Economia

Istat: sempre meno italiani e sempre più vecchi

Per il quarto anno consecutivo, segnala l'Istat, cala la popolazione in Italia: al 1 gennaio è pari a 60 milioni 391mila, oltre 90mila in meno sull'anno precedente (-1,5 per mille). Al 1° gennaio 2019 gli over 65enni sono 13,8 milioni (rappresentano il 22,8% della popolazione totale), i giovani fino a 14 anni sono circa 8 milioni (13,2%), gli individui in età attiva sono 38,6 milioni (64%). Secondo Uecoop, l’Unione europea delle cooperative. è allarme welfare

di Redazione

Sempre meno residenti in Italia, dove gli stranieri invece aumentano e rappresentano l'8,7% della popolazione; e ancora meno nascite. Per il quarto anno consecutivo, segnala l'Istat, cala la popolazione in Italia: al 1 gennaio è pari a 60 milioni 391mila, oltre 90mila in meno sull'anno precedente (-1,5 per mille). Scendono i cittadini italiani (55 milioni 157mila unità, -3,3 per mille), mentre gli stranieri residenti sono 5 milioni 234mila (+17,4 per mille).Nel 2018 ci sono state 449mila nascite, ossia 9mila in meno del precedente minimo registrato nel 2017.

Il saldo naturale nel 2018 è negativo (-187mila), risultando il secondo livello più basso nella storia dopo quello del 2017 (-191mila). Prosegue la crescita, in termini assoluti e relativi, della popolazione anziana. Al 1° gennaio 2019 gli over 65enni sono 13,8 milioni (rappresentano il 22,8% della popolazione totale), i giovani fino a 14 anni sono circa 8 milioni (13,2%), gli individui in età attiva sono 38,6 milioni (64%). Il numero medio di figli per donna (1,32) risulta invariato rispetto all’anno precedente. L’età media al parto continua a crescere, toccando per la prima volta la soglia dei 32 anni.

Nel 2018 si registra un nuovo aumento della speranza di vita alla nascita. Per gli uomini la stima è di 80,8 anni (+0,2 sul 2017) mentre per le donne è di 85,2 anni (+0,3). Lo rende noto l’Istat in un comunicato. A 65 anni di età la speranza di vita residua è di 19,3 anni per gli uomini (+0,3 sul 2017) e di 22,4 anni per le donne (+0,2).

Gli ultimi dati Istat registrano uno storico aumento degli anziani: sono cresciuti di oltre mezzo milione dal 2015 a oggi. Un vero e proprio record di over 65 che hanno raggiunto per la prima volta i 13,8 milioni. Davanti a questi dati appare sempre più evidente l’urgenza di potenziare il sistema di welfare italiano per l’assistenza sociale e sanitaria unendo le forze del pubblico con quelle del privato per un razionale impiego delle risorse disponibili. A lanciare l’allarme l’Uecoop, l’Unione europea delle cooperative.

L’invecchiamento progressivo della popolazione mette sotto pressione il sistema del welfare italiano per un’assistenza di qualità all’interno e all’esterno del perimetro della famiglia – spiega Uecoop – considerato che in Italia si contano circa 2,2 milioni di persone sopra gli 85 anni e che il nostro Paese detiene il record europeo, insieme alla Francia, del maggior numero di ultracentenari in vita, oltre 14mila.
Con questa situazione – sottolinea Uecoop – potenziare il welfare su alcune fasce di popolazione è una scelta obbligata con un maggiore coinvolgimento del mondo cooperativo socio assistenziale che si sta già occupando di 7 milioni di famiglie grazie a oltre 355mila addetti sul territorio nazionale, mentre cresce la domanda presso le case di riposo che nel settore privato hanno registrato un aumento del 40% dei posti letto nel decennio compreso fra il 2006 e il 2016 con 500 milioni di euro di investimenti da parte di società italiane e straniere nel 2017 su compravendite di strutture per anziani fra Lombardia, Piemonte, Lazio e Toscana secondo il report di Collier International Italia.

Considerato il trend di invecchiamento della popolazione – conclude Uecoop – diventa quindi strategico formare nuove schiere di professionisti dell’assistenza in grado di seguire al meglio gli anziani dentro e fuori le residenze, anche considerato che i non autosufficienti sono già 2,5 milioni e raddoppieranno entro il 2030.

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