Famiglia
Istat: presentato il rapporto 2006
La tenuta e lo sviluppo della ripresa in atto si giocano, immediatamente, sugli investimenti e sui consumi privati e, in particolare, sulla possibilita' che il reddito disponibile delle famiglie torn
di Redazione
“La tenuta e lo sviluppo della ripresa in atto si giocano, immediatamente, sugli investimenti e sui consumi privati e, in particolare, sulla possibilita’ che il reddito disponibile delle famiglie torni a crescere”. E’ quanto afferma il presidente dell’Istat, Luigi Biggeri, secondo cui in Italia “permane la vulnerabilita’ connessa alla condizione della finanza pubblica, pur migliorata, e in particolare al consistente stock di debito”. Nelle considerazioni conclusive al rapporto annuale 2006, presentato a Montecitorio, Biggeri osserva che il consolidamento della crescita passa “necessariamente attraverso l’allentamento dei vincoli strutturali, lo stimolo alle situazioni da valorizzare, nonche’ la capacita’ di cogliere le opportunita’ che emergono”.
Secondo il presidente deell’Istat “risulta evidente la difficolta’ del sistema produttivo italiano ad adottare le strategie seguite con successo dai nostri partner europei. Piu’ di un terzo delle imprese italiane, un milione e mezzo con quasi 5 milioni di addetti, adotta, infatti, struture organizzative e modelli di comportamento che mirano a realizzare un reddito stabile ed adeguato per l’imprenditore e la sua famiglia (oltre che per i lavoratori che vi operano), senza investire su prospetive di crescita di medio e lungo termine. Queste imprese non sono sensibili agli incentivi alla modernizzazione, all’investimento e all’aggiornamento del modello di specializzazione tradizionale”. Secondo Biggeri gli incentivi se sarebbero necessari per modificare la situazione sono “articolati e ingenti”. Dal rapporto emerge che le imprese italiane sono piu’ interessate a cercare di migliorare quello che gia’ sanno fare, che a imboccare strade nuove, e questi timidi segnali propongono – osserva Biggeri – alle “politiche i temi del rafforzamento della disponibilita’ di infrastrutture e servizi e di un ‘marketing localizzativo’ mirato – oltre che all’attrazione di investimenti stranieri – alle imprese italiane tentate dalla delocalizzazione all’estero”. Il presidente dell’Istat ritiene che i rischi sociali connessi al’invecchiamento della popolazione vanno affrontati con “interventi diversificati” e occorre intervenire sulle situazioni di disagio delle famiglie. Quanto all’immigrazione, non e’ realistico considerarla una “risorsa illimitata” per ripianare lo squilibrio del sistema previdenziale. Altro grave problema da affrontare e’ il dualismo territoriale tra Nord e Sud che continua a caratterizzare il Paese. “Occorre offrire – conclude Biggeri – un quadro di orizzonti individuali sufficientemente certi, fornire prospettive di crescita valide e credibili per tutti, per le raghazze e i ragazzi, per le giovani coppie, per le madri lavoratrici, per gli anziani, per gli immigrati, per i lavoratori, per gli imprenditori. Soltanto cosi’ si riuscira’ a guardare oltre le sfere individuali e a sviluppare la propensione a fare sistema”.
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