Welfare
Dentro al museo diffuso dell’abbandono
"In Loco" è uno spazio di ricerca diffuso senza pareti o cancelli, che racconta il territorio romagnolo, da Imola a Cattolica, attraversando con sette itinerari i suoi luoghi dimenticati. «Grazie alla app dedicata, sono possibii esperienze ancora più immersive e innovative», spiega Francesco Tortori
Dopo un lungo periodo di ricerca, l’associazione Spazi Indecisi lancia il suo innovativo “In Loco. Il museo diffuso dell’abbandono”: unico in Italia è un progetto culturale di valorizzazione che invita all’esplorazione dei luoghi in stato di abbandono della Romagna in maniera immersiva e innovativa, combinando esperienza, memoria e tecnologia.
Da oggi il progetto si arricchisce di 7 mappe cartacee, di una APP che accompagna i visitatori alla scoperta del museo diffuso e di un sito web per restare sempre aggiornati sulle attività in programma.
«Dal 2011 Spazi Indecisi lavora alla mappatura, da Imola a Cattolica, degli spazi in abbandono. Ville, conventi, colonie marine, edifici industriali, parchi di divertimento e chiese. Una ricerca che ha portato all’individuazione di centinaia di luoghi», spiega il co fondatore e curatoree, Francesco Tortori. «In Loco è il tentativo di scegliere quali di questi luoghi – oggi dimenticati – portare nel futuro, non salvandone e conservandone i muri, ma valorizzando in prima istanza il patrimonio immateriale che racconta caratteri peculiari del territorio».
Oggi la “collezione” del museo, è composta da ben 68 luoghi in abbandono di valore storico culturale, suddivisi in 7 itinerari di viaggio rivolti a fotografi, architetti, esploratori urbani o, più semplicemente, a tutti coloro che vogliono conoscere la storia e il territorio della Romagna in modo insolito e approfondirne i caratteri nascosti. «L’insieme degli itinerari dà vita a una guida turistica alternativa e in continua evoluzione che rende disponibili speciali contenuti multimediali creati ad hoc per il museo da videomaker, fumettisti, artisti e fotografi, fruibili appunto “in loco”, sul proprio smartphone attraverso l’utilizzo della app», chiarisce Tortori.
L'app è il fiore all'occhiello del progetto di Spazi Indecisi. «Scaricabile gratuitamente e disponibile sia per Android che per iOS, contiene le mappe GPS degli itinerari, le schede degli spazi mappati, tutte le informazioni utili ai visitatori e soprattutto grazie ad un sistema di geolocalizzazione rende fruibili i contenuti speciali che sono documentari, video 3D, sonorizzazioni e altre sorprese. Una volta arrivati nelle vicinanze dei luoghi diventano fuibili e migliorano l'esperienza turistica».
Per intraprendere il viaggio alla scoperta del “museo diffuso dell’abbandono” il punto di partenza ideale è il centro visite situato nel deposito delle corriere SITA – EXATR di Forlì (Via Ugo Bassi, 16) dove è possibile trovare approfondimenti storici, un plastico del museo, la presentazione degli itinerari e un assaggio dei contenuti speciali. «Sarà inoltre possibile acquistare un cofanetto contenente le sette mappe cartacee, un oggetto di design dal sapore un po’ retrò che restituisce, nero su bianco, anni di studi, ricerca e partecipazione», aggiunge il curatore che sottolinea, «il museo è in continua evoluzione e oltre a raccogliere informazioni, storie e testimonianze, aspira a produrre riflessioni e aggregare comunità in grado di prendersi cura di questi luoghi e trasformarli in risorsa collettiva».
A questo scopo l’Associazione Spazi Indecisi organizza eventi in tutta la Romagna «rivolti ad abitanti , turisti o categorie di nicchia e continuerà a farlo anche in futuro, dando vita “in loco” alla “collezione” di un museo unico in Italia», conclude Tortori.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.