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A Baggio (Milano) cresce la cittadella della solidarietà

Negli spazi di Cascina Vita Nova aperti tre nuovi spazi dedicati alle persone fragili del quartiere: una mensa, il social market e un guardaroba sociale. Dall’housing first per i senza dimora ai servizi per le persone fragili, tutto in un unico luogo in cui chi è in difficoltà viene accolto e aiutato a ritornare protagonista della propria vita in una rete relazionale

di Antonietta Nembri

«Una cittadella della solidarietà», così Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca ha definito il progetto che si sta costruendo all’interno della Cascina Vita Nova – Giorgina Venosta nel quartiere Baggio, periferia di Milano. Il primo step di questa iniziativa è stata l’apertura della corte interna della cascina all’accoglienza dei senza dimora nell’ottobre della scorso anno (qui la news ).
Oggi sono sette le persone accolte con i loro cani sono sette. Punto di partenza il modello housing first. Il progetto, nato dall’esigenza di dare riparo a chi rifiuta di dormire nei centri di accoglienza dove gli animali non sono ammessi, è ora entrato nella rete di accoglienza del Comune di Milano: gli ospiti, individuati dai servizi sociali o dalla Unità di strada, hanno la possibilità di vivere qui un anno, il tempo necessario per recuperare relazioni e competenze, per orientarsi ai servizi sul territorio e al mondo del lavoro, per avviare un piano di risparmio grazie al supporto degli educatori di Progetto Arca e consentire così un’autonomia duratura.


da sx Gerritsen, Sinigallia, Bertolè, Fossati e Dodaro – sotto l'area mensa. Foto ©Daniele Lazzaretto

Ora il progetto, accanto al salone di parrucchiere realizzato a favore delle persone vulnerabili della zona e in cui lavora un ex ospite di Progetto Arca che qui ha trovato una seconda chance, vede l’apertura di tre nuovi spazi: la mensa, il social market e il guardaroba sociale. Unendo così, come spiega Sinigallia «in un unico luogo servizi di accoglienza per la cura e l’immagine di sé, sostegno alimentare, inclusione sociale e reinserimento lavorativo per rispondere alle diverse esigenze delle famiglie fragili e delle persone in difficoltà, con particolare attenzione a chi, negli ultimi due anni, è stato colpito dalla crisi sanitaria ed economica e sta velocemente scivolando in una condizione di povertà da cui è urgente uscire».

Nel corso dell’inaugurazione negli spazi del guardaroba sociale Sinigallia ha poi sottolineato come a guidare questa iniziativa sia «la legge della risonanza in un’ottica di bellezza», la cura degli spazi, infatti risponde al progetto in corso con il Politecnico di Torino che parte dall’assunto che ciò che siamo fuori lo portiamo anche dentro «siamo una cassa armonica che risuona quando c’è la bellezza» ha continuato il presidente di Progetto Arca. «I vestiti servono ad abbellire le persone che vivono in strada e si sono lasciate andare».
Nel progetto di reinserimento sociale dei senza dimora, infatti, la cura della persona e l’aiuto passano anche dall’attenzione all’abbigliamento. L’idea alla base del guardaroba sociale del resto è quella di superare il “kit preconfezionato” di abiti che un tempo veniva consegnato alle persone indigenti, offrendo alla persona la possibilità di scegliere i propri vestiti, provarli e, se necessario, apportare modifiche sartoriali. Restituire dignità alla persona con un aiuto concreto è dunque il principale obiettivo del servizio del guardaroba, avviato grazie alla collaborazione e al sostegno di H&M Italia, che si è occupata dell’allestimento degli spazi e della donazione dei capi a disposizione.

