Formazione

Istat: la povertà non è più la stessa

Il paniere da quest'anno tiene conto anche delle differenze geografiche del costo della vita. E così si è scoperto che...

di Redazione

Quando si può definire povera una persona? Nella sua indagine annuale l’Istat quest’anno, per la prima volta, ha modificato i parametri con cui misurare il tasso di indigenza fra gli italiani. Un nuovo metodo che la direttrice generale dell’istituto di statistica, Linda Laura Sabbadini ora illustra nel dettaglio.
Vita: Quali sono le novità?
Linda Laura Sabbadini: Si parte da un presupposto: i bisogni che devono essere soddisfatti sono uguali per tutti i cittadini. Quindi per misurare la povertà assoluta abbiamo definito i bisogni in riferimento a un insieme di beni e servizi essenziali per una vita dignitosa. E abbiamo assegnato un valore ai beni che devono essere acquistati. Quel che cambia dunque sono i costi di tali beni e servizi.
Vita: Quindi?
Sabbadini: Abbiamo considerato i prezzi come variabili sul territorio relativamente al Centro, Nord e Sud, ma anche alle dimensioni dei comuni di residenza. A questo punto abbiamo sommato i valori i tutti i beni e di tutti i servizi. Abbiamo ottenuto così la soglia di povertà assoluta: se una persona si colloca al di sotto, cioè non riesce a spendere almeno quanto è il valore di questa soglia, è un povero assoluto.Un povero assoluto in relazione a un dato contesto territoriale. E questo è calcolato tenendo conto delle tipologie familiari. Valutando ad esempio il fabbisogno nutritivo anche in relazione alla combinazione delle persone, alla presenza di bimbi piccoli. Questo consente di avere tante soglie di povertà a seconda della tipologia della famiglia, della collocazione geografica e del comune di residenza. Un nucleo con tre componenti ha una soglia di povertà pari a 1.248 euro se vive in un’area metropolitana o a 1.146 se abita in un piccolo comune sempre del Nord. Soglie che al Sud scendono rispettivamente a 966 e a 899 euro.
Vita: In pratica fotografie individualizzate?
Sabbadini: Che tra l’altro potrebbero aiutare pure le politiche. Se un’amministrazione nel suo territorio o anche lo stesso governo vogliono introdurre degli aiuti, in questo modo riescono a individuare i target più bisognosi e la loro soglia di povertà assoluta. Sono quindi più a portata di mano interventi mirati e diversificati.
Vita: Con la nuova metodologia quali novità emergono?
Sabbadini: In precedenza era più in evidenza la difficoltà del Sud. Con il nuovo metodo possono emergere anche le sacche di povertà del Centro e del Nord, in modo più chiaro che in passato. Certo il Sud continua ad avere la situazione più critica. Ma prima, non utilizzando la differenza dei prezzi sul territorio, il Nord era un po’ sottostimato.

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