Cultura

Israele, la pace si fa in tre

Anche Giovanni Battistelli era presente al capitolo generale di Assisi. E ha lanciato l’allarme sulla condizione dei cristiani in Terrasanta.

di Ettore Colombo

“Comunicare, dialogare, evangelizzare”, è il motto dei frati francescani, ma con soavità e discrezione. Anche a costo di apparire meno di quanto meritino, sui mass media o di essere confusi con altre ?famiglie? (i Conventuali del Sacro convento oppure i Cappuccini, quelli di padre Pio, per capirci) che sempre dal ceppo originario della parola del Santo prendono ispirazione, ma godono di maggiore stampa, forse perché più dentro alle cose italiane e meno sparsi per il mondo dove, “con semplicità e letizia, sincerità e servizio”, operano i frati Francescani minori. “Ci vogliono religiosi più coraggiosi, per la pace”, ha esortato padre Giacomo Bini, ministro generale uscente dei Francescani minori. E ha aggiunto: “Il mondo ha più che mai bisogno di persone pacificate, sagge e impegnate nel favorire la riconciliazione, la giustizia e la pace. Il nostro stesso carisma ci chiede di essere presenti attivamente, in minorità e fraternità, nei luoghi di frontiera”. Nei luoghi di frontiera i Francescani ci stanno eccome. In Medio Oriente, ad esempio. “Le condizioni in Terrasanta non sono migliorate”, sospira al telefono il custode di Terrasanta, il francescano padre Giovanni Battistelli, in questi giorni in ritiro ad Assisi con tutti i suoi confratelli per il Capitolo generale dell?Ordine dei frati minori, e che raggiungiamo grazie all?efficiente padre Pinto Ostuni che si occupa di curare i discreti rapporti dell?Ordine con la stampa. “In questi giorni si parla molto dei colloqui di pace tra Sharon e Abu Mazel, di road map, di nuove strade. Ma la nostra gente”, dice Battistelli, “i cristiani locali e i pellegrini, soffrono di difficoltà di movimento già ora e i nuovi confini tra i due Stati potrebbero tracciare dei solchi e dei muri invalicabili per chi vuole andare a pregare e visitare i Luoghi santi. Rischiamo davvero che si trasformino in musei morti, mentre per noi sono luoghi vivi e ricchi di amore”. “I continui coprifuoco hanno aggravato la situazione”, continua Battistelli, “senza dimenticare il progetto per la costruzione di un muro intorno a Betlemme che prevedeva la demolizione di altri nuclei abitativi e la separazione dal resto della città di un gruppo di 60 famiglie cristiane. Progetto per ora sventato, ma che ci ha procurato molte tensioni con i musulmani e con le autorità locali sia ebraiche che palestinesi”. “Inoltre”, spiega padre Battistelli, “continuano a scarseggiare viveri e medicinali e ora anche le case dopo le demolizioni a opera dell?esercito israeliano, per non parlare della mancanza di lavoro e di libertà di movimento che rovina la vita dei nostri fratelli”. Per questo la Custodia francescana in Terrasanta ha lanciato proprio a Betlemme un piano per la realizzazione di case per famiglie cristiane bisognose o che hanno avuto la loro abitazione distrutta dai soldati, piano cui anche il Papa ha contribuito, ma le nostre famiglie cristiane sono costrette sempre più a lasciare questa terra. “Dialogare e insieme evangelizzare è davvero un compito difficile, ma non ci perdiamo d?animo”, conclude padre Battistelli, da 40 anni in Terrasanta. “Non è concepibile la guerra in nome di Dio”, hanno ribadito i francescani riuniti a congresso ad Assisi, riferendosi all?Iraq e allo stesso Medio Oriente e “la pace in Terrasanta significa la pace in tutto il mondo”, ha spiegato tra gli applausi padre Ibrahim Faltas, custode della Basilica della Natività di Betlemme, accusato di aver ?coperto? 200 terroristi durante i 39 drammatici giorni dell?assedio alla basilica posto dall?esercito israeliano per stanarli. “Abbiamo difeso l?uomo, la vita di chi stava dentro e di chi stava fuori”, ribatte ora con forza padre Battistelli, “e non bisogna mai dimenticare che sono morti nove palestinesi. E i nostri frati hanno saputo mediare tra i contendenti, evitando un massacro e salvando le vite di tutti”. Perché, dicono loro, “tutti nasciamo da Gerusalemme”. Info: Francescani online I Francescani su Internet sono attivissimi: hanno un sito ben curato (CAP.GEN.2003) che fa il punto sulle loro attività, ma soprattutto link alle loro province e due settori attivissimi: il dipartimento Giustizia e pace, che si è occupato a lungo di globalizzazione, e una ong (OFM – Rome – Justice and Peace), che si occupa di pace e solidarietà con tutto il mondo, anche se il lavoro più difficile e pericoloso lo svolgono in Terrasanta.


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