Cultura

Israele: preoccupazione per islamizzazione Europa

Su Maariv la sintesi di un rapporto confidenziale del ministero degli esteri israeliano

di Paul Ricard

La forte crescita in Europa di comunita’ musulmane e’ oggetto di un preoccupato rapporto confidenziale del ministero degli esteri israeliano, il cui contenuto e’ stato rivelato oggi dal quotidiano Maariv. In un articolo dal titolo ‘Israele sospetta che l’Islam possa dominare l’Europa’, il giornale afferma che a giudizio degli autori del rapporto la crescita delle comunita’ di religione musulmana e il coinvolgimento di islamici europei in alcuni dei piu’ gravi fatti di terrorismo degli ultimi anni stanno richiamando l’attenzione dell’opinione pubblica europea su queste comunita’ che gia’ contano complessivamente almeno una quindicina di milioni di persone. La crescita di queste comunita’, caratterizzate inoltre da un alto tasso di natalita’ e da una forte immigrazione preoccupa, secondo il rapporto, gli stati europei che temono minacce alla loro sicurezza e al loro tessuto sociale. Questa crescita rischia di aumentare l’influenza musulmana sul futuro volto dell’Europa. Gli autori del rapporto identificano due tendenze contrastanti: da un lato ci sono parti considerevoli di queste comunita’ che aspirano ad assimilarsi nelle societa’ che le ospitano, dall’altra piccoli gruppi radicali che invece esigono il riconoscimento di una loro differente identita’. Negli stati dove le comunita’ musulmane sono piu’ numerose, come in Francia, in Germania e in Gran Bretagna, gli immigrati musulmani tendono a rinchiudersi in comunita’ di persone che provengono dai paesi di cui sono originari e a creare istituzioni comunitarie, religiose e etniche differenziate. Stando al rapporto sono attivamente presenti in Europa decine di organizzazioni si ispirano a ideologie islamiche radicali. Queste svolgono opera di propaganda ideologica per mezzo di predicatori di messaggi estremisti, in genere in improvvisate moschee che sfuggono ai controlli governativi, in special modo nei settori piu’ poveri ed emarginati di queste comunita’.


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