Cultura

ISLAM. Matrimoni: basta con le conversioni

La Camera approva norma per facilitare matrimoni con donne musulmane senza ricorrere alla conversione di facciata all'Islam

di Redazione

In futuro sara’ piu’ facile per una donna musulmana contrarre matrimonio con un cittadino italiano. Grazie all’approvazione, in commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia della Camera, di un emendamento presentato dai deputati del Pdl Manlio Contento e Souad Sbai, al ddl sicurezza, gli uomini italiani che vorranno sposare una donna musulmana non saranno piu’ costretti ad una conversione di comodo all’Islam per ottenere il nulla osta del consolato.Per risolvere questo problema la Sbai si e’ fatta promotrice di un emendamento che consentira’ di evitare questa discriminazione nei confronti delle donne musulmane. La nuova disposizione prevede che un decreto del ministero dell’Interno in concerto con quello degli Esteri e della Pari Opportunita’ invidividui i casi per i quali il nulla osta potra essere sostituito con una dichiarazione resa dall’interessato all’ufficiale di stato civile cui sia allegata un’attestazione rilasciata dall’ambasciata in Italia dei paesi di provenienza da cui risulti l’assenza di cause ostative al matrimonio. “Secondo il comma 1 dell art.116 del codice civile lo straniero che vuole contrarre matrimonio nello stato deve presentare una dichiarazione dell’autorita’ competente nella quale risulta che nulla osta al matrimoio in base alla legge del suo paese – spiega la Sbai ad AKI – ADNKRONOS INTERNATIONAL – Per questo nel caso in cui una donna musulmana volesse sposare un cittadino italiano quest’ultimo deve certificare la conversione all’Islam. Alcuni paesi arabi come la Tunisia chiedono addirittura che la conversione del cittadino italiano venga fatta nel paese di origine della sposa. Mi chiedo allora perche questa pratica venga chiesta solo a donne straniere e non a uomini, violando l’articolo 3 della carta costituzionale secondo cui tutti i cittadini hanno pari dignita’ sociale e sono uguali alla legge”.

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