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Washington convinca Israese a fermarsi

Ebrei contro la guerra/ La comunità che gravita attorno alla rivista Tikkun oggi è un punto di riferimento del movimento pacifista: l'allarme del rabbino Micheal Lerner

di Riccardo Bagnato

«Gli americani non vogliono essere coinvolti in questo conflitto, non ne vogliono sapere, tanto meno la stampa è disposta a ospitare opinioni sulla crisi israeliano-libanese». A dirlo è il rabbino Micheal Lerner, dalla sede della rivista Tikkun, a Berkeley, di cui è cofondatore e oggi animatore. Tanto che ora ai lettori del magazine è stata proposta una raccolta fondi per pagarsi uno spazio pubblicitario sul New York Times «per fermare il massacro in Libano, in Israele e nei territori occupati». «è l?unico modo per poter intervenire sui media», conferma Lerner, «e ci è costato 65mila dollari». Una volta pubblicata la richiesta di ?cessate il fuoco? sul maggiore quotidiano nazionale americano, ora la comunità Tikkun sta raccogliendo altri fondi per farlo sui giornali libanesi e israeliani.

Vita: Che posizione hanno gli americani d?origine ebraica?
Micheal Lerner: Bisogna distinguere. Negli Usa la Jews Community Federation sostiene il conflitto e la politica di Israele. Si tratta di un?organizzazione importante, una lobby concentrata su politici e cittadini. Non è un caso se il 29 giugno scorso un uomo di religione musulmana è entrato in un ufficio proprio della Jcf di Seattle e ha fatto fuoco. Ma la maggior parte degli ebrei americani, oggi, non si riconosce in queste posizioni e mette all?ultimo posto della propria vita il fatto di essere ebreo. è disgustata per quanto accade in Medio Oriente, ma si comporta come se la cosa non dovesse interessarla in quanto ebreo.

Vita: Dopo il vostro appello ha avuto reazioni?
Lerner: Sì, una denuncia perché non difendo lo Stato di Israele. D?altra parte, però, sono aumentate le donazioni.

Vita: L?appello cita le grandi organizzazioni e molti paesi, ma non l?Ue, perché?
Lerner: Vede, negli Usa la Ue è considerata come un leone senza denti che parla, ma in realtà non conta granché.

Vita: L?ultima volta che lei è stato in Israele?
Lerner: Nel 2000. Da allora non posso più mettere piede in Israele per le mie posizioni.

Vita: Cosa si aspetta accadrà nei prossimi giorni?
Lerner: Credo che assisteremo a un continuo richiamo al ?cessate il fuoco?, a promesse disattese, fino a che il governo di Israele non riuscirà a trovare la via d?uscita da una situazione in cui si è andato a mettere. Per questo, una delle soluzioni è che proprio gli Stati Uniti inducano Israele, concretamente, a fermare le ostilità.

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