Famiglia
FSE: Prima della manifestazione, si balla e si dorme
Un sguardo complessivo della seconda giornata del Forum. Tanti ragazzi e ragazze giovanissimi, a testimoniare un proprio protagonisimo sociale per un'altra Europa
FIRENZE – “Dentro la Fortezza non ci staranno più di 3mila persone, secondo me non arrivano in tanti. La televisione ha detto 200mila, mah? secondo me no”. La voce notturna della coscienza cittadina, il taxista, che mi riporta in centro storico a Firenze dal Palasport Pasquale Paoli. Mi dice che da un rapido calcolo, in base alla propria esperienza, “dovrebbero arrivare più di 100mila persone, perché siano alla fine quanti ne ha detto la TV”. Sarà. Ma lui non ci crede.
La Fortezza di San Giovanni Battista, conosciuta col nome di Fortezza da Basso, è il luogo che ha ospitato i primi due giorni del Social Forum europeo. Qui, grazie alle sue strutture interne, antiche e moderne, migliaia di ragazzi e ragazze hanno potuto incontrarsi, scontrarsi e, dopo mesi di collaborazione online, si sono potuti finalmente vedere.
Abbiamo seguito il primo Forum sociale europeo di Firenze per l’intera giornata. Molti i giovani sotto i trent’anni, molti i giovanissimi. Un formicaio variopinto di energia che si muovevava fra le sale, gli stand e le strade circostanti. Ad ascoltare, interpellando di volta in volta i relatori centinaia di ragazzi e ragazze. Il flusso dei nuovi arrivi, continuo.
Forse troppi convegni, dicono alcuni, forse i temi un po’ ridondanti dice Francesco della Rete di Lilliput di Como, ma aggiunge “Per molti, e sembra siano davvero tanti, che sono venuti qui per la prima volta, forse non è sbagliato insistere sui temi che ci stanno più a cuore sebbene per altri rischiano di sovrapporsi da una sala all’altra, da un relatore all’altro.
Mentre la giornata si consumava fra incontri, è stato allora però, che le preoccupazioni per l’indomani si sono fatte più sommesse e per questo reali.
Domani, il corteo
Le delegazioni straniere si sono riunite, hanno elencato le modalità di incontro per la manifestazione, citato gli appuntamenti della mattinata da non mancare come la presentazione del ?Dashboard of sustainability? nell’ambito del seminario “Orientarsi nella complessità” dalle 9:30 alle 13 presso la stessa Fortezza da Basso, oppure il seminario dal titolo “La comunicazione al tempo della globalizzazione: strategie dal basso e ecologia dell’informazione” dalle 9:30 alle 12:30 al Teatrino con il giornalista Giulietto Chiesa. Poi tutti a mangiare. I ristoranti aperti, la festa presso l’Hub, struttura organizzata da Indymedia non lontano dalla Fortezza dove di scena andava la banda degli ottoni.
Abbiamo seguito ragazzi e ragazze fino ai luoghi in cui, il giorno primo o la stessa sera, avevano lasciato il proprio saccapelo, autorganizzato un servizio di turni: per garantire l’accesso a tutti, e sorvegliare che tutto funzionasse al meglio. Stanchi. E un po’ preoccupati.
Al Palasport Pasquale Paoli, Giovanni e Mirko delle Misericordie prestano servizio “Una gran bella cosa” dice Giovanni che da cinque anni presta servizio come volontario presso le Misericordie fiorentine. Stasera sono in quattro dentro al palasport e diverse squadre di Protezione civile all’esterno. Anpas, Misericordie, Croce Rossa, Centrale opertaiva 118, Vigili del fuoco, silenziosamente, quasi come genitori. A tutela però dei propri coetanei.
Volendo coinvolgere i tanti ragazzi presenti qui nella tua attività di volontariato cosa diresti? Abbiamo chiesto a Mirko. “Ma” ci pensa un po’ sù “bisogna sentirlo, volerlo fare, trovare gli amici che lo fanno. Per quanto mi riguarda adesso che sono responsabile della Protezione civile per la mia sede ho delle grosse soddisfazioni”.
Intanto, in francese e in inglese, alcuni spiegano la composizione del corteo di domani. Arriveranno molte persone. “Ragazzi, andrà tutto bene, non c’e’ bisogno di preoccuparsi. Abbiamo un buon rapporto con le istituzioni in questa città, persino con la polizia, diversamente da Genova”. Qualcuno abbozza un sorriso ironico, ma si trasforma in pensiero pesante, ci si ferma e si riprende ad ascoltare. “State con chi conoscete, mettete scarpe da ginnastica, ci sarà da camminare, e se saremo in tanti e non si potrà arrivare tutti fino in fondo allora si ballerà”.
Giovanni chiude le porte di sicurezza aperte per il fumo delle ultime sigarette, si spengono le luci su una distesa di saccapeli. “Saranno quasi 3mila qui dentro” dice Mirko “Speriamo che vada tutto bene domani, non se lo meritano questi ragazzi una brutta giornata, e speriamo che non ci siano i soliti imbecilli.”
C’e’ tutta la prospettiva del volontario in questa frase. La geografia dello sguardo, l’ingenuità del buon senso, l’affetto per vedere tanti coetanei impegnati e contenti di essere lì, stanchi, ma pronti per una sana dormita che non sarà la più comoda della propria vita, ma indimenticabilmente vera. “Ognuno fa le proprie scelte, io faccio il volontario, nel mio piccolo, ma condivido a pieno i temi trattati in questo social forum, chi è che non vuole un mondo migliore?”. Già, chi?
All’uscita alcuni chiacchierano, ridono, scherzano, altri si scambiano sguardi e consigli perché “dipende anche da noi”. Al gabbiotto, all’uscita alcuni smontano dal turno per essere sostituiti da altri volontari di Attac, l?associazione promotrice della Tobin Tax per la tassazione sulle speculazioni finanziarie.
Saluti. Saluto Mirko, Giovanni, Pierpaolo, Ebe, Leo, Enrica e mi incammino verso “Como 11”. Domani è contro la guerra la manifestazione, ragazzi. Ricordiamolo. E buona notte.
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