Welfare

Quel video sui down censurato

Lo spot Dear Future Mom potrebbe «disturbare la coscienza delle donne che, nel rispetto della legge, hanno fatto scelte diverse di vita personale». Così il Consiglio di Stato francese motiva la decisione di confermare la scelta di censurarlo presa nel 2014. «Un atto che lede i diritti umani e la libertà di espressione delle persone con sindrome di Down» è stato il commento di CoorDown che annuncia il ricorso insieme alla francese Fondazione Jérôme Lejeune

di Antonietta Nembri

Anche il CoorDown oltre alla Fondazione Jérôme Lejeune ricorrerà alla Corte europea per i diritti dell’uomo. La ragione? Il Consiglio di Stato francese ha pochi giorni fa confermato la decisione presa due anni fa dal Consiglio superiore per l’Audiovisione (Csa) di censurare il video Dear Future Mom che il CoorDown ha realizzato in occasione della Giornata mondale sulla sindrome di Down del 2014.
Per il Csa francese lo spot «non può essere considerato come un messaggio d’interesse generale e la sua finalità può apparire ambigua e non suscitare un’adesione spontanea e consensuale». Ma c’è di più: l’Authority infatti ritiene che il film possa «disturbare la coscienza delle donne che, nel rispetto della legge, hanno fatto scelte diverse di vita personale» e per questo motivo ha deciso di far scattare il divieto di trasmetterlo nelle reti televisive francesi.

La fondazione Jérôme Lejeune che ha fin da subito fatto ricorso alla decisione del Csa, – inutilmente – online sulla sua pagina Fb ha acceso il dibattito. Il 10 novembre scorso, dopo la decisione finale del Consiglio di Stato in una nota stampa il presidente della Fondazione Jean Marie Le Méné osservava: «È una singolare concezione della vita umana quella che mette sulla stesso piano la sua conservazione e la sua distruzione, come se i due atti avessero lo stesso valore. In effetti l’esperienza mostra che le donne che hanno donato un giorno a un bambino con disabilità non rimpiangono l’aver scelto la vita. Quelle che hanno fatto una scelta diversa soffrono visibilmente di una forma di senso di colpa. Da qui la decisione del Csa di sottrare alla loro vista i bambini con trisomia felici. La decisione del Consiglio di Stato deciso che la libertà d’espressione delle persone con trisomia deve inchinarsi al diritto all’aborto».

Qui sotto il post su Facebook

Nella stessa nota stampa la Fondazione ha annunciato di rigettare una decisione che: «conduce ad aggravare l’anestesia delle coscienze sull’eugenetica, dal momento che il 95% dei bambini con sindrome di Down scoperti prima delle nascita non sopravvivono a questa politica di eliminazione», quindi l’annuncio di portare il caso alla corte europea dei diritti dell’uomo per difendere la possibilità di esprimere la felicità delle persone con sidrome di Down senza censure.

Del resto nelle intenzioni di CoorDown e dei partner internazionali che hanno collaborato alla realizzazione e diffusione del video non c’era alcun intento di fare una campagna pro-life, ma la volontà di rispondere a una madre in attesa di una bimba con la sindrome di Down che aveva scritto una lettera all’associazione chiedendo come sarebbe potuto essere il futuro della figlia che aspettava. CoorDown aveva quindi deciso di dare la parola direttamente a giovani e ad adulti con sindrome di Down che, pur ammettendo le difficoltà della loro condizione, affermavano con determinazione che la loro è una vita degna e felice.

Secondo il coordinamento «Il Csa perde di vista il fatto che difendendo il diritto di scelta di alcune madri nega la libertà di espressione alle persone con sindrome di Down, una libertà sancita anche dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, in particolare agli articoli 8, 10 e 21. La decisione assunta dal Consiglio di Stato francese è un atto grave di censura che lede i diritti umani e l’immagine delle persone con sindrome di Down, che non solo hanno il diritto di essere felici, ma anche quello di esprimere il loro punto di vista ed essere ascoltati».

In Francia le autorità hanno di fatto impedito la diffusione del video sulle tv francesi, ma non quella sul web. Dear Future Mom – che ha ottenuto consensi straordinari in tutto il mondo con oltre 7 milioni di visualizzazioni su YouTube e ben sei Leoni al Festival della Creatività di Cannes – continuerà quindi ad essere visto e condiviso in rete.

L’intenzione di CoorDown ribadisce una nota dell'organizzazione è quello di ricorrere nelle sedi opportune contro questa decisione e di chiedere il sostegno, nelle sedi istituzionali, del Governo italiano e del Presidente della Repubblica affinché i diritti sanciti nella Convenzione Onu siano applicati dagli Stati membri e non restino lettera morta.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.