Non profit

Istruzioni per l’uso dei nuovi social job

Cresce la domanda di professioni sociali. Fra i giovani che devono completare il proprio cv ma anche fra professionisti in cerca di motivazioni. Per loro c’è un’offerta formativa sempre più variegata.

di Redazione

C?è ancora qualcuno che crede nel lavoro profit? Ovviamente sì, ma non è escluso che fra qualche anno (non troppi probabilmente), i settori tradizionali dell?economia di mercato faticheranno a trovare personale. Nel frattempo la galassia non profit si espande sempre di più. Un processo inarrestabile che genera una domanda di figure professionali inedite: cooperante internazionale, educatore, assistente all?infanzia, alla terza età, all?handicap, gestore di case famiglia, professionista del reinserimento sociale di ex prostitute o ex carcerati, imprenditore sociale e commerciante equosolidale. Lavori nuovi e attraenti, ma come intraprendere il cammino del sociale? La parola magica è formazione. Cercare motivazioni Negli ultimi anni sempre più enti hanno organizzato corsi dei generi più diversi: seminari, master, diplomi universitari, lauree, full time e part time. Rita Martini è la coordinatrice dei corsi di Maieutica, un centro di formazione romano che plasma i professionisti del sociale di domani: «La maggior parte dei nostri clienti ormai arriva dal profit. Sono avvocati, manager, ma anche gente comune, alla ricerca di nuove motivazioni». La crescita del non profit è strettamente legata alla diversificazione dei bisogni di una società che sta cambiando. Fuga dal profit «Sul versante dell?attenzione alle necessità della persona», interviene Francesco Dragotta docente nei corsi della Fondazione Catis di Bologna, «il profit non riesce più a dire nulla. Le aziende depersonalizzano le professioni. Una volta il terzo settore era l?approdo di filantropici al primo impiego, una nicchia. Oggi assistiamo a un processo totalmente differente, direi opposto: il ritorno al non profit da parte di chi magari guadagna svariate migliaia di euro al mese, ma è profondamente insoddisfatto dell?aridità della sua occupazione». La scuola di formazione del Cis di Valmadrera (Lecco) struttura i suoi corsi su quattro assi portanti: gestione, contabilità, disciplina fiscale e marketing. Anna Cacopardo racconta la genesi dell?evoluzione del mercato del lavoro: «Il mondo del volontariato è il vivaio delle nuove professionalità. Molti dei nostri corsisti provengono da quel mondo, dove sviluppano sensibilità attente ai bisogni delle persone». Spesso chi si trova in difficoltà abita nella nostra via, ma in molti casi anche a migliaia di chilometri di distanza. Il cooperatore internazionale e l?esperto di sviluppo globale si occupano di questi temi. Dietro a profili internazionali ci sono realtà come l?Ispi di Milano, che ogni anno diploma esperti in Cooperazione e sviluppo internazionale, Ong e sviluppo, Emergenze e interventi umanitari. Come ogni motore anche quello della Ferrari del non profit ha bisogno di carburante. Ecco, allora, che le imprese della solidarietà sono in cerca di manager e fund raiser. L?Asvi gestisce la preparazione di questi professionisti (dal 98 ha attivato anche un corso integrato su internet). Marco Crescenzi, curatore del saggio Manager e management del non profit – La sfida etica, (in vendita da fine ottobre a 40 euro), registra una vero e proprio boom del settore, ma non sottovaluta le incomprensioni che possono nascere dall?incontro fra una realtà non profit e un professionista proveniente dall?impresa tradizionale. «I dirigenti degli enti di solidarietà», argomenta Crescenzi, «generalmente sono macchinosi e lenti nei processi decisionali e non riescono a definire con chiarezza gli obiettivi del personale. Ma anche i manager che passano al non profit devono capire l?importanza della dimensione etica, a loro estranea». Un altro pilastro nella creazione di esperti nella ricerca di fondi è la Fund raising school, nata nel 99. Paolo Venturi all’orizzonte vede una grande futuro per la professione: «Pochi anni ancora e l?impresa sociale entrerà da protagonista anche nell?economia pubblica. Scuole, ospedali, università esternalizzeranno i servizi.Il trend è confermato dalla valanga di richieste che riceviamo per i nostri corsi, e dalla disponibilità di tempo che mettono a disposizione i corsisti, che nella maggior parte delle volte già lavorano». Nuovi trend In movimento anche il mondo accademico. C?è chi punta al management culturale, come l?Università di Bologna che propone un master in International Studies in philantropy. Il Cenpro, centro di ricerca sulle organizzazioni senza scopo di lucro dell?ateneo di Genova, propone iniziative formative che guardano al non profit, come L?impresa sociale e il mercato: accreditamento e qualità (gennaio 2003) e La centralità delle risorse umane nell?impresa sociale (febbraio 2003). Input I nuovi social job su www.asvi.it, www.catis.net, www.ispionline.it, www.cenpro.unige.it, www.maieutica.it, www.ciscorno.it, www.fundraisingschool.it , www.asvi.it.

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