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Israele: usciti dal governo tre ministri del Likud

Hanno ceduto dopo un braccio di ferro con il leader Nathanyahu. Resiste invece Shalom.

di Chiara Brusini

E’ finita la tregua che era stata concessa dalla destra israeliana al governo dopo il ricovero d’urgenza di Ariel Sharon. Sebbene le condizioni del primo ministro siano ancora gravissime, tre ministri su quattro del Likud si sono dimessi, dando seguito a una decisione gia’ presa dal loro leader, Benjamin Netanyahu, protagonista di un braccio di ferro con Sharon sul ritiro dai territori palestinesi che si e’ risolto con l’uscita del primo ministro dal Likud.

Le dimissioni non avranno alcun impatto immediato sull’azione del governo il cui interim e’ stato rilevato da Ehud Olmert, fino alle elezioni generali del 28 marzo. “Il presidente del Likud, Benjamin Netanyahu, ha consegnato le lettere di dimissioni alla segreteria di gabinetto a Gerusalemme”, si legge in un comunicato del partito. Il ministro dell’Agricoltura, Yisrael Katz, il ministro dell’Istruzione, Limor Livnat, e il ministro della Sanita’, Danny Naveh, dopo le resistenze iniziali, hanno accolto l’invito a rassegnare le dimissioni ricevuto da Netanyahu determinato a prendere le distanze, in vista della campagna elettorale, dalla linea del governo ormai condizionata dai ministri di Kadima, il nuovo partito centrista fondato da Sharon.

Il quarto ministro del Likud, Silvan Shalom, responsabile del dicastero della Difesa, dovrebbe rimettere il proprio mandato domenica: una piccola soddisfazione nei confronti di Netanyahu che il mese scorso lo sconfisse nella battaglia per la presidenza del partito dopo l’uscita di Sharon.

Le dimissioni sono arrivate poche ore prima che i tremila delegati del Likud iniziassero a votare per le liste dei candidati alle elezioni di marzo, tenendo conto dei sondaggi che danno vincente il Kadima. Diventeranno esecutive tra quarantott’ore e Olmert ha la facolta’ di nominare i nuovi ministri.

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