Cultura

Israele: un abitante su 5 sotto la soglia di povert

Il 27% sono bambini. Rapporto ufficiale relativo al 2001, citato da ''Ha'aretz'', che sottolinea come il numero di poveri sia aumentato l'anno scorso di 81mila unit

di Redazione

Un israeliano su cinque vive sotto il livello della poverta’, una condizione subita dal 27% dei bambini del Paese. Lo rende noto un rapporto ufficiale relativo al 2001, citato da ”Ha’aretz”, che sottolinea come il numero di poveri sia aumentato l’anno scorso di 81mila unita’ (50mila i bambini), raggiungendo un totale di 1,17 milioni di poveri (531mila i bambini) pari al 19,6 per cento della popolazione. I dati raccolti dall’Istituto Nazionale delle Assicurazioni e dal ministero del Lavoro e del Welfare, appaiono poco dopo l’uscita dal governo del partito laburista, dovuta a contrasti sui tagli di bilancio. Tali tagli, afferma il documento, porterebbero ad un ulteriore aumento della poverta’. Entro la fine dell’anno, dopo l’entrata in vigore dei tagli, un bambino su tre potrebbe vivere sotto la soglia della poverta’. Il rapporto sottolinea che i cinque decimi della popolazione al livello piu’ basso sono l’obiettivo del 70 per cento dei tagli di bilancio, mentre i due decimi piu’ alti sono destinatari del nove per cento dei tagli. Le zone che piu’ soffrono della crisi economica sono la citta’ di Haifa e Bat Yam, un sobborgo di Tel Aviv. Qui la percentuale di poveri e’ salita rispettivamente dall’11,6% al 14,8% e dal 14% al 19%. Infine nel 2001 e’ cresciuto il divario fra ricchi e poveri: la parte di reddito nazionale dei tre decimi piu’ poveri della nazione e’ scesa dal 4,5% al 3,5%, mentre e’ salita dell’1,35 per i due decimi piu’ ricchi. Lo studio stabilisce il livello di poverta’ sotto 2.768 shekel al mese (circa 580 euro) per una coppia, sotto 4.428 shekel (circa 930 euro) per una coppia con due figli e sotto 5881 shekel (circa 1170 euro) per una coppia con quattro figli. I risultati del rapporto pesano sul dibattito in corso alla Knesset sul bilancio 2003. Il provvedimento e’ stato approvato in prima lettura, ma servono altre due votazioni in aula. Il partito laburista ha lasciato il governo di unita’ nazionale perche’ non condivideva la ripartizione dei tagli, imposti dalle maggiori spese di difesa. I laburisti chiedevano un minor sostegno economico agli insediamenti per favorire invece le fasce piu’ deboli della popolazione.

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