Mondo
Iraq: Usa e Gb a “caccia di voti” in Consiglio sicurezza
Il territorio di conquista sono i cosidetti ''sei paesi di mezzo'': Cile, Messico, Pakistan, Angola, Camerun e Guinea
di Paolo Manzo
Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna intendono inserire nella risoluzione che presenteranno nei prossimi giorni al Consiglio di Sicurezza una scadenza precisa, che imponga il voto entro massimo tre settimane. Lo scrive il ”Los Angeles Times” citando fonti diplomatiche. La bozza del testo cui stanno lavorando americani e britannici, rincuorati sia dalle notizie sia dell’accordo ormai quasi concluso con la Turchia che dalla richiesta rivolta all’Iraq dal capo dell’Unmovic Hans Blix riguardo alla distruzione entro il primo marzo dei missili al Samoud 2, e’ un testo molto semplice e contenuto. Nel quale si dichiarera’ che l’Iraq e’ in violazione sostanziale delle precedenti 17 risoluzioni del Consiglio, avendo mancato di fornire la cooperazione che gli era stata richiesta, come ultima chance, nella 1441. La comunita’ internazionale quindi, concludera’ il testo, dovra’ passare ad applicare le ”gravi conseguenze”, minacciate in caso di inadempienza da parte di Baghdad.
Washington, che per mesi ha sostenuto di non aver bisogno di una nuova risoluzione per agire e solo nelle ultime settimane si e’ lasciata convincere dagli alleati a presentarne un’altra, ha messo in chiaro che questa e’ l’ultima volta che consultera’ il Consiglio di Sicurezza. ”Dato che questa e’ la 18esima risoluzione, il presidente non crede che sia necessario averne una 19esima – ha detto il portavoce della Casa Bianca, Ari Fleischer – cosi’ questo e’ un momento molto importante per il Consiglio di Sicurezza che dovra’ decidere se agira’ o meno”. Fissando una scadenza ben precisa per l’approvazione del testo, americani e britannici sperano quindi di limitare il dibattito all’interno del Consiglio. E dare un senso di urgenza ultimativa ai negoziati ed alle trattative, che stanno gia’ freneticamente conducendo, con i membri non permanenti del Consiglio per assicurarsi i nove voti necessari all’approvazione del testo. E cercare di evitare il veto, magari con un’astensione, dei membri permanenti.
Il territorio di conquista sono i cosidetti ”sei paesi di mezzo” (Cile, Messico, Pakistan, Angola, Camerun, Guinea), cioe’ i membri non permanenti che non sono schierati nettamente sul fronte del ‘si” alla guerra – dove finora Gran Bretagna e Stati Uniti hanno solo il voto di Spagna e Bulgaria – o su quello del ”no”, dove ci sono, insieme ai membri permanenti Francia, Cina e Russia, la Germania e la Siria. Il testo della risoluzione che Washington e Londra intendono presentare descrive un calendario che prevede il voto dopo il nuovo rapporto di Blix fissato per il sette marzo.
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