Cultura

Iraq: Vaticano convoca ambasciatori Osce

La Santa Sede e' ''preoccupata'' per l'evolversi della situazione internazionale. Per questo il ministro degli Esteri vaticano Jean-Louis Tauran ha convocato ieri circa 30 ambasciatori accredita

di Redazione

La Santa Sede e’ ”preoccupata” per l’evolversi della situazione internazionale. Per questo il ministro degli Esteri vaticano Jean-Louis Tauran ha convocato ieri circa 30 ambasciatori accreditati presso la Santa Sede rappresentativi di Paesi che fanno parte della Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce). Nell’incontro, a quanto si apprende da fonti diplomatiche, sono state esposte la posizione della Santa Sede in merito a un eventuale attacco all’Iraq, la ”preoccupazione” per l’inasprimento dei rapporti fra Chiesa cattolica e Russia dopo le espulsioni di quattro sacerdoti e di un vescovo, l’interesse per un esplicito riferimento al ruolo delle religioni nella Costituzione europea e la sollecitudine per i temi del clima e dell’ambiente dopo il vertice di Johannesburg. L’incontro, durante il quale il segretario per i rapporti con gli Stati del Vaticano ha parlato per circa 40 minuti, era stato convocato venerdi’ scorso e si e’ tenuto poche ore prima che il segretario generale dell’Onu Kofi Annan rendesse noto che l’Iraq aveva accettato senza condizioni le ispezioni dell’Onu. Lo scorso 9 settembre, mentre cresceva la preoccupazione in tutto il mondo per l’intento del presidente Usa Bush di attaccare l’Iraq e smantellare la costruzione di armi di distruzione di massa, il Vaticano aveva gia’ espresso ”gravi dubbi” sull’opportunita’ di un attacco senza il mandato del Consiglio di sicurezza dell’Onu. ”Se la comunita’ internazionale, ispirandosi al diritto internazionale, e in particolare alle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu -argomentava in un’intervista mons. Tauran- giudicasse opportuno e proporzionato il ricorso alla forza, cio’ dovrebbe avvenire con una decisione presa nel quadro delle Nazioni Unite, dopo aver soppesato le conseguenze per la popolazione civile irachena, nonche’ le ripercussioni che potrebbe avere sui paesi della regione e sulla stabilita’ mondiale”. ”Dobbiamo essere attenti a non confondere giustizia e vendetta e ad evitare che popolazioni intere paghino per la crudelta’ dei responsabili degli attentati”. Dell’Osce fanno parte 55 Paesi fra i quali, oltre a quelli dell’Unione europea, anche Stati Uniti, Russia, Canada, otto Repubbliche asiatiche e Santa Sede. Nell’incontro riservato convocato ieri era presente anche un rappresentante degli Stati Uniti, in sostituzione dell’ambasciatore James Nicholson in questi giorni negli Usa. ”Molto grave” e’ stata definita lunedi’ scorso la ”persecuzione” di esponenti ecclesiastici in Russia, dopo le ”immotivate” espulsioni che hanno fatto seguito alla erezione in diocesi di quattro amministrazioni apostoliche lo scorso 25 gennaio.


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