Mondo

Iraq: Unhcr in rosso. A rischio risposta umanitaria

L'Agenzia dell'Onu per i rifugiati e' ''in rosso'' ed e' ''indietro sulla tabella di marcia'' per dare una prima adeguata risposta umanitaria ai 23 milioni di iracheni in caso di guerra

di Paul Ricard

L’Agenzia dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) e’ ”in rosso” ed e’ ”indietro sulla tabella di marcia” per dare una prima adeguata risposta umanitaria ai 23 milioni di iracheni sui quali incombe, sempre piu’ possibile, la minaccia di una guerra. E questo perche’ la comunita’ internazionale ha prestato finora troppa poca attenzione alle conseguenze umanitarie del conflitto. L’accelerazione della crisi di questi ultimi giorni ci ”preoccupa” per le ripercussioni umanitarie che potrebbe avere il conflitto, ha dichiarato la portavoce Unhcr Laura Boldrini. E, al contempo, ci ”sorprende che gia’ si parla di ricostruzione” quando pero’ ”mancano i fondi per far fronte ai bisogni immediati della guerra”. ”Nel dicembre scorso l’Unhcr aveva chiesto 60 milioni di dollari per il lavoro preparativo, ma ne ha ricevuti solo 16,6 e spesi gia’ 20”, ha spiegato Boldrini. ”Siamo in rosso” e la comunita’ internazionale non ha ancora capito che ”la guerra ha sempre un costo umanitario”. ”Non sottovalutare l’importanza di investire subito per la prima risposta da dare ai bisogni piu’ immediati delle popolazioni colpite dalla guerra”, e’ l’appello che l’agenzia dell’Onu per i rifugiati lancia oggi. Nei sei paesi che confinano con l’Iraq – Turchia, Iran, Siria, Giordania, Kuwait, Arabia Saudita – l’Unhcr puo’ contare al momento su scorte (tende, coperte, materassi, stufe, kit sanitari, utensili da cucina) per 200mila persone. La macchina umanitaria pero’ ha tempi fisiologici di cui bisogna tenere conto: occorrono infatti dalle 8 alle 10 settimane dal momento in cui parte l’ordine fino a quando arriva a destinazione.


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