Mondo

Iraq: Tavolo ong, ribadita la non collaborazione con governo

L'occasione per ribadire il no e' stato l'incontro che si e' tenuto a Baghdad tra le associazioni che aderiscono al 'Tavolo di solidarieta' per le popolazioni irachene'

di Redazione

Le Organizzazioni non governative italiane gia’ al lavoro in Iraq hanno ribadito oggi che non collaboreranno in alcun modo con il governo italiano e con il contingente militare in partenza e si limiteranno, come gia’ fanno con gli americani e gli inglesi, a fornire informazioni per non sovrapporsi negli interventi. L’occasione per ribadire il no e’ stato l’incontro che si e’ tenuto a Baghdad tra le associazioni che aderiscono al ‘Tavolo di solidarieta’ per le popolazioni irachene’ (una trentina tra cui ‘Un ponte per…’, ‘Ics’; ‘Terres des Hommes’; ‘Intersos’; Gvc; Cosv) e l’incaricato d’affari dell’ambasciata italiana, Gian Ludovico De Martino. La riunione, secondo quanto ha raccontato il presidente di ‘Un ponte per…’ Fabio Alberti, era stata convocata dallo stesso De Martino. All’incaricato d’affari, le Ong italiane hanno illustrato i progetti su cui stanno attualmente lavorando (rifornimento di ossigeno agli ospedali, l’assistenza alle strutture per anziani, la potabilizzazione delle acque per gli ospedali di Baghdad e Bassora) e ribadito la volonta’ di non collaborare con quelle che loro definiscono ”forze occupanti”. ”L’ambasciata ci ha chiesto di collaborare – ha detto Fabio Alberti – e noi abbiamo confermato che saremo disponibili ad informare gli italiani, cosi’ come facciamo gia’ con gli americani, su quali sono i nostri interventi in corso, in modo da non sovrapporsi. Quanto ad una collaborazione fattiva, cio’ sara’ possibile soltanto quando sara’ ripristinata la legalita’ e cioe’ un governo legittimo riconosciuto dalle Nazioni Unite e il coordinamento degli aiuti umanitari sempre da parte delle Nazioni Unite”. A De Martino le Ong hanno anche espresso nuovamente la loro contrarieta’ alla realizzazione di un ospedale da campo a Baghdad da parte della Croce Rossa. ”Quello che serve sono medicinali e assistenza – ha aggiunto Alberti – non posti letto. La capitale irachena e’ piena di ospedali, non ne servono altri”.


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