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Iraq: via libera al decreto che rifianzia le missioni

Ecco come è andata, i si' sono stati 153, 42 i no. Chi ha votato cosa. I voti sugli ordini del giorno. Le parole di Ciampi. La scheda della giornata

di Riccardo Bonacina

Il Senato vota senza sorprese L’ assemblea di palazzo Madama ha discusso e votato tutti gli emendamenti al decreto legge che rifinanzia la missione in Iraq. Erano in tutto circa 80 le proposte di modifica avanzate quasi esclusivamente dal centrosinistra. Nel corso delle votazioni non ci sono state sorprese per la maggioranza che ha sempre battuto le opposizioni con ampio margine di voti. Sono stati invece approvati tutti gli emendamenti proposti dal relatore Piero Pellicini (An) e dal Governo. Si tratta comunque di modifiche di portata tecnica che non hanno introdotto novità di rilievo nel provvedimento. Diviso il centrosinistra e divisi anche i Ds tra la posizione ufficiale di Angius e quella dissidente di Salvi. L’assemblea del Senato in definitiva ha detto si’ al decreto che rifinanzia le missioni italiane all’estero tra cui anche quella in Iraq definita ‘Antica Babilonia’. I parlamentari del centrosinistra (Ds, Sdi e Margherita) non hanno partecipato al voto. I si’ sono stati 153, 42 i no (Verdi, Prc, Pdci, Correntone Ds), un astenuto che pero’ e’ da registrare come un errore secondo quanto dichiarato in aula dal senatore Moro (Lega Nord). Il centrosinistra diviso, divisi anche i Ds Il centrosinistra si dividerà oggi nell’aula di Palazzo Madama tra chi non parteciperà al voto e chi voterà contro il decreto che rifinanzia le missioni italiane all’estero, tra cui la contestata missione ?Antica Babilonia? in Iraq. Nessuno voterà a favore. La lista Prodi (Ds, Margherita, Sdi, Repubblicani Europei) e l’Udeur, non parteciperanno al voto in segno di protesta per il mancato stralcio, richiesto più volte al governo, dell’ art. 2 del decreto che riguarda il rifinanziamento della missione in Iraq. La lista Prodi, adotterà la decisione del non votare tutti gli altri articoli del provvedimento, ma esprimerà le proprie posizioni nelle dichiarazioni di voto finali. Correntone Ds e sinistra Ds; Verdi, Pdci; Rifondazione Comunista voteranno no al decreto legge. Contro il provvedimento vota anche Achille Occhetto che insieme ad Antonio Di Pietro ha dato vita a una propria lista per le elezioni europee. A parte la minoranza Ds, che conta su 15 senatori, in dissenso dalla Margherita dovrebbero votare contro il decreto tre o quattro senatori tra cui Alberto Monticone e Tino Bedin. Iraq: gli ordini del giorno Non c?è stato il voto sull’ordine del giorno Ds-Margherita-Sdi che chiede un maggiore coinvolgimento dell’Onu in Iraq sulla base della risoluzione 1511. Sia il Governo sia il relatore di maggioranza hanno espresso infatti parere favorevole e il presidente Marcello Pera ha detto che l’ordine del giorno non sarebbe stato messo ai voti perchè accolto. Il documento impegna il Governo ad adoperarsi perché “sia riconosciuto all’Onu un ruolo centrale nella transizione assicurando le opportune e necessarie misure di sicurezza”. Inoltre si chiede al Governo di favorire la “configurazione di una forza multinazionale di stabilità e sicurezza, sotto egida Onu, come indicato dalla risoluzione 1511 e di sollecitare la definizione di tempi certi di un percorso costituente e di un calendario elettorale che consenta agli iracheni di prendere nelle loro mani il destino del proprio Paese”. Inoltre si chiede al Governo di impegnarsi a proporre agli organi della Ue la nomina di un alto rappresentante per l’Iraq e ciò per consentire all’Europa di concorrere alla stabilità in modo unitario e univoco. Il