Mondo
Iraq, Warduni: “La Chiesa apprezza il governo ad interim”
Parla il vescovo caldeo ausiliare di Baghdad
”La Chiesa e’ contenta che il governo iracheno continui a lavorare ma tutto il popolo deve cooperare con lui”. Lo afferma mons. Slamon Warduni, vescovo caldeo ausiliare di Baghdad, a One O Five Live, il canale in Fm della Radio Vaticana, all’indomani degli attentati terroristici alle chiese cristiane in Iraq. ”Vediamo il governo ad interim iracheno come un passo avanti per poter arrivare ad un governo eletto da tutto il popolo. Ma cosa potrebbe fare la popolazione irachena se non collaborasse? Potrebbe avere solo tante altre difficolta’. Per questo noi diciamo sempre che bisogna cooperare con il governo per costruire l’Iraq”. Ad una domanda sulla permanenza o meno dei militari alleati in Iraq, mons.
Warduni afferma che ”se non arriva la sicurezza perpetua, la pace continua, c’e’ sempre bisogno e utilita’ di queste truppe”. Ma ad una condizione: ”che le truppe lavorino per il bene della popolazione irachena, come ogni tanto sentiamo dire in Iraq per le truppe italiane a Nassyria. Il popolo locale vuole bene agli italiani perche’ stanno facendo del loro meglio per servire la comunita’. Questo desideriamo, e supplichiamo le truppe alleate di servire veramente la popolazione irachena ripristinando la sicurezza nel Paese. Se non fosse cosi’ non sarebbe positivo per nessuno”. Sul fronte attentati alle chiese cristiane, mons. Warduni afferma che ”la Chiesa irachena non si aspettava cio’. Come iracheni non siamo abituati a questi atti. Abbiamo avuto sempre buoni contatti con i capi religioni musulmani con i quali dialoghiamo su tanti elementi: la preghiera, il digiuno, la vita oltre la morte. Dopo l’attentato di domenica scorsa sono venuti a trovarci molti capi musulmani per farci le condoglianze e tutti quanti sperano di continuare a dialogare. Ci sono tanti moderati in Iraq che vogliono questo atteggiamento, indispensabile per costruire il nuovo Paese”. Per questo ”vogliamo convincerci che la regia degli attentati terroristici sia all’estero”. Ad una domanda se qualcuno ha interesse a far scappare i cristiani dall’Iraq, mons. Warduni afferma di ”sperare” che non sia cosi’ anche se ”potrebbe essere. Vedo che questi atti interessano chi non vuole la pace e la tranquillita’ in Iraq. Forse vogliono che il nuovo governo non lavori bene. Ma so’ anche che tutti gli iracheni vogliono pace, tranquillita’ e sicurezza”. E mons. Warduni pone proprio la sicurezza tra le priorita’ anche pastorali dell’Iraq. ”Tanti uomini vengono rapiti per essere riscattati”, minando le basi della crescita del Paese. ”Tanti malati sono danneggiati dalla mancanza di medicine, soprattutto i malati terminali non possono essere curati. I nostri giovani sono desolati. Alle nostre ragazze mancano i giovani per formarsi una famiglia che fuggono dal Paese. Noi vogliamo seminare una mentalita’ aperta che si fonda sulla liberta’ della persona sottolineando che la religione e’ per Dio ma la Nazione per tutti noi”. ”Noi cristiani siamo iracheni prima di essere cristiani e cosi’ i musulmani. La nostra cultura e’ viva da migliaia di anni. Noi, oggi, abbiamo bisogno di questa pace e di questa sicurezza perche’ possiamo vedere con un po’ di chiarezza e di tranquillita’ al nostro futuro. Vogliamo seminare la speranza, la speranza di Dio che ama tutti gli uomini”. ”L’ importante, oggi, e’ ripristinare la sicurezza del Paese”.
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