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Istituti professionali in crisi per i tagli. Abbiamo perso lo stage

L'alternanza scuola-lavoro é al centro della riforma Moratti. Ma la realtà va tutta in un'altra direzione.

di Cristina Corbetta

La promessa era, ed è: pari dignità al canale della formazione professionale rispetto agli studi liceali. La riforma Moratti rilancia la formazione professionale come uno dei capisaldi del sistema scolastico, e prevede come elemento portante di questo sistema precise ?certificazioni di competenza? legate a esperienze di alternanza scuola lavoro.
Fin qui le intenzioni della legge delega, salutate con entusiasmo anche dal mondo imprenditoriale. Insomma, è sembrato che l?assenza di un canale professionalizzante fosse il vero limite del sistema educativo italiano.
Con queste premesse, era logico attendersi da subito un?attenzione particolare a quelle attività che negli istituti professionali sono già in linea con le indicazioni della riforma. Invece, cosa succede? Che in questi giorni dagli istituti professionali italiani si leva un grido di allarme: mancano i soldi per finanziare la cosiddetta ?terza area?, ovvero i corsi e gli stage che le scuole garantiscono per la formazione dei loro alunni, attività previste dalla legge e parte integrante del percorso scolastico.
I dirigenti scolastici confermano: questi corsi e questi stage sono di vitale importanza: “In genere si tratta di 200-300 ore all?anno da spendersi in stage presso aziende o in incontri con esperti esterni alla scuola”, spiega Francesco Bellangino, preside dell?Istituto tecnico professionale Fiocchi di Lecco. “Alla fine viene rilasciato un attestato; ad esempio la nostra scuola forma esperti di impianti elettrici, di assemblaggi per computer, di problematiche ambientali e alimentari, di automatismi industriali. Sono corsi indispensabili, che organizziamo in collaborazione con una sessantina di aziende del territorio e che il ministero ha sempre finanziato con una cifra di circa 10mila euro a classe. Quest?anno però, nonostante le nostre sollecitazioni, non abbiamo notizie di questi fondi”.
Dalla Lombardia alla Campania, l?allarme è lo stesso. Settimana scorsa ai presidi campani sono stati assicurati fondi sufficienti a coprire le spese per la terza area di quest?anno: “Ma ci è stato detto chiaramente che si tratta di fondi ?non a regime?”, spiega Enrico Rocco, professore dell?istituto professionale Sannino a Napoli ovvero validi per questa emergenza; né ci è stato spiegato il motivo del taglio di questi fondi statali”.
Rocco sottolinea il paradosso: l?esperienza della terza area del quarto e quinto anno delle scuole professionali è stata presa a modello per la proposta dell?alternanza scuola-lavoro della riforma Moratti: “è incredibile che ci si trovi a dover fare i conti con questi tagli drastici, che obbligano a ridimensionare e a svilire l?esperienza professionale. Se il governo crede in queste esperienze, le lasci vivere”.

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