documento è firmato dai tre capigruppo dei Ds, Angius, della Margherita, Bordon, e dello Sdi, Marini. E’ stato bocciato dall’aula del Senato l’ordine del giorno dei parlamentari di ‘Samarcanda’ e ciò del Prc, Verdi, sinistra Ds, che chiedevano il ritiro delle truppe italiane in Iraq. In sede di dichiarazione di voto Antonello Falomi, a nome anche di Tana De Zulueta e Achille Occhetto ha annunciato il ritiro di un suo ordine del giorno, perché “sostanzialmente identico a quello di Samarcanda”. “Ci riconosciamo in quel documento” ha chiosato il senatore che ha recentemente annunciato di non voler rinnovare la tessera della Quercia. Anche il capogruppo del Pdci, Marino, ha annunciato di ritirare il proprio documento per appoggiare quello di ‘Samarcanda’. Il documento impegnava il Governo all’immediato ritiro del contingente militare italiano dall’Iraq. Dare il via libera al decreto per il rifinanziamento della missione italiana in Iraq a condizione che le nostre truppe lavorino per la “costruzione dell’autogoverno del popolo iracheno nei modi che l’Onu dovrà rapidamente determinare”. E’ questa la proposta contenuta in un breve ordine del giorno presentato al Senato da Giulio Andreotti, che si propone di fare da mediatore tra maggioranza e centrosinistra. Il documento premette un riferimento all’art.11 della Costituzione della Repubblica che esclude il ricorso alla guerra per risolvere le controversie internazionali. L’ordine del giorno sottolinea poi che “la dislocazione di unità militari italiane fuori dal territorio nazionale può aversi solo per compiti derivanti da condivisione di precisi impegni internazionali o comunitari”. L’ordine del giorno sottolinea infine come l’Italia abbia sempre “sollecitamente e costantemente risposto agli appelli dell’ Onu” e auspica che il nostro Paese e l’ Unione Europea possano partecipare agli studi di riforma delle Nazioni Unite. L’Assemblea di Palazzo Madama ha approvato un emendamento del Governo con il quale si autorizzano le forze armate italiane che operano in Iraq a cedere materiali, equipaggiamenti e veicoli dismessi agli iracheni dopo che sarà finita la missione del nostro Paese. E’ escluso che questo possa avvenire anche con gli armamenti. La norma, che tecnicamente è¨ aggiuntiva all’art.9 del decreto, prevede una spesa di oltre due milioni e centomila euro per la cessione di vestiario e materiale di equipaggiamento. E’ prevista invece una spesa di oltre 815 mila euro per il sostegno logistico a favore delle forze armate e delle forze di polizia irachene. L’Assemblea di Palazzo Madama ha approvato un emendamento del Governo con il quale si autorizzano le forze armate italiane che operano in Iraq a cedere materiali, equipaggiamenti e veicoli dismessi agli iracheni dopo che sarà finita la missione del nostro Paese. E’ escluso che questo possa avvenire anche con gli armamenti. La norma, che tecnicamente è aggiuntiva all’art.9 del decreto, prevede una spesa di oltre due milioni e centomila euro per la cessione di vestiario e materiale di equipaggiamento. E’ prevista invece una spesa di oltre 815 mila euro per il sostegno logistico a favore delle forze armate e delle forze di polizia irachene. Ciampi, ora attendiamo impegno pieno Onu Presidente è soddisfatto del voto che ha prorogherà la missione italiana in Iraq? Carlo Azeglio Ciampi risponde: “Quel che noi ci auguriamo è che la ricostruzione del paese possa veramente fare un salto in avanti e che vi sia presto, ci sono a quanto sembra alcuni segni positivi, un impegno pieno da parte delle Nazioni Unite”. Il capo dello Stato lo ha detto a margine del ricevimento per l’anniversario dei Patti Lateranensi.


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