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Israele. Arafat assediato, tensione alle stelle

Il presidente dell'Anp è asserragliato a Ramallah. "Morirò da martire", dice. E Sharon: "Arafat è finito". Spiragli per una mediazione internazionale?

di Ettore Colombo

“Quello palestinese è un popolo di giganti, non cederò”. Dall’assedio di Ramallah, Yasser Arafat lancia la sua ultima sfida a Sharon, che stamattina ne aveva recitato il “de profundis” politico. Ma Israele tira dritto e fa capire di volere chiudere il conto una volta per tutte con il vecchio leader, asserragliato da giovedì nel suo quartier generale, la Muqata, ormai ridotta a un cumulo di macerie. Oggi, il vice ministro della difesa Shiri ha detto che Arafat è libero di uscire dall’edificio e andarsene, ma ha anche precisato che in tal caso non potrà più tornare. “Se decide di andarsene, gli daremo un biglietto di sola andata e se vuole lo aiuteremo a trovare un buon posto (all’estero)”. Ma non potrà più tornare né in Israele né nei Territori. Soluzione che il presidente palestinese non prende nemmeno in considerazione al momento, nonostante la situazione si faccia di ora in ora più critica: “Morirò da martire”, fa sapere. E dorme tenendo una mitraglietta Uzi accanto al letto. Ma nelle ultime ore si è aperto uno spiraglio: in seguito alle pressioni internazionali, soprattutto di Russia e Usa, e alle proteste palestinesi di piazza, il governo Sharon ha ordinato di interrompere la demolizione della Muqata, il quartier generale di Arafat, di cui peraltro resta in piedi un solo edificio, quello in cui è barricato il raìs.
In mattinata, però, Sharon aveva decretato la fine politica di Arafat, pur garantendone l’incolumità: ?Non abbiamo intenzione di colpirlo ma Yasser Arafat è finito. Per me, Arafat era finito già da tempo, spero che adesso anche i palestinesi se ne rendano conto, che capiscano dove quell’uomo li ha trascinati”.
Sul fronte internazionale la Russia, tramite il ministero degli Esteri Ivanov, ha chiesto a Sharon di porre fine all’assedio. Lunedì, in una riunione d’emergenza, la Lega araba esaminerà una situazione ormai esplosiva. E una proposta di compromesso avanzata dagli Usa per por fine all?assedio sarebbe stata respinta da Gerusalemme (ma la notizia non trova ancora conferma presso fonti ufficiali), mentre l?Iran ha chiesto un “intervento urgente” della comunità internazionale per porre fine all’assedio. Anche Re Abdallah II di Giordania ha iniziato a muoversi e ha fatto sapere ad Arafat che farà tutto il possibile per esercitare pressioni su Israele in modo che le truppe israeliane pongano fine all’assedio del quartier generale dello stesso Arafat a Ramallah.
Intanto sul fronte interno continuano le manifestazioni in sostegno di Arafat organizzate da Al-Fatah. Stamane alcune centinaia di dimostranti si sono concentrati nel centro di Gaza, da dove si sono poi diretti verso la sede del Consiglio legislativo palestinese (Clp, il Parlamento). Nelle manifestazioni della scorsa notte a Ramallah e in altre località della Cisgiordania, i dimostranti hanno sfidato il coprifuoco imposto dall’esercito israeliano e almeno quattro palestinesi sarebbero stati uccisi dal fuoco dei soldati (una trentina i feriti). Stamane a Nablus un adolescente palestinese di 14 anni è stato ucciso dal fuoco dell’esercito che tentava di disperdere le manifestazioni spontanee a sostegno del leader assediato.

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