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Ires: primo passo verso la cancellazione della “Tassa sulla bontà”

La Commissione Bilancio dà parere favorevole con il nulla osta del Governo a un emendamento Pd al decreto Semplificazioni. Ne dà notizia il dem Misiani su Twitter

di Redazione

La così detta “tassa sulla Bontà” fa un passo avanti verso la cancellazione. A darne notizia, il Senatore PD Antonio Misiani, che ieri in merito al raddoppio dell’IRES sulle attività del mondo non profit inserito tra le misure della Legge di Bilancio 2019, ha twittato: “La Commissione bilancio Senato ha dato il via libera con parere favorevole del governo alla riformulazione dell’emendamento Pd al dl Semplificazioni che cancella il raddoppio Ires sugli enti non commerciali previsto dalla legge di Bilancio”.

Il Governo e la maggioranza hanno lavorato, modificandolo, su un emendamento che era stato presentato dal Partito Democratico, il numero 1.34. La Commissione Bilancio è impegnata sulla "Conversione in legge del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135, recante disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione (Atto Senato n. 989). La Commissione Bilancio nella serata del 22 aveva reso in sede consultiva un avviso di nulla osta all'emendamento 1.34 (testo 3) proposto dal Partito Democratico, dopo che nella stessa seduta il sottosegretario Laura Castelli si era espressa in senso contrario, per criticità di carattere finanziario, sull'emendamento 1.34 (testo 2) ma aveva formulato invece un avviso di nulla osta sull'emendamento 1.34 (testo 3). Ieri il sottosegretario Castelli ha espresso una posizione non ostativa sugi emendamenti 1.0.170, 1.0.171 e 1.0.173, in tema di imposizione fiscale sugli enti del Terzo settore, ma condizionata alla loro riformulazione nella versione dell'emendamento 1.34 (testo 3).

L'emendamento 1.34 nel testo 3 prevede che le disposizioni della Legge di Bilancio 2019 trovino applicazione «a decorrere dal periodo d'imposta di prima applicazione del regime agevolativo di cui al comma 52-bis». Cioè: «on successivi provvedimenti legislativi sono individuate misure di favore, compatibili con il diritto dell'Unione europea, nei confronti dei soggetti che svolgono con modalità non commerciali attività che realizzano finalità sociali nel rispetto dei princìpi di solidarietà e sussidiarietà. Sarà assicurato il necessario coordinamento con le disposizioni di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117».

L’aggravio che peserà sulle casse dello Stato rispetto a quanto previsto in Legge di Bilancio è di 118,4 milioni per il 2019 e di 157,9 milioni dal 2020. Qui le coperture indicate per i maggiori oneri.

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