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Issoufou: in Sahel, la povertà il principale alleato degli Jiahdisti

Il presidente del Niger Mahamadou Issoufou smentisce le voci insistenti riguardanti il ​​presunto pagamento di un riscatto di 20 milioni di euro ai rapitori degli ostaggi francesi rilasciati nel mese di ottobre

di Joshua Massarenti

Bruxelles – "Nessun riscatto è stato mai pagato". Il presidente del Niger Mahamadou Issoufou smentisce le voci insistenti riguardanti il ​​presunto pagamento di un riscatto di 20 milioni di euro ai rapitori degli ostaggi francesi rilasciati nel mese di ottobre dopo tre anni di sequestro nel Sahel. In questa intervista rilasciata ad Afronline e dei media africani durante la sua visita a Bruxelles per partecipare alle Giornate europee dello sviluppo, il Presidente Isoufou ha ribadito "la necessità di unire le forze sulle misure di sicurezza e di agire a livello regionale per affrontare le minacce comuni". Ma gli jihadisti e le organizzazioni criminali non possono essere sconfitti senza un maggiore impegno sul fronte dello sviluppo, perché "la povertà rimane il loro principale alleato".

Il Niger è uno dei paesi più poveri del mondo, collocandosi all'ultimo posto tra 186 paesi nel 2012 secondo l’Indice di Sviluppo Umano delle Nazioni Unite (UNDP). Per aiutare il paese a uscire dalla povertà, il Commissario europeo per lo Sviluppo, Andris Piebalgs, ha recentemente annunciato a Niamey la decisione di attribuire 542 milioni di euro al Niger nell’ambito del 11° Fondo europeo per lo sviluppo (2014-2020), oltre una trentina in più rispetto ai 508 milioni erogati nell'ambito del 10° FES. "L'Unione europea interverrà in quattro settori prioritari", sottolinea Mahamadou Issoufou: “la sicurezza alimentare, settori sociali, le infrastrutture così come la sicurezza e la stabilità interna”.

Signor Presidente, tutti riconoscono il ruolo cruciale che lei ha svolto per liberare gli ostaggi rapiti in Niger, ma dopo la liberazione è nata una polemica sulle condizioni del loro rilascio. Parigi e Niamey negano qualsiasi pagamento di riscatto, senza convincere l'opinione pubblica, soprattutto in Niger e in Francia. Ci può confermare che nessun riscatto è stato mai pagato ai sequestratori ?
Lo confermo. Nessun riscatto è stato mai pagato. Abbiamo usato – come ho già dichiarato – altri approcci che ci hanno consentito di raggiungere questo risultato. E vorrei sottolineare che questi ostaggi sono stati detenuti per più di tre anni, durante i quali il Niger si è impegnato a creare tutte le condizioni per liberarli, dato che sono stati rapiti nel nostro territorio. A costo di ripetermi, abbiamo ottenuto la loro liberazione senza il pagamento di alcun riscatto.

Quali sono oggi i mezzi migliori per combattere efficacemente il terrorismo nella regione del Sahel?
C'è una risposta a breve termine e una a lungo termine. A breve termine è necessario rafforzare le misure di sicurezza nella regione, ogni paese deve fare regolamenti per difendere sia i suoi confini sia la sicurezza delle persone e delle merci all'interno del suo territorio. I Paesi dovrebbero anche unire le forze sulle misure di sicurezza per affrontare le minacce comuni. Questa è una soluzione immediata. La soluzione a lungo termine è lo sviluppo: sia sociale che economico. Vediamo una connessione tra sicurezza e sviluppo. Questi, insieme con la lotta contro la povertà, possono creare le condizioni per lo sviluppo sociale ed economico. La povertà è il principale alleato di jihadisti e di organizzazioni criminali: se la povertà finisse, sarebbe un passo significativo verso la protezione del Sahel.

Lei pensa che paesi come il Burkina Faso, Mali, Mauritania e Senegal facciano abbastanza per sradicare il terrorismo?
Tutti i paesi sanno di dover agire contro le minacce comuni come il terrorismo e le organizzazioni criminali, è necessario unire le nostre forze per affrontare queste sfide.

Che obiettivi si era fissato partecipando alle Giornate europee dello sviluppo (EDD),  quale il suo bilancio?
La mia presenza era legata al tema delle Giornate europee dello sviluppo: l'agenda di sviluppo post-2015. Abbiamo definito gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio qualche anno fa: ci siamo riuniti per valutare i risultati ottenuti e cosa dobbiamo puntare per il dopo 2015. Sono particolarmente soddisfatto del consenso che si è venuto a creare sul tema della sicurezza come condizione principale per lo sviluppo. Prima un tale consenso non esisteva ed è stato raggiunto solo di recente.

L'UE fornisce aiuti allo sviluppo al Niger, ma l'uso insufficiente di questi fondi ha influenzato negativamente la possibilità per il paese di lottare efficacemente contro la povertà. Che cosa intende fare per invertire questa tendenza ed evitare di scoraggiare i vostri partner?
La tendenza è già stata invertita: l'UE ha stanziato risorse in Niger attraverso il 10° Fondo europeo di sviluppo (FES). Abbiamo appena firmato le ultime convenzioni e useremo il 100% delle risorse assegnate al nostro paese. Questo avverrà nonostante il ritardo causato dal blocco dei fondi di cooperazione allo sviluppo causati dalla crisi politica del 2009-2010, ma questo ritardo verrà colmato. Sono anche lieto che l’undicesimo FES sosterrà il Niger in settori strategici, con un aumento dei fondi significativo rispetto al decimo FES.

Tradotto da Irene Crivellini

© Afronline.org, Sud FM (Senegal), Le Calame (Mauritania), Les Echos, Réseau radiophonique Jamana (Mali), Radio Anfani (Niger), Radio Horizon FM (Burkina Faso), L’Autre Quotidien (Benin).

L’intervista è stata realizzata a Bruxelles per Afronline.org, il sito d’informazione del gruppo Vita dedicata all’Africa, e dei media partners africani nel quadro di un progetto editoriale dedicato al Sahel.

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