Non profit
E la Daewoo si comperò un ottavo di Madagascar
La corsa delle multinazionali alle terre del continente
di Redazione
Il Paese è precipitato nel caos. Decine di morti per le strade di Antananarivo. Tutto è stato scatenato
dalla politica del presidente – padrone. Che tra l’altro
ha concesso per 99 anni
1,3 milioni di ettari
al gruppo sudcoreano
1,3 milioni di ettari. Un immenso territorio che la Daewoo Logistic, gruppo sudcoerano, ha avuto in concessione sulla costa Ovest del Madagascar con il permesso di sfruttamento per 99 anni. Obiettivo : coltivare mais e olio di palma da esportare in Corea del Sud. Prodotti preziosi, non solo per la sempre incombente minaccia di crisi delle derrate alimentari, ma anche perché si tratta di prodotti base per ottenere biocarburanti. Una sorta di neocolonizzazione dal pesante impatto ambientale, che ha fatto da detonatore alle violenti proteste contro il governo. Nelle scorse settimane il Madagascar è stato insanguinato da violenti scontri, che hanno provocato oltre 80 morti. Tra i motivi della rivolta popolare, guidata dal sindaco di Antananarivo, la capitale, Andry Rajoelina c’è proprio la decisione del premier di concedere quell’immensa fetta del territorio alla multinazionale sudcoerana.
Per raggiungere questi obiettivi – istruzione primaria per tutti, riduzione della mortalità infantile, della povertà e dell’Aids, sviluppo sostenibile – Ravalomanana punta soprattutto su tre grandi risorse: lo sfruttamento delle miniere, l’ecoturismo e l’agroalimentare.
Resta da definire il ruolo della popolazione locale in questo processo. Una popolazione letteralmente sotto choc per l’affaire Daewoo: il destino della «tanindrazana», cioè la terra degli antenati, sacra ai loro occhi, costituisce un elemento di tensione con il governo, che dal 2003 sta tentando di riformare il sistema fondiario. Sino ad ora infatti gli investitori stranieri non avevano diritto di acquistare terreni in Madagascar. Questo spiega la scelta del governo di affittare gratuitamente la terra al colosso coreano. Ma Marc Ravalomanana deve ricordare quel che successe al re Radama II nel 1863: aveva accordato al francese Joseph Lambert il diritto esclusivo di sfruttare il Nord dell’isola. Di fronte a questa scelta di aprire le porte a una potenza coloniale, l’oligarchia malgascia non esitò a far strangolare il re.
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