalla sezione Trasporti, energia, infrastrutture e società dell'informazione (Ten) del Cese. ©Ue

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