Politica
Islam ed Ebraismo,incontro ravvicinato
Riscoprire una tradizione di convivenza attraverso larte.
di Redazione
Islam e Ebraismo. Arte, Storia, Convivenza è una mostra aperta a Torino e che non si dovrebbe davvero perdere: L?allestimento, curato da Sherif El Sebaie e frutto dell?estro creativo di Vered Zaykovsky (Israele) e dello studio torinese Civico13 (Italia), si articola su tre sezioni: fotografie di luoghi di culto ebraici in Egitto del fotografo polacco Zbigniew Kosc. Percorso dedicato ai musulmani inseriti dal Museo della Shoah di Gerusalemme nella lista dei ?Giusti tra le nazioni? per aver salvato vite ebraiche, realizzato dal giornalista Giorgio Bernardelli. Infine preziosi manufatti tessili e ceramici della comunità ebraica tunisina della collezione GianMario Gaia. «Queste tre sezioni non possono esaurire l?argomento», spiega El Sebaie. «Sono fermamente convinto però che gli oggetti esposti sapranno comunicare il mistero e insieme il supporto di cui essi nei secoli si sono fatti messaggeri».
Le mani raccolte in segno di preghiera e di devozione sono infatti le stesse che hanno creato amorevolmente tutti quegli oggetti di cui amiamo circondarci ed usare. Tutto ciò che appartiene all?attività umana, profondamente integrata nella tradizione spirituale, non è che il mezzo per partecipare al sacro della vita. «Questa è la virtù generale del Mediterraneo», spiega El Sebaie, «quella di gettare ponti, favorire accostamenti, operare fusioni. Commentando la battuta del geniale scrittore ebreo Franz Kafka in cui asseriva che «la via che arriva al prossimo è, per me, lunghissima», Moni Ovadia ebbe a scrivere che questa via è lunghissima per la gran parte degli uomini e dei popoli. Essa non è il tratto fisico di strada che ci separa dal confine rappresentato dall?altro, è soprattutto il cammino interiore della dimensione temporale che trasforma il confine da luogo di separazione a luogo di incontro». Una mostra come questa torinese è certo un?occasione concreta per avvicinare i confini e le strade.
Aula Agnelli, Politecnico di Torino. Sino all?8 giugno
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