Anche il social market è considerato uno strumento per mettere in relazione chi vive un momento di difficoltà con una rete di persone e servizi indispensabili per uscire dal disagio. Realizzato grazie al sostegno del Comune di Milano e dell’Associazione Banco Alimentare della Lombardia “Danilo Fossati” Onlus, il social market è un supermercato con prodotti alimentari e per l’igiene personale e la pulizia della casa, aperto a 250 famiglie vulnerabili del territorio, segnalate dai servizi sociali, che potranno fare la spesa gratuitamente munite di una tessera punti.

Presente all’inaugurazione anche l’assessore al Welfare del Comune di Milano, Lamberto Bertolè che ha sottolineato da un lato la bellezza e la qualità del progetto e dall’altro l’attenzione alla dignità della persone «quando si dà una risposta ai bisogni materiali occorre far sì che diventi un’occasione per avviare delle relazioni con le persone stesse per favorirne il riscatto sociale. Che è l’obiettivo, anche se non sarà per tutti così». L’assessore ha poi auspicato che Terzo settore, pubblica amministrazione e persone in difficoltà instaurino tra di loro relazioni di fiducia «Municipi e welfare territoriale sono fondamentali per ricomporre una risposta sociale. Fondazione Progetto Arca è, ormai da tanti anni, un partner fondamentale del Comune di Milano nel contrasto alla grave emarginazione. La cittadella della solidarietà rappresenta un ulteriore contributo al composito puzzle degli interventi che la città mette in campo per supportare i più fragili in un percorso di reinclusione sociale», ha concluso Bertolè definendo «la collaborazione sinergica tra istituzioni e realtà del Terzo settore: un modello virtuoso che vogliamo rafforzare sempre di più».

Sull’importanza di fare rete è intervenuta anche la presidente del Municipio 7 di Milano, Silvia Fossati «senza il supporto del Terzo settore è difficile lavorare a progetti così puntali che servono al territorio». La mensa è stata allestita per offrire alle persone indigenti 70 pasti al giorno, tra pranzo e cena dal lunedì al venerdì, preparati direttamente dalla cucina semi-industriale presente nella struttura.
Un servizio che, oltre a garantire l’accesso al cibo, crea occasioni di confronto e ascolto tra gli ospiti e gli operatori e volontari della fondazione. Inoltre altri 20 pasti saranno quotidianamente cucinati per essere consegnati a domicilio a quanti, come gli anziani del quartiere, che hanno difficoltà nel raggiungere la mensa.

Nel corso dell’inaugurazione sono poi intervenuti don Giuseppe Nichetti, parroco di Sant'Anselmo da Baggio che si è augurato che ci siano sempre più persone «a servizio del bene del territorio e che questo vada a beneficio dei bisogni di chi vive qui»‚ Bryan Gerritsen della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, che ha fornito anche un importante contributo per la mensa, che ha sottolineato come «le ottime relazioni con altre organizzazioni vanno oltre il semplice essere partner, significa cioè essere “organizzazioni che la pensano allo stesso modo”, cioè che condividono valori e obiettivi simili nell'aiutare i poveri, i rifugiati, le donne e i bambini. Significa guardare insieme lo stesso percorso e lavorare insieme per aiutare a servire i bisognosi».

«L’impegno di Fondazione Progetto Arca per promuovere l’inclusione sociale e l’integrazione delle persone più fragili è in linea con i valori della nostra azienda, e ci ha ispirati a contribuire attivamente» ha detto Giulia Dodaro, PR & Communication Manager, H&M Italia che ha ricordato l’avvio della collaborazione con Progetto Arca nel 2021. «Sostenere il progetto Guardaroba Sociale ci consente di essere parte attiva nello sviluppo delle comunità in cui siamo presenti, ma anche di promuovere la circolarità e la sostenibilità attraverso la donazione di arredi e abiti, che grazie a Fondazione Progetto Arca troveranno una nuova vita», ha concluso ricordando la necessità che la sostenibilità dell’azienda oltre all’ambiente guarda anche al sociale.

In apertura il guardaroba sociale aperto nel quartiere Baggio di Milano – Foto ©Daniele Lazzaretto

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