Mondo

Iraq: Torture, 91 le inchieste del Pentagono

Sono almeno 15 le morti di detenuti dove la responsabilita' dei soldati Usa appare evidente.

di Paul Ricard

Sono almeno 91 le indagini aperte dal Pentagono su abusi commessi dai militari americani in Iraq e Afghanistan e sono almeno 15 le morti di detenuti dove la responsabilita’ dei soldati Usa appare evidente, si e’ appreso oggi. Le nuove rivelazioni, apparse oggi sui media Usa, allargano il cerchio degli abusi dei soldati americani ben oltre i confini del ‘carcere degli orrori’ di Abu Ghraib: mentre 42 inchieste riguardano possibili abusi commessi nei centri di detenzione, altre 49 indagini sono infatti centrate su reati commessi altrove: dal furto di denaro ad accuse di omicidio. Le indagini nelle carceri vedono 30 diversi casi di morte di detenuti (per un totale di 34 vittime per alcuni casi di morti multiple). Inoltre tre persone fermate dai soldati sono state uccise all’esterno delle carceri portando il totale a 37 morti sospette. Di queste 37 morti, sottolinea oggi il quotidiano Usa Today, almeno 15 sono attribuibili ad evidenti abusi dei militari Usa ai danni dei detenuti: si tratta di prigionieri uccisi a colpi d’arma da fuoco, strangolati o morti per effetto di percosse brutali. In alcuni casi queste morte sono state archiviate come attacchi di cuore. Ma esistono pochi dubbi, secondo il giornale, che le morti dei detenuti sono state causate in realta’ dalle sevizie subite durante gli interrogatori in diverse centri di detenzione in Iraq e in Afghanistan. Gli inquirenti militari hanno riaperto alcuni di questi casi che erano stati archiviati in precedenza come morti accidentali. Almeno sei prigionieri sono stati uccisi a causa di ”colpi violenti traumatici” ricevuti dai carcerieri, compresi due afghani morti in circostanze simili, nel giro di una settimana, nel dicembre 2002 nella Base Area di Baghram (in Afghanistan) dopo aver ricevuto forti percosse agli arti. Una morte era stata archiviata come ”attacco di cuore” e un’altra per ”embolia polmonare” (probabilmente un grumo sanguigno provocato dalle torture). Almeno quattro prigionieri sono morti in Iraq per strangolamento, asfissia o soffocamento compreso un generale iracheno, responsabile delle difese aree, infilato in un sacco a pelo e mirto soffocato mentre qualcuno comprimeva il suo petto. Almeno nove detenuti sono morti in prigioni a Baghdad in seguito a ‘problemi di cuore’ o per ‘colpi di calore’ (ma gli inquirenti hanno riaperto alcuni casi dopo aver scoperto che le vittime non avevano ricevuto acqua o altri liquidi dai carcerieri). Nessun soldato dell’esercito americano e’ stato finora formalmente incriminato per queste morti. Due marine dovranno invece affrontare la corte marziale per un caso di strangolamento avvenuto nel carcere White Horse a Nassiriya nel giugno 2003. Per quanto riguarda le 91 indagini specifiche aperte dal Pentagono negli ultimi 18 mesi, 42 riguardano possibili crimini commessi in carcere, altri 49 appartengono invece ad indagini esterne alle prigioni (28 riguardano aggressioni fisiche ai danni della popolazione, 18 riguardano furti di denaro o altre proprieta’ commessi dai militari Usa, 3 riguardano omicidi). In particolare i tre omicidi sono quelli di un afghano ucciso da un soldato americano mentre tentava di strappare la sua arma da fuoco, di un iracheno costretto a lanciarsi da un ponte (e mai piu’ ritrovato) dopo essere stato fermato ad un posto di blocco, di un iracheno ucciso da un soldato Usa mentre tentava di aggredire un sergente che lo stava scortando. Il Washington Post rivela che 59 delle 91 indagini sono state chiuse. Ma le azioni disciplinari contro soldati americani sono state finora molto rare, con 14 casi finiti o destinati a finire davanti alla corte marziale, compresi i sette aguzzini della polizia militare di Abu Ghraib, comparsi nelle famose foto che hanno fatto scattare le numerose inchieste.

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