Mondo

Iraq: Usa respinsero truppe musulmane

Lo scrive oggi il quotidiano americano Newsday, citando fonti saudite e irachene

di Paolo Manzo

Il presidente americano George Bush ha respinto una proposta saudita per un contingente di un centinaio di truppe di paesi musulmani a difesa della sede Onu in Iraq. Lo scrive oggi il quotidiano americano Newsday, citando fonti saudite e irachene. L’accordo non è stato raggiunto a causa di una controversia sul comando delle truppe: Washington voleva il controllo del contingente, ma i paesi interessati non volevano operare sotto il comando americano per motivi di politica interna. Gli Stati Uniti hanno respinto sia l’ipotesi di un comando affidato all’Onu che al governo iracheno. I leader sauditi, si legge sul quotidiano, si erano personalmente impegnati presso Bush per giungere ad un accordo. Il principe ereditario Abdullah ne aveva parlato al presidente americano in una conversazione telefonica di dieci minuti il 28 luglio, dopo aver incontrato il segretario di Stato Colin Powell, riferiscono fonti saudite. Il segretario generale dell’Onu Kofi Annan, che si è finora rifiutato di ampliare lo staff delle Nazioni Unite a Baghdad, in mancanza di una specifica forza di protezione, aveva accettato il piano. dicono fonti diplomatiche. La presenza dell’Onu in Iraq rimane al momento ridotta:l’inviato Ashraf Jehangir Qazi lavora con 35-40 persone, con soltanto quattro impiegati a tempo pieno per la preparazione delle elezioni in gennaio. Una fonte anonima della Casa Bianca ha confermato che i vertici militari americani sollevarono obiezioni perchè le truppe non sarebbero state sotto il loro comando. La prima ragione per il fallimento del piano- ha però aggiunto- era che il governo iracheno non voleva truppe di paesi confinanti. Ma fonti irachene hanno riferito che questo problema era stato superato. A fine luglio, quando il principe Abdullah presentò il piano a Bush, Powell e Annan, un gruppo di paesi musulmani non confinanti si erano detti ”seriamente interessati”. Si trattava di Pakistan, Bangladesh, Malaysia, Algeria e Marocco. I diplomatici sauditi avevano contattato anche Bahrein, Egitto, Tunisia e Oman. Agli inizi di luglio il primo ministro iracheno Yiad Alalwi aveva mandato lettere per chiedere truppe a difesa della sede Onu a diversi paesi musulmani ed arabi, ripetendo la richiesta durante misisoni all’estero in luglio e agosto. Riad, che non avrebbe mandato truppe in quanto confinante, era pronta ad offrire un sostegno finanziario. Fin dall’inizio il problema centrale è stato quello del comando del contingente. I sauditi avevano proposto di affidarlo all’Onu, ma sia gli americani che l’Iraq erano contrari. Riad propose allora un comando iracheno, ma Washington rifiutò. Gli Stati musulmani non volevano assolutamente un comando americano e l’iniziativa morì ai primi di settembre. ”I paesi musulmani disponibili a mandare truppe non volevano che fossero sotto comando americano -ha raccontato una fonte irachena- in molte di queste nazioni , vi è troppa pressione interna contro i governi per poter giustificare l’ipotesi di porre le truppe sotto comando americano”.


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