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Israele: scandalo elettorale nel Likud
Due membri chiave del comitato centrale del partito conservatore sono stati arrestati nella notte con l'accusa di aver comprato voti per le primarie.
di Redazione
Lo scandalo dei voti comprati per le primarie del Likud sta focalizzando l’attenzione della campagna elettorale in Israele, dopo che due membri chiave del comitato centrale del partito conservatore sono stati arrestati nella notte. Al centro del ”Candigate”, vi e’ il sospetto che alcuni candidati abbiamo comprato i voti necessari ad ottenere posti in cima alla lista elettorale per la consultazione del 28 gennaio, assicurandosi cosi’ l’elezione alla Knesset, il parlamento israeliano. La deputata Nehama Ronen, precipitata agli ultimi posti della lista, ha raccontato ad esempio di essere stata avvicinata da quattro membri del comitato centrale, che le hanno chiesto di pagare mille shekel (circa 220 euro) a voto. L’ordine di comparizione sulla lista e’ stato determinato con una votazione interna al Comitato Centrale, composto da 2500 membri.
I vertici del partito, allarmati dalle possibili ricadute elettorali, hanno chiesto a gran voce che sia fatta luce sullo scandalo. Secondo gli analisti, il ”Candigate” non dovrebbe pero’ impedire l’annunciata vittoria del Likud del premier Ariel Sharon, quanto ridimensionarla. Paradossalmente, come sottolinea oggi un commento su Ha’aretz, una vittoria piu’ contenuta potrebbe piacere a Sharon che punta ad un governo di coalizione nazionale con i laburisti. Un’ampia vittoria dei conservatori potrebbe spingere invece verso una coalizione con i soli partiti della destra
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