Mondo

Israele apre a nuova leadership palestinese

Scongelati, da parte di Israele, 40 milioni di dollari di proventi fiscali destinati all'Autorità nazionale palestinese. Lo rende noto il New York Times

di Joshua Massarenti

Con la morte di Yasser Arafat arrivano i primi segnali di apertura del governo del premier israeliano Ariel Sharon al dialogo con la nuova leadership palestinese. Uno di questi è sicuramente la proposta di rimuovere le forze di sicurezza dai territori per facilitare le elezioni presidenziali che si terranno entro due mesi per eleggere il successore di Arafat a presidente dell’Autorità nazionale palestinese, previste nei prossimi due mesi. Un altro, altrettanto importante, e’ lo scongelamento, da parte di Israele, di 40 milioni di dollari di proventi fiscali destinati all’Autorita’ nazionale palestinese. Il ridislocamento delle forze militari nei territori in vista delle elezioni, potrebbe riaccendere la violenza contro lo stato ebraico, ma che Sharon non esclude, almeno sotto determinate condizioni. ”Quando si fa strada la possibilità di indire elezioni entro 60 giorni, la questione è cosa fare con i militari – spiega un funzionario di Tel Aviv – Si vuole libertà di movimento per i palestinesi, ma bisogna assicurarsi che non venga fatto nulla che possa minacciare le vite degli israeliani”. Ma Israele – si legge ancora sul quotidiano newyorkese – starebbe anche pensando alla possibilità di concedere ai palestinesi che vivono a Gerusalemme di votare, come fecero nel 1996 quando vinse Arafat.

La morte di Arafat viene dunque vista da Israele come un’occasione per avvicinare e aprire un dialogo con la leadership palestinese più moderata, soprattutto per ottenere da quest’ultima un forte sostegno al piano di ritiro da Gaza approvato alla Knesset, il parlamento israeliano, nelle scorse settimane. Non una semplice occasione, ma ”una grande chance” per costituire lo stato palestinese, secondo il presidente americano George Bush, che venerdì, giorno dei funerali di Arafat al Cairo e della sepoltura a Ramallah, ha incontrato il premier britannico Tony Blari alla Casa Bianca. Dello stesso avviso anche il segretario di Stato americano Colin Powell, che, in un’intervista rilasciata ieri alla Nbc, ha sottolineato come la nuova leadership possa davvero far ripartire il processo di pace in Medio Oriente. ”Conosco bene questi signori – aveva detto Powell – Mi auguro di riverderli presto per discutere dei loro piani e di come fare progressi”.

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