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Iraq: si dimette il coordinatore delle ong per protesta su caso due Simone
Si è dimesso stamane Jean Dominique Bunel in aperta polemica con "Un ponte per..."
Secondo quanto riportato dall’Ansa, Jean-Dominique Bunel, coordinatore delle Ong internazionali in Iraq, si e’ dimesso questa mattina per protesta contro il suo trasferimento da Baghdad ad Amman e poi a Parigi e per quella che definisce ”la prolungata menzogna di Un Ponte Per… sulle vere circostanze del rapimento” delle due Simone.
”Sono accuse tutte inventate”, ha replicato il presidente di ‘Un ponte per…’, Fabio Alberti, interpellato sulle dichiarazioni di Bunel. Per Jean-Dominique Bunel, 57 anni, che un quarto d’ora dopo il rapimento delle due ragazze italiane era accorso sul posto, il rapimento non fu opera di terroristi e l’obiettivo non era una Ong italiana: ”e’ stato un rapimento di natura criminale, compiuto da banditi per ottenere un riscatto”, attuato con una ”complicita”’ locale.
Tutto cio’, secondo Bunel, ”senza che io possa portare prove materiali di quanto affermo. Ma nella assoluta convinzione che la percezione della popolazione italiana del rapimento di membri di una Ong italiana da parte di terroristi sia falsa”. Bunel inoltre, parlando con giornalisti, ha affermato che ci furono comportamenti imprudenti: ”le due ragazze organizzavano di frequente feste fino a tarda notte nel giardino dell’Ong italiana”. Certi atteggiamenti, secondo Bunel, ”erano pericolosi vista la situazione. Tanto che – aggiunge – la sera prima del rapimento volli parlare con Simona Torretta proprio di questo problema”.
Nella lettera di dimissioni, Bunel parla anche di ”condotta scandalosa del servizio di sicurezza dell’NCCI (comitato coordinamento Ong in Iraq), che avrebbe invece dovuto prodigare consigli di prudenza, durante quelle serate. Posso darne testimonianza”. Bunel – nella lettera – sottolinea che Un Ponte Per…gli ha ”chiesto di tenere riservate queste informazioni” durante il rapimento, per non compromettere la liberazione delle due Simone. L’immagine delle due Simone, per Brunel, resta comunque quella di ”donne generose, devote ed efficaci nel loro lavoro”.
”Ho visto Bunel una sola volta”, ha precisato il presidente della Ong ”Un ponte per…”: Fabio Alberti, che oggi si trova a Londra, ha affermato Bunel ”mi ha cercato a Roma dopo il sequestro delle nostre operatrici. In quest’incontro mi ha riferito delle sue informazioni su come e’ andato il rapimento. Queste informazioni corrispondono alle nostre. Per quel che invece e’ seguito al sequestro – ha proseguito Alberti – non vedo su quali basi egli ipotizzi le dinamiche successive, visto che poi si e’ spostato da Baghdad”. Alberti ha comunque tenuto a precisare che ”la condotta del personale di ‘Un ponte per…’ a Baghdad e’ stata sempre rispettosa degli usi locali, tanto e’ vero che le ragazze quando uscivano si coprivano la testa, e a casa conducevano una vita normale”.